Triumph Bonneville Bobber Black 2018 TEST
Qualcuno l’aveva snobbata e invece la Bobber - proposta Triumph più pazza degli ultimi anni - è stata un grande successo sia di critica che di pubblico. Si tratta infatti del fastest-selling model, come dicono gli inglesi, ovvero quello con le vendite più rapide nei 115 anni di storia Triumph. Ne sono stati venduti 6.000 esemplari.
Triumph ha ascoltato le richieste del pubblico internazionale. E ora sforna la muscolosa Bonneville Bobber Black, la sorella cattiva della Bobber che già conosciamo (e che resterà in catalogo). Mantiene tutti i punti di forza, ma la rende ancora più ignorante con un bel po’ di ritocchi, in particolare nella zona frontale.
Iniziamo dalle livree: la Bobber Black sarà disponibile nel classico Jet Black o in Matt Jet Black, variante opaca più moderna, con prezzi da 14.350 euro e tagliandi previsti ogni 15.000 km.
La base tecnica rimane in gran parte condivisa con la sorella Bobber: il motore è infatti il bicilindrico parallelo High Torque da 1200 cc con fasatura a 270° e con una potenza di 77 cavalli a 6.100 giri e una coppia massima di 106 Nm a 4.000 giri.
Le prime differenze si hanno nello scarico, che ora sfoggia una nuova unità a doppia camera con silenziatori a cerbottana e taglio a fetta di salame. Il catalizzatore è nascosto fra i collettori. L’acceleratore è ride-by-wire con due mappature (Road e Rain) e il controllo di trazione è disinseribile. Arriva poi il cruise control, azionabile con un solo pulsante sul blocchetto elettrico sinistro.
I cambiamenti macroscopici sono davanti al naso del pilota. Abbiamo una nuova forcella Showa a cartuccia con steli da ben 47 mm (41 sulla Bobber), con 90 mm d’escursione, che accoglie un inedito pneumatico 130/90 anteriore da 16 pollici (19 sulla standard). Invariata la sospensione posteriore, con monoammortizzatore progressivo e forcellone a gabbia oscillante, che simula la tipica linea hardtail. Troviamo pneumatici Avon Cobra sviluppati specificamente per la Bobber Black. A frenare ci pensa l’impianto Brembo, dotato di ABS Continental di serie. Due i dischi anteriori, da 310 mm, lavorati da pinze assiali Brembo flottanti a due pistoncini (la Bobber ne ha uno solo); al posteriore troviamo un disco singolo da 255 mm con pinza monopistoncino.
Ci sono diverse variazioni anche dal punto di vista estetico, con il nuovo faro a LED da cinque pollici con luci diurne e logo integrato nell’alloggiamento del faro, che fa il paio con l’unità posteriore, anch’essa full-LED. E poi troviamo tutti i dettagli che conferiscono un look total black: scarico completo, pedane e relativi comandi, leve a manubrio e il manubrio stesso, completo di riser, base sella, coperchi motore, cornice del faro e mozzi giocano fra nero opaco e lucido per creare un tema di contrasti molto elegante.
E’ poi ampia la disponibilità di accessori, sono infatti 120 le proposte per rendere più bella o prestazionale la Bobber Black: citiamo il Monoammortizzatore Fox regolabile, i silenziatori Vance & Hines in alluminio, manubrio ape-hanger, specchietti, indicatori direzione, parafanghi accorciati, selle e valigeria.
Come va su strada
Abbiamo beccato un temporale della miseria. E qui la Bobber Black protegge poco, anzi: nulla. Appena è uscito il sole, siamo poi incappati in una bionda californiana che faceva l’autostop. Ma anche qui c’è andata male: la Bobber il passeggero non se lo fila manco in fotografia. Dai, stiamo scherzando ragazzi. Però è vero che la Black non ama gli acquazzoni ed è pure vero che non digerisce le passeggere. Pazienza. Non nasce per viaggiare riparati come sulla Tiger 1200 e la coda (finta) rigida mono-sella è proprio il suo bello. Altrimenti che Bobber sarebbe?
Su strada – quando c’è il sole possibilmente – si apprezza l’ergonomia corretta, con una sella comoda (e regolabile nella distanza dalla strumentazione) e un bel manubrio largo. Si toccano i piedi che è un piacere (690 mm separano il sedere dal terreno), il motore scalda poco e le sospensioni, pur con poca escursione, sono oneste nell’assorbire i colpi. Certo, sul pavé non fanno i miracoli, ma dovremmo prendercela coi nostri politici più che con le molle della Bobber.
Il motore di 1200 cc conferma le doti che ci hanno fatto innamorare sulla versione standard. Non è un mostro di potenza, ma ha coppia a vagonate. Riprende con qualsiasi marcia da meno di 2.000 giri, ha un sound pacato ma deciso e un cambio a 6 marce molto morbido e preciso. Tra le curve basta tenerlo tra i 2 e i 4.000 giri per sentire la sua spinta sempre presente e potente. La frenata a doppio disco non ci ha stupito più di tanto; la potenza è grosso modo invariata, mentre la risposta punta – giustamente – sulla dolcezza d’intervento.
Eravamo di curiosi di provare la nuova ruotona da 130 mm di larghezza, sulla carta un limite alla maneggevolezza della Bobber. In realtà si avverte pochissima differenza: la Black è meno agile alle basse velocità (fino ai 60 km/h), più che altro per via del peso maggiore (237 kg contro 228). Oltre questo limite si avverte invece l’appoggio sicuro offerto dalla grossa spalla delle nuove Avon. Di fatto la Bobber Black è ancora una signora moto tra le curve, dove si muove in piena sicurezza senza disdegnare la guida anche brillante (ma occhio alle pedane che toccano presto).
Un difetto? L’autonomia del piccolo serbatoio da 9,1 litri. La Bobber non consuma tanto, ma dopo 160 km di guida è meglio iniziare a cercare un benzinaio.
Abbiamo usato
Casco Xlite X802R
Giacca in pelle Rev’It!
Guanti Rev’It! Sand3
Jeans OJ
Scarpe X-Blend TCX Boots
Maggiori info
Luogo: Marbella, Ronda
Meteo: da 5 a 15°, pioggia e sole
Tester: Andrea Perfetti (184 cm, 87 kg)
Foto: Kingdom Creative
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ghero1, Bergamo (BG)personalmente rimango dell'idea che una moto in generale deve sempre avere 2 posti,per girare e godersela in compagnia..non la comprerei mai
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passionerossogrigia, Milano (MI)bella imperfetta e cattiva.... Mi piace. Scuote i sensi!