APRILIA RSV 1000 R Edwards
Un nome, una garanziaAd osservarla con le grafiche “ufficiali” la RSV R 1000 Edwards sembra veramente una moto da corsa, se poi fate cadere l’occhio sui particolari…vi domanderete se non lo sia veramente.
Rispetto alle prime versioni la linea è ora meno “voluminosa” e più slanciata, soprattutto nel posteriore, risultando più gradevole.
Le moto pronte per essere “saggiate” sono schierate nella corsia box dell’Autodromo di Monza location azzeccatissima e alquanto suggestiva per la prova di un missile terra-aria come la RSV Edwards.
Anche se ancora adagiate sul cavalletto laterale e a motore spento, esibiscono una quantità di “muscoli” che mette in imbarazzo. Accensione dei motori per la fase di riscaldamento…porcaccia miseria, che rombo!
Per questa nuova versione della RSV 1000, l’Aprilia ha studiato una grafica che richiama le versioni da corsa della sua bicilindrica, oltre che a dotarla della migliore componentistica disponibile sul mercato.
Doppia pinza con attacco radiale che lavora su una coppia di freni a disco Brembo da 320 mm, il tutto montato su di una forcella pluriregolabile Ohlins Racing con trattamento al nitruro di titanio. Mono posteriore, sempre Ohlins Racing, con regolazione dell’estensione, della compressione, precarico e anche del passo. Cerchi in alluminio forgiato, anodizzati. Stesso materiale per la piastra di sterzo, tanto alleggerita da sembrare un gruviera. Abbondanza di fibra di carbonio, materiale con cui sono costruiti i parafanghi, anteriore e posteriore, la palpebra del cruscotto, i supporti marmitte, i deflettori e gli estrattori carena.
Strumentazione completissima (anche se dall’estetica discutibile) che oltre alle funzioni classiche, mette a disposizione un bel cronometro che può registrare fino a cinquanta tempi sul giro (si aziona attraverso il pulsante del passing).
Le novità, non si fermano solo alla pelle della RSV 1000 R Edwards, ma anche il propulsore è stato oggetto di una serie di migliorie.
I tecnici Aprilia hanno ulteriormente affinato e potenziato il bicilindrico longitudinale a V di 60° di 997 cc., aumentandone le capacità “polmonari”.
- Sembra veramente una moto da corsa
I corpi farfallati passano da 51 mm agli attuali 57 mm, mentre anche i condotti di aspirazione sono stati riprogettati. Bielle forgiate e centralina rimappata per adeguare la gestione elettronica del motore alle nuove modifiche. Cambio a sei rapporti ravvicinati.
Grazie a tutto questo, la casa di Noale dichiara 133,28 CV a 9.500 giri con una coppia di 106 Nm a 7.500 giri.
Per i più esigenti l’Aprilia ha messo a punto un Kit Racing (montato sulla moto del nostro servizio) costituito da due terminali “aperti” in titanio, pignone da sedici al posto di quello da diciassette con una eprom appositamente studiata.
Così kittata l’Apriliona mette a terra 136 CV e perde 3 Kg di peso.
Sedersi sulla RSV 1000 R è una piacevole sorpresa, tanto per l’ergonomia dei comandi, quanto per la posizione di guida che risulta tutt’altro che scomoda. Considerando l’estrazione corsaiola di questa moto, gli ingegneri hanno fatto un gran bel lavoro. Niente postura da fantino, o polsi troppo caricati su semi manubri dalle inclinazioni improbabili, la super Aprilia si propone come una, se non in assoluto la più comoda delle superbike sul mercato.
I primi giri di pista, con asfalto ancora umido, fanno risaltare il carattere alquanto trattabile dell’Aprilia, che mette in campo, anzi in pista un “motorone” dall’erogazione spettacolare e che in questa nuova versione spinge forte fino all’ultimo giro disponibile prima dell’intervento del limitatore.
Con la pista che si asciuga, i ritmi aumentano e la RSV risponde con un comportamento eccezionale.
Eccezionale, perché la facilità con cui si lascia condurre da una curva all’altra è disarmante. Niente in questa moto mette in difficoltà il pilota. L’inserimento in curva è preciso e omogeneo, scevro da comportamenti anomali. I curvoni mettono in risalto l’eccellente lavoro delle sospensioni e del telaio, che in nessuna occasione hanno innescato sbacchettamenti oppure “ondeggiamenti”della RSV.
Il motore fionda letteralmente fuori dalle curve la RSV con un “tiro” esente da buchi in erogazione, che permette di percorrere le esse di Monza anche con una marcia più alta senza mai perdere grinta.
Tutto questo senza mai avvertire reazioni nervose del retrotreno oppure della forcella, anche quando la ruota fatica a toccare l’asfalto all’uscita delle varianti. In tutte queste danze, la manovrabilità del cambio non viene mai meno, digerendo le cambiate, in qualsiasi modo gli vengano imposte.
I rettilinei di Monza li conosciamo tutti, sono lunghi e permettono il raggiungimento di velocità molto elevate, il fatto è che terminano tutti con delle staccatone da panico, ma non per la Edwards.
L’impianto frenante potente e modulabile, il sistema antisaltellamento PPC adottato per il posteriore e la perfetta ergonomia della posizione di guida, permettono delle staccate al vertice della categoria, con un impegno minimo.
Il fatto stesso che le velocità sui rettilinei siano notevolmente più basse rispetto alla concorrenza a quattro cilindri del sol levante, ma che i tempi sul giro siano in molti casi migliori, ci danno l’idea del comportamento estremamente positivo della RSV 1000 R Edwards nei tratti misti, nelle velocità di percorrenza in curva e dell’efficacia in frenata.
Insomma, facciamo i complimenti al team di tecnici che ha saputo “amalgamare” in modo sapiente tanti elementi, raggiungendo un risultato d’eccellenza nel panorama motociclistico.