KAWASAKI Ninja 636 ZX-6R
Lo squalo verdeForte di un look racing replica senza compromessi, in particolar modo nella colorazione verde acceso, tipica delle Kawasaki sportive, la Ninja seicento, anzi seicentotrentasei per l’esattezza visto che la cilindrata effettiva è di 636 cc, può contare su di una dotazione ciclistica ed un motore al top.
Per quel che concerne il design, c’è poco da dire, basta una breve occhiata, per capire le “intenzioni” tutt’altro che pacifiche della ZX-6R.
Il muso da squalo caratterizzato dalla coppia di gruppi ottici “accigliati”, separati dalla presa d’aria dell’air box, incute rispetto. Linee forti e tagli netti caratterizzano le carene ed il serbatoio, ma la parte del leone è attribuita al codone, anzi codino viste le dimensioni. Come una lama, quest’ultimo spara verso il cielo, incattivito ulteriormente dal gruppo ottico posteriore che sfoggia un look, concedetemi il termine,“demoniaco”.
Il terminale di scarico da parte sua, segue in parallelo lo slancio della coda ostentando un posizionamento in puro stile mortaio.
Sempre dal punto di vista estetico, il forcellone posteriore, risulta meno appagante rispetto alla concorrenza, privo com’è di una capriata di rinforzo che fa tanto SBK.
Le finiture sono di ottimo livello, così come i materiali usati. Solo un paio di particolari non mi hanno convinto più di tanto. Il primo è la piastra di irrigidimento saldata in modo approssimativo tra le due travi del telaio reggisella, mentre il secondo è rappresentato dal solito e antiestetico snodo degli specchi retrovisori, che secondo le ultime tendenze è lì in bella vista, viti comprese.
Il ponte di comando è caratterizzato dalla mini strumentazione digitale che ben conosciamo, esteticamente appagante, ricchissima di informazioni utili, ma dalla leggibilità non proprio entusiasmante, in particolar modo per quanto riguarda il contagiri.
- Il muso da squalo caratterizzato dalla coppia di gruppi ottici “accigliati”, separati dalla presa d’aria dell’air box, incute rispetto
Niente da segnalare a livello di blocchetti elettrici, che come da tradizione nipponica sono ergonomici e ben rifiniti, mentre mi ha lasciato perplesso la mancanza della regolazione della distanza della leva frizione, montata su modelli Kawasaki ben più economici.
In pieno boom di scarichi sottosella, che hanno decimato o ridotto all’osso i vani sottosella, la seitresei, sfoggia un portaoggetti di dimensioni decorose, nel quale si riesce facilmente a sistemare una catena antifurto e qualche altro oggetto di piccole dimensioni.
La dotazione ciclistica è quanto di meglio si possa desiderare su di una supersport, a partire dall’avantreno che sfoggia una forcella Kayaba a steli rovesciati di 41 mm (prima moto nella sua categoria a essere dotata di questo tipo di sospensione) accoppiata ad un sistema frenante che prevede due dischi da 280 mm con pinze a quattro pistoncini dall’attacco radiale (anche in questo ha fatto scuola....).
Meno impressionante ma sempre di alto livello la dotazione “posteriore”, che prevede un forcellone in alluminio con sezione esagonale e leveraggi progressivi, al quale viene accoppiato un mono pluriregolabile.
Il cuore della ZX-6R è rappresentato dal quattro cilindri raffreddato a liquido distribuzione a sedici valvole di 636 cc., che come buona tradizione della categoria seicento, costituisce il top del know-how tecnologico dei vari costruttori.
Se escludiamo la cilindrata, sono ben pochi i punti di contatto con la vecchia versione del quattro cilindri Kawasaki, tutti i componenti sono stati rivisti per migliorarne le caratteristiche prestazionali. Notevole il passo avanti compiuto per quanto concerne l’alimentazione del propulsore, abbandonati i carburatori la ZX-6R monta un più prestazionale impianto di iniezione del carburante, con corpi farfallati da 38 mm.
La rivisitazione completa del motore ha portato la Ninja su livelli di eccellenza sia per potenza che per coppia erogata. Stiamo parlando di ben 118 cv (87 kw) a 13.000 giri che diventano addirittura 124 cv con il Ram Air (...la cassa filtro in pressione...), mentre la coppia è pari a 6,8 Kgm (67 Nm) a 11.000 giri. Considerando i 161 chili dichiarati (a secco...) il quadro prestazionale è di quelli appetitosi.
Salire in sella alla ZX-6R anche solo per un breve spostamento, magari il tragitto casa- lavoro, vuol dire iniziare una sessione di prove libere, nel senso che la posizione di guida è di quelle senza compromessi, pistaiola a mille!
Busto caricato in avanti, gambe a ranocchio, palmo delle mani che grida piètà dopo pochi metri, ma anche un sound del quattro di Akashi che invoglia a spalancare il gas senza ritegno ad ogni semaforo, con un rumore di aspirazione che le prime volte lascia senza fiato.
Le premesse c’erano tutte, le conferme anche!
Il motore gira sornione ai bassi, senza evidenziare strappi o incertezze nell’erogazione, aiutato da un comparto trasmissione privo di ombre. La frizione, tutt’altro che pesante da azionare, non mostra mai segni di affaticamento anche dopo aver subito vari strapazzi.
Anche se il peso contenuto e la fluidità del propulsore vengono incontro, utilizzare la Ninja in città, è una sofferenza sia fisica che psicologica.
La situazione migliora parecchio sui percorsi misti, dove la ZX-6R mostra delle doti ciclistiche da riferimento, con un avantreno in stile Kawasaki, di quelli che dove lo metti sta, ed una rapidità nei cambi di direzione che si avvicina più a quella di una quarto di litro sportiva che non ad una seicento supersport. Le sospensioni lavorano bene, ma come è giusto che sia su di una sportiva, sono decisamente rigide anche con la taratura standard, se poi aggiungiamo la sella scarsamente imbottita si capisce perchè le terga non sono affatto contente.
I
l motore rispetto al precedente modello, ha perso qualche cosa in basso, ma ai regimi medio alti è decisamente una furia. Caratteristico il rumore di aspirazione che copre totalmente il rombo del motore agli alti regimi e che inebria il pilota (cioè il sottoscritto) a tal punto da portarlo ad utilizzare meno del dovuto il cambio per fare girare alto il motore e rendere partecipe della libidine chiunque nel raggio di mezzo chilometro.
Ma è nell’utilizzo in pista che emerge il vero carattere della Ninja, tutto quel che suonava male in strada, diventa musica sinfonica in mezzo ai cordoli di un circuito.
La posizione di guida sacrificata nell’utilizzo stradale, si adatta perfettamente a quello pistaiolo. Leggera e rapida da inserire nelle curve più lente, la ZX-6R dimostra di essere stabile e precisa nei lunghi curvoni in appoggio situazione in cui dimostra anche una notevole luce a terra.
Il motore da parte sua sfodera tanta grinta da lasciare perplessi sul fatto che sia un seicento di serie e permette di uscire dalle curve come delle saette allungando e spingendo come un settecinquanta di qualche tempo fa...poco tempo fa!
I freni, che nell’utilizzo stradale difficilmente si affaticano, confermano di essere ottimi sia per potenza che per modulabilità anche nell’utilizzo esasperato in pista.
Insomma tra i cordoli la Verdina, soprattutto se ben gommata, è un brutto cliente per tutti, grandi e piccini (di cilindrata) e diverte sia il neofita dei circuiti che lo smanettone termocopertato e carrellato. Tutto questo per 9.899 Euro, quotazione allineata alle concorrenti più blasonate.
A proposito, vi state chiedendo se mi sono dimenticato di un eventuale utilizzo con il passeggero? No non l’ho dimenticato, ma voi è meglio che ve lo scordiate!