Husqvarna TE/FE 2016
Il 2014 è stato per Husqvarna l’anno dei record, carico di successi a livello globale sia nelle vendite che nelle competizioni. Il marchio storico svedese ha dimostrato concretezza e presenza, conquistando numerose vittorie a livello mondiale ed è ritornato presto nel cuore di tutti coloro che ne hanno sentito la mancanza.
Il 2015 si dimostra altrettanto interessante grazie al completamento dei nuovi modelli 2016, che sono stati messi a punto nei minimi dettagli non solo per le competizioni di alto livello, ma anche per soddisfare le esigenze di ogni amatore ed appassionato.
Paolo Carrubba, Marketing Manager Husqvarna ci tiene con grande soddisfazione a sottolineare che l’inizio di questa nuova era risale all’ottobre del 2013. «Le agevolazioni sono state diverse, come quella di potersi appoggiare ad un brand già conosciuto ed altrettanto di poter usufruire di una linea di produzione ampliamente collaudata, ma i risultati raggiunti in poco più di un anno e mezzo di attività sono, ad ogni modo, assolutamente impressionanti, tanto che il primo costruttore in serie di moto da fuoristrada è tornato più forte di prima».
Daniele Giacometti, Amministratore del marchio sul territorio italiano ci conferma che nel 2014 hanno venduto 16.337 moto, risultato mai raggiunto prima nella storia di Husqvarna. Obiettivo per il 2015 è quello di vendere 20.000 moto, che grazie ai grandi risultati sia in termini di mercato che in termini di successi non è poi cosi lontano. La gamma enduro in tutto questo ricopre un ruolo di attore principale in quanto da solo pesa per il 75% del volume delle vendite e proprio per questo Husqvarna punta molto sui modelli enduro, due e quattro tempi.
Davide Zaffaroni, responsabile vendite, ci racconta gli incredibili risultati di Husky nel segmento Enduro Competizione 2014. «Il mercato di riferimento è stabile da diversi anni e nonostante ciò stiamo velocemente risalendo la classifica, posizionandoci subito dietro alle principali case motociclistiche».
A fine giugno 2015 infatti, il mercato globale si dimostra essere in ripresa segnando un +10% e Husky è salita notevolmente di graduatoria, pur avendo un prodotto molto di nicchia, e si posiziona al secondo posto dopo KTM, (27,1% KTM, 21,6% Husky, 20,4% Beta) aumentando del 20% i volumi del 2014. Sono addirittura 3 i modelli che si posizionano nella top ten con la TE 125 che si piazza al secondo posto dietro al 300 Beta due tempi.
La gamma 2016 si conferma essere completa e variegata con 3 modelli due tempi e 4 modelli 4 tempi. Le modifiche applicate sono comuni a tutta la linea dei prodotti e sono in particolare:
- la riduzione del perno ruota anteriore che passa da 26mm a 22mm. Questo cambia l’offset del piedino che cala di 2 mm e ad aumenta di conseguenza l’avancorsa. Varia per compensare anche l’offset della piastra di sterzo che passa da 20 mm a 22mm. Il tutto risulta efficace per una maggiore stabilità senza andare a perdere in maneggevolezza.
- Husky rimane fedele alla forcella 4CS con una completa rivisitazione interna, con nuova taratura e valvole interne. Viene rivisto di conseguenza anche il setting del mono.
- per i modelli 250 e 350 viene adottato un nuovo cuscinetto del cambio, è stato modificato il sistema di lubrificazione del motore aumentando i fori di passaggio per maggiore tutela nei confronti di situazioni di cattiva manutenzione.
- per il 450 e 501 vengono adottati un nuovo cestello frizione, un nuovo piattello e viene inserito un parastrappi integrato.
Su tutte le moto per il 2016, salvo il 125, viene implementato il selettore di mappatura al manubrio; cambia per tutte il disegno dei dischi del freno che ne aumenta la potenza di frenata; cambiano i parasteli che diventano di tipo aperto per facilitare la manutenzione della forcella, anche questi con grafiche con tecnologia in mould; la sella ha un nuovo rivestimento più spesso; la corona, prodotta da Supersprox è di due materiali, ferro in esterno ed ergal in interno per una maggiore durata; i raggi sono più leggeri con un peso totale di 100 grammi in meno sulle masse in movimento e le grafiche vengono interamente riviste con colori più vivi e brillanti.
Husky è un prodotto premium rispetto alle cugine austriache e questa differenza viene enfatizzata con i dettagli di maggior pregio e valore. Il continuo aggiornamento di questi particolari possono sembrare semplici da apportare, ma in realtà modificano in maniera importante tutta la catena produttiva.
Rimangono come base solida del prodotto enduro il telaio in acciaio in cromo mobildeno con telaietto posteriore in poliammide. Viene confermato il sistema di ammortizzazione a leveraggio, la frizione idraulica e gli impianti frenanti Brembo, l’avviamento elettrico ed i serbatoi della benzina sono tra i più capienti del segmento enduro.
COME VANNO:
Le due tempi hanno motori molto differenti tra loro, ma altamente performanti ed efficaci nelle loro rispettive categorie. La piccola 125, durante questo test ha risentito un pochino delle alte temperature in termini di carburazione ed è risultata un po’ fiacca nella prima parte di erogazione. Di contro l’agilità e la leggerezza sono da riferimento, tanto che nelle mulattiere friulane risulta davvero divertente e gira in un fazzoletto di terra.
La 250 a miscela ricalca le medesime caratteristiche della versione precedente, con l’aggiunta che per il 2016 i tecnici sono riusciti a pulire ulteriormente la carburazione nella fase di apertura della valvola di scarico, rendendo l’erogazione ancora più pulita e lineare. Questo risultato importante trasmette una sensazione di maggiore leggerezza generale in quanto la moto sembra essere più libera. La spinta del propulsore sale continuamente e non percepisci quasi il limitatore. Il 300, pur essendo praticamente identico nelle misure vitali, offre una coppia maggiore nella prima parte di spinta, tanto che in molti casi riesci ad usare una marcia in più e scorrere meglio, di contro tende a murare in fretta chiedendo subito una marcia superiore.
Passando alle quattro tempi la piccola 250 sta crescendo di anno in anno ed ogni volta che la provo sembra essere più potente. La coppia in basso è bella piena, ma le vere doti le scopri quando vai ad allungare le marce. Non è fatta per andare piano anche se volendo è perfettamente in grado di fare anche quello. Salendo di cilindrata troviamo la 350 che conferma avere un motore più corposo grazie alla maggiore cilindrata. Il “peso” del motore in questo caso è più evidente e soprattutto in staccata si avverte un maggiore trasferimento di carico, enfatizzato ulteriormente dalle forcelle un filo morbide.
Rispetto alla versione precedente ho percepito la 350 più schiacciata tra la 250 che è cresciuta di potenza e la 450 che è diventata di fatto molto più facile da gestire. La cilindrata intermedia rimane un’ottima scelta per l’uso amatoriale e dilettantistico, ma per andare forte è necessario tirare il cordino con una certa enfasi.
Per quanto riguarda le “big bore” 450 e 501, l’erogazione è ulteriormente migliorata e gli interventi fatti all’avantreno la rendono ora più stabile sul veloce ed allo stesso tempo più semplice da inserire in curva e nei canali. Il punto focale della questione diventa il corretto utilizzo del comando gas. Pur avendo una ciclistica tendente al morbido queste moto sono prevedibili e comode da gestire, tanto che spesso e volentieri ti dimentichi di usare le marce. Una volta in sella, questi motori, se dosati con la giusta intensità sono talmente rotondi e progressivi che ti fanno fare fin poca fatica pur avendo una scorta di cavalli senza fine.
Husqvarna con la nuova gamma già pronta presso tutti i concessionari si conferma tra i principali attori del mercato enduro competizione e l’attenzione al prodotto unitamente ad un’efficace distribuzione stanno generando numeri da capogiro, segno che l’azzardo del 2013, nonostante le difficoltà e relative problematiche, è stato il segreto del successo del marchio svedese.
Berropoto01 mi dai qualche lezione in merito ?