RIEJU Marathon 250
Bienvenido Marathon!Per chi non la conosce, Rieju è un'azienda che esiste dal 1934 ed è sempre stata leader nei segmenti 50-125, sia in Spagna, paese nativo, che in Francia. Solo in tempi recenti, grazie al cambio di tendenza del mercato in Italia, dove gli scooter hanno per anni monopolizzato i sogni degli adolescenti, l’azienda spagnola ha deciso di tornare all’attacco nel Bel Paese, forte di una gamma ben articolata.
Due anni fa infatti ha compiuto il grande passo e ha fondato la Rieju Italia, che, sotto la direzione di Mirko Torri, si sta costantemente muovendo al fine di fare conoscere e promuovere adeguatamente questo marchio storico anche sul territorio italiano.
Non solo, ma dopo diversi anni di assenza dal mondo delle competizioni fuoristrada, la casa madre ha deciso di rientrare, per l’anno 2010, in un segmento che le ha portato numerosi successi, rimanendo fedele alle scelte fatte dalla famiglia Riera Tarres, attuale proprietaria, improntate verso la realizzazione di moto di alto livello.
- 6.500 euro + iva per la piccola 250 e soli 100 euro in più per la 450
La tradizione di questa Casa è a dir poco stupefacente tanto che, come in principio, ancor‘oggi la ditta spagnola presta grande attenzione alla qualità, garantendo, ad eccezione di alcuni scooter, la produzione 100% made in Spain.
Con queste premesse è facile capire perché Rieju è in costante espansione, sia come struttura, che oggi vanta ben 150 dipendenti e 20 distributori, che come modelli (27), ai quali si affiancano le nuovissime regine del fuoristrada. Dopo 2 anni di intensi e approfonditi test con il pilota Garcia nel campionato spagnolo, per il 2010 viene finalmente definita e commercializzata la nuova gamma Enduro Racing, chiamata Marathon, nelle versioni da 250 e 450 cc.
Mission del progetto è la ricerca della massima prestazione, facendo però, allo stesso tempo, grande attenzione al prezzo di acquisto, fissato tra i più bassi del mercato attuale, ovvero a 6.500 euro + iva per la piccola 250 e soli 100 euro in più per la 450. Per raggiungere questo doppio risultato Rieju non ha investito follemente su soluzioni innovative o rivoluzionarie, ma si è impegnata profondamente nella ricerca e selezione dei migliori componenti per l’enduro ora presenti sul mercato. Ha dunque sacrificato alcune ipotesi troppo complesse, tra cui la scelta di un telaio in alluminio ipotizzato durante la fase prototipale, e si è affidata a strutture già collaudate e affidabili da tempo, adottando il telaio Gas Gas per la 250 ed il telaio Sherco per la 450. Prodotti di altissima qualità quindi, essenziali per realizzare un prodotto competitivo fin da subito, ai quali si affiancano altre ditte leader tra cui Marzocchi per le forcelle Shiver da 45mm, Sachs per il mono, Big One per il silenziatore in alluminio, Tagasako Excel per i cerchi, Michelin per le gomme di primo equipaggiamento, Brembo per le pinze e Galfer a margherita da 260 e 220 mm rispettivamente all’anteriore e posteriore per quanto concerne i dischi freno. Molto bello anche il forcellone posteriore nero, anch’esso di derivazione Gas Gas, che dona un tocco decisamente racing.
La prova. Sottobosco e fettucciato sono il suo pane quotidiano
Moto.it è tra i primi a testare una delle nuove nate di casa Rieju e vi confermiamo che la piccola 250 è stata una vera e propria sorpresa. Ancor prima di salire in sella balza subito all’occhio la snellezza della struttura: il telaio a doppia culla in acciaio alloggia divinamente il propulsore Yamaha, tanto è vero che normali lavori di manutenzione in questa configurazione risultano molto più semplici in quanto c’è molto più spazio per mettere le mani, e anche il serbatoio è stretto e di poco ingombro, pur consentendo un pieno di 9,5 litri. Le altre sovrastrutture invece ricalcano le dimensioni e forme delle Gas Gas di ultima generazione. Le linee strutturali si confermano estremamente classiche così come l’abbinamento cromatico bianco e verde che la rendono sobria ed allo stesso tempo particolarmente elegante.
Una volta in sella questi accorgimenti sono ulteriormente apprezzabili in quanto la posizione in sella è perfettamente naturale ed istintiva. Tutti i comandi sono posizionati correttamente, anche la ghiera di selezione luci, decisamente hi-tech seppur di notevole dimensione, è particolare e funzionale; il manubrio di doppio diametro Magura è bello alto e con un piega abbastanza piatta, cosa che consente un buona impugnatura, anche durante la guida in piedi.
La distanza sella pedane è un poco sacrificata, specialmente per piloti alti come me, ma la consistenza della spugna e la sua ergonomia fanno si che gli spostamenti sul piano d’appoggio avvengano con estrema semplicità. Quanto alle geometrie di sterzo, è necessario prendere un po’ di confidenza. L’inclinazione di sterzo dichiarata infatti, pari a 28mm, inizialmente sembra essere davvero poca in quanto si gira in un fazzoletto con un’agilità da riferimento. Le curve sul piatto, i tornanti, i tratti tortuosi tra le piante sono il pane quotidiano per la piccola 250. Questa prerogativa però penalizza la stabilità nel veloce e nel brutto: su terreni sconnessi e rocciosi si percepisce un senso di leggerezza all’avantreno.
Le sospensioni lavorano in discreta armonia, sia la Marzocchi Shiver da 45mm, ormai collaudata da tempo come prodotto affidabile ed efficace, sia il mono Sachs, in configurazione PRS, riescono a copiare con cura le asperità del terreno, evitando colpi e scartate improvvise. Il setting di fabbrica è chiaramente impostato ad un uso più amatoriale del mezzo, ma agendo sulle regolazioni è possibile ottenere un buon sostengo anche per un utilizzo più spinto. Solo il mono a volte tende ad essere poco prevedibile in quanto il ritorno risulta un po’ sfrenato sulle buche in staccata a velocità sostenute.
Parlando del motore, possiamo confermare che la base è già una delle migliori in circolazione. La Yamaha WR 250 F infatti è da sempre il punto di riferimento per le moto off-road in termini di elasticità e fluidità di erogazione. Rieju non si è limitata ad adattare il motore al nuovo telaio, ma allargando i passaggi dell’olio, è riuscita ad ottenere una potenza erogata di circa 30 cavalli. Questo si traduce in una maggiore prontezza ai bassi e medi regimi e di un’ottima schiena fino a fondo corsa, dove però tende a frullare perdendo di spinta. Il cambio a 5 rapporti distribuisce uniformemente la potenza, e sebbene sia importante scegliere sempre la marcia giusta è altrettanto vero che la coppia di questo 250 è in grado di sopportare anche dei sottocoppia notevoli senza affaticarsi. Anche la messa in moto, possibile sia a pedale che con il magico bottoncino, non ha mai dato problemi, l’unica nota negativa è data dal comando di accensione e spegnimento, che interferisce facilmente con il comando del gas.
A completare il pacchetto delle dotazioni standard (davvero ricco, a differenza di tante concorrenti), troviamo i paramani già installati, il vaso d’espansione del radiatore e un computer di bordo in grado di comunicare anche la temperatura esterna.
Tutto questo pacchetto, assai competitivo e senza ogni dubbio affidabile, non fa andare il peso della moto oltre i 98 kg. Niente male!
Se spesso vi siete domandati come andrebbe una moto fatta con i migliori “organi” delle dirette rivali, ora avete risposta precisa e concreta dalla Rieju.
- Facilità di guida nello stretto e tortuoso | Motore scattante | Componentistica
- Leggerezza dell’avantreno | Distanza sella/pedane