TRIUMPH Bonneville T100
Stile senza tempoCara, vecchia Inghilterra
L’essenza della motocicletta. Un telaio in acciaio ad alta resistenza, un motore bicilindrico allo stesso tempo semplice e personale, due cerchi a raggi, un bel manubrio diritto e un sellone come non ne fanno più, a prova di moglie o fidanzata.
Sono questi gli ingredienti sapientemente amalgamati tra loro della moto British per eccellenza, Triumph Bonneville.
T100 è la versione accessoriata - gli imbonitori televisivi direbbero full optional – della moto inglese figlia degli anni ’60.
A quel periodo si rifanno le cromature, l’ostentata eleganza e l’aria un po’ snob. Le qualità dinamiche e l’affidabilità sono invece figlie dei giorni nostri.
Gli eterni nostalgici dovranno quindi rassegnarsi a non smanettare più con il cacciavite sul carburatore, sostituito dai corpi farfallati dell’iniezione che ne richiamano le fattezze esteriori. Al bando anche i frequenti trafilaggi d’olio, piaga dei vecchi motori made in England.
Tecnica. Evviva la semplicità
Il cuore pulsante della moto è un tributo all’altra Bonneville, quella d’annata. Lo schema resta infatti quello del bicilindrico parallelo fronte marcia raffreddato ad aria. Gli 865 centimetri cubici sviluppano una potenza di 68 cavalli a 7.500 giri/min e una coppia massima di 69 Nm a soli 5.800 giri/min.
L’iniezione elettronica e il catalizzatore allo scarico fanno rientrare tranquillamente la moto nei parametri previsti dalla normativa Euro 3.
- L’essenza della motocicletta
La trasmissione finale poggia su di una solida catena, mentre il cambio è a 5 marce.
Anche la ciclistica punta sulla massima solidità e presenta un robusto telaio in tubi di acciaio a cui sono accoppiati una forcella telescopica ecc con steli da 41 mm di diametro e due ammortizzatori regolabili nel precarico. Rigorosamente cromati, al pari dei carter motore e degli scarichi in acciaio inox muniti di silenziatore finale a bottiglia.
La frenata è affidata a un impianto a tutto disco davanti una pinza a due pistoncini morde il disco da 310 mm, mentre posteriormente lavora un disco da 255 mm. I cerchi a raggi hanno diametro di 19” all’avantreno e di 17” al retrotreno. Ma sono altri i numeri che attirano la nostra attenzione e ci rivelano le attitudini della Bonneville.
In primo luogo il peso a secco (205 kg) e l’altezza contenuta della sella (770 mm) che fanno della T100 una moto adatta anche al pubblico femminile.
Il serbatoio da 16 litri e i consumi contenuti (si superano tranquillamente i 15 km/l nel ciclo misto urbano/extraurbano) regalano infine una buona autonomia alla bicilindrica inglese.
Sul piano estetico, detto dei diversi richiami vintage di cui Bonneville è ricca, annotiamo tra i pregi della moto la chicca dell’elegante serigrafia sul serbatoio realizzata a mano dalle abili mani dei tecnici Triumph.
Su strada. Noblesse oblige
Abbandoniamo gli abiti del motociclista moderno, attirato dalle potenze iperboliche e dalle mille diavolerie elettroniche – siamo ormai nell’era del cambio automatico e del controllo di trazione – per calarci nei panni del gentleman rider.
Come un vino invecchiato in barrique, Bonneville va gustata senza fretta. Ama la guida fluida, rotonda, priva delle spigolosità tipiche di certe moto attuali ultra professionali.
Il blocchetto d’accensione è posto sul lato sinistro del fanale anteriore, a differenza della serratura del bloccasterzo che si trova sulla destra. Una piccola scomodità che obbliga a utilizzare due chiavi diverse.
L’avviamento è immediato, il bicilindrico dai primi istanti di vita gira pulito, con un borbottio personale, ma estremamente civile.
L’ergonomia in sella è tale da accogliere senza problemi piloti dalle taglie più disparate. Il manubrio largo si impugna bene, i comandi sono morbidi e il sellone è più comodo di una poltrona in pelle Frau.
Solamente la distanza manubrio/sella, se da un lato distende la braccia a tutto vantaggio del comfort di guida, dall’altro non permette di caricare l’avantreno e di “sentire” il contatto dello pneumatico sull’asfalto.
Poco male, con la Bonneville non si cercano i limiti di piega delle gomme (anche perché le pedane toccano presto a terra, invitando a una condotta più morigerata).
Molto meglio godersi i frutti del bicilindrico inglese. Già dai 2.000 giri/min l’andatura è priva di sussulti ed irregolarità, merito della coppia massima da motore elettrico che ci porta sino ai 5.000 giri/min in un crescendo estremamente lineare.
Oltre questo regime e sino agli 8.000 giri, il twin Triumph sfodera una discreta verve, poco in sintonia con l’immagine paciosa, ma apprezzabile in fase di sorpasso o sulle strade collinari.
Agile e maneggevole in città, T100 è ancor più piacevole sui percorsi extra urbani. Il motore è sempre pronto a prendere i giri e il telaio si mostra solido e preciso nei cambi di direzione.
La forcella è adatta al tipo di motocicletta, ha un’escursione contenuta e una buona scorrevolezza.
Diverso il giudizio sugli ammortizzatori posteriori, che lamentano una risposta brusca sulle sconnessioni dell’asfalto e un ritorno idraulico leggermente sfrenato.
L’imbottitura abbondante della sella ci mette una pezza, salvaguardando il fondoschiena di pilota e passeggero.
I freni hanno un buon mordente, specie il grande disco anteriore, e una facile modulabilità. Per ottenere decelerazioni importanti è necessario applicare una certa forza alla leva anteriore si tratta probabilmente di una scelta progettuale volta a scongiurare il bloccaggio delle ruote sui fondi viscidi.
Triumph Bonneville T100 è disponibile in 4 differenti colorazioni bicolore e offre, al prezzo di 8.950 Euro, un tuffo nei mitici anni ’60.
Con le comodità, e la sicurezza, tipiche dei giorni nostri.
Pregi
Linea senza tempo – Facilità di guida – Fluidità del motore
Coerente
Bonneville T100 Black