Kawasaki Z125 m.y. 2019, il test della naked in verde
Il mondo delle due ruote ha bisogno di riconquistare i sedicenni che, negli ultimi anni, sembrano meno interessati alle mitiche "125".
Le Case motocicliste stanno investendo per far tornare in auge questo segmento e, ora come non mai nell’ultimo decennio, i giovani hanno una vasta scelta di modelli tra cui scegliere, non solo carenate, ma anche naked. KTM, con la Duke 125, è il Marchio che più ha avuto successo, ma adesso deve vedersela anche con Aprilia, Yamaha, Suzuki, Honda… ma non solo: quest’anno Kawasaki ha presentato la nuova Z125 (insieme alla Ninja 125). La piccola nuda di Akashi si fa notare per il suo look da vera "Z" (l’avrete già vista prima a Intermot e poi a EICMA 2018), ma è arrivato il momento di saltare in sella e raccontarvi come va. Leggetevi l’articolo, e guardate il video in copertina!
Com’è
Esteticamente, i tecnici Kawasaki hanno fatto un ottimo lavoro: la nuova Z125 è curata nei dettagli e le plastiche sono di buona qualità e hanno un buon accoppiamento. La parte frontale ospita un faro dalle linee appuntite in puro stile Z, e anche i fianchetti laterali le donano un tocco di aggressività. Il serbatoio (da 11 litri) e il codino sono condivisi con la sorella carenata, ma la sella è leggermente più alta: 815 mm contro i 785 della Ninja 125 (come optional è disponibile la sella ribassata di 25 mm). Ovviamente, sulla Z125 c’è il manubrio che offre una seduta più dritta e confortevole. La sella del passeggero è molto stretta, come una vera sportivetta, e sotto è presente un piccolo vano dove riporre, per esempio, il blocca-disco. Sopra al faro anteriore è stato posizionato un cruscotto totalmente digitale, con le informazioni fondamentali quando si è in marcia: numero di giri motore, velocità, livello carburante, trip e chilometri totali, orologio e le spie di servizio.
Passando al lato tecnico, il propulsore è un monocilindrico (58,0 x 47,2 mm) a 4 tempi raffreddato a liquido con 4 valvole. Il corpo farfallato, con il sistema di iniezione, è da 28 mm e permette di raggiungere una potenza massima di 15 cv (come stabilito dalla legge) a 10.000 giri/min e una coppia massima di 11,7 Nm a 7.700 giri/min. Il motore è abbracciato da un telaio a traliccio in acciaio, con angolo del canotto di sterzo di 23,1°. La forcella è a steli tradizionali da 37 mm, e il monoammortizzatore è regolabile nel precarico su 5 posizioni. Per quanto riguarda l’impianto frenante, sia all’anteriore che al posteriore sono presenti pinze a due pistoncini, che mordono rispettivamente un disco da 290 e uno da 220 mm, con ABS di serie. Le gomme sono strette (100/80 e 130/70) per offrire più percorrenza e agilità, e sono montate su cerchi da 17” a 5 razze sdoppiate.
Come va
Adesso, però, parliamo di come si comporta su strada la nuova Kawasaki Z125. Partiamo subito dalla posizione in sella: come vi abbiamo accennato, il manubrio permette di tenere la schiena dritta, e le pedane abbastanza avanzate offrono un buon comfort anche dopo diverse ore passate alla guida. Inoltre, nonostante le dimensioni compatte della moto, la seduta accoglie anche chi è un po’ più alto: chi scrive, che supera di poco il metro e ottanta, ha potuto apprezzare il generoso spazio per le gambe. I tecnici giapponesi hanno fatto un ottimo lavoro sulle plastiche e sul disegno del serbatoio, per accogliere motociclisti di tutte le taglie, dai più bassi (infatti si poggiano i piedi per terra senza difficoltà) ai più alti.
In città si riesce a muoversi nel traffico senza problemi: la frizione è molto morbida e sotto i 7.000 giri/min le vibrazioni sono quasi inesistenti (superata questa soglia si percepiscono leggermente sulla sella). Invece, Quando ci si trova davanti una strada tutta curve, invece, il divertimento è garantito: la piccola naked nipponica è rapida nei cambi di direzione e stabile in percorrenza. Rispetto alla Ninja 125, bisogna caricare bene l’anteriore in fase di inserimento che, a causa della posizione di guida più rialzata, tende ad essere un po’ più leggerino (e quindi meno reattivo). Un piccolo compromesso a cui bisogna abituarsi se si preferisce il manubrio alto ai semi-manubri. Ottima anche la taratura delle sospensioni: Kawasaki è riuscita a trovare un buon compromesso tra comfort - in un utilizzo cittadino, quando si incontrano i dossi o buche - e sportività, quando si vuole dare un po’ di gas. Veramente una sorpresa l’impianto frenante: nonostante la pompa e la pinza assiale, si dispone di una buona potenza e modulabilità, e inoltre l’ABS non è troppo invasivo.
Per quanto riguarda il motore, la potenza è limitata: sotto i 6.000 giri/min la spinta non è molta, ma superata questa soglia si riesce ad allungare fino a 10.500 giri/min, dove interviene il limitatore. Bisogna farla girare in alto, insomma, proprio come una "vera" 125 degli anni d'oro. Ma il divertimento è anche questo: tante cose da pensare e da fare per iniziare a farla andare (marcia azzeccata, frizione in mano, mollare i freni quando serve). Nonostante si critichino tanto questi nuovi 125, a mio parare anche i 4 tempi riescono ad essere una buona scuola. E lo dice un "2 tempista"!
Per chi è
La nuova Kawasaki Z125 sarà una moto da tenere d’occhio, perché (soprattutto nella colorazione bianca della moto in prova) è una naked veramente interessante e che fa divertire tanto. Sarà disponibile anche in blu o in verde (quest’ultimo più metallizzato che il classico fluo di Akashi. Per quanto riguarda i prezzi si parte da 4.590 euro per la tinta Candy Plasma Blue, e si sale a 4.690 euro per la Candy Lime Green e per la Pearl Flat Stardust White.
La moto arriverà nelle concessionarie ufficiali Kawasaki nel corso del dicembre 2018, quindi sarà disponibile in tutta Italia dal gennaio 2019. Adesso ce ne sono di modelli tra cui scegliere in questa categoria, quindi, cari sedicenni, non avete più scuse: voi quale preferite?
Maggiori informazioni:
Moto: Kawasaki Z125
Meteo: Sole, 18°
Luogo: Malaga (Spagna)
Terreno: Strada
Foto: Kawasaki
Sono stati utilizzati:
Casco: HJC RPHA 11 Quintain MC21SF
Giaccia: Dainese Super Speed D1
Guanti: Dainese Full Metal 6
Stivali: Alpinestars SMX-1 R
Siamo sotto ricatto dei gestori autostradali che non vogliono... siamo la vergogna d'Europa, una enclave africana con regole tutte sue nel contesto europeo.
Tornando invece a questa piccola Kawasaki, non capisco "filosoficamente" la scelta degli uomini Kawa di proporre la loro piccolina 125, che per vendere dovrebbe fare anche leva sull'immaginario del giovane e richiamargli quindi le "grandi" verdone di Akashi da 600cc ed oltre, con il mono-faro, quando è anni e annni ormai che le Kawasaki sportive hanno il doppio faro con occhi da gatto in stile sbk di Johnny Rea.
Scelta incomprensibile questa, quando poi tutti gli altri competitor (Aprilia, Yamaha, Ktm...) hanno sempre cercato giustamente di "scimmiottare" le loro grandi moto proprio per poter godere, a cascata, sulle moto destinate ai 16enni, di quell'aura che avvolge le moto top di ciascuna gamma.
Mha...scelta incomprensibile.
E costava pure uguale farla colì anziché così...