Mondiale Endurance

Cinque cose da sapere sulla 8 ore di Suzuka

- La grande classica dell’Endurance prenderà il via questa domenica. Ecco tutto quello che dovete sapere sulla gara più importante del mondo per le Case giapponesi
Cinque cose da sapere sulla 8 ore di Suzuka

Ultima prova del Mondiale Endurance (che si corre a cavallo d’anno, quindi la stagione è la 2018-2019) la quarantaduesima edizione della 8 Ore di Suzuka sta per prendere il via, con tantissimi elementi di interesse. Dalla rivincita della Kawasaki, beffata lo scorso anno, alla partecipazione dell’Aprilia, ma anche al desiderio di affermazione del team Suzuki SERT, al suo ultimo anno di gare.

Eccovi tutto quello che dovete sapere per apprezzare al meglio una gara che, come avviene per Le Mans nelle auto, è un evento talmente importante da fare storia a sé. "E conta, per una Casa giapponese" come disse una volta il capo di HRC Youichi Oguma "quanto, se non più, di un titolo iridato nella classe regina del Motomondiale".

 

La storia

La prima edizione della gara giapponese si corse nel 1978, fortemente voluta da Soichiro Honda, allora alla guida della Casa dell’ala dorata, che del circuito è artefice e proprietaria. Diverse le categorie in gara, con la classe regina rappresentata da quella TT/F1 che all’epoca rappresentava il massimo della tecnologia per i "quattro tempi" da gara.

La categoria ammetteva al via moto con ciclistica libera e motori derivati dalla serie, ma il regolamento era di manica piuttosto larga, cosa che ha permesso la partecipazione di veri e propri prototipi, come la NR 750 a pistoni ovali nell’edizione 1986.

 

La Honda NR 750 con Malcolm Campbell in sella
La Honda NR 750 con Malcolm Campbell in sella

La gara ha sempre avuto un’importanza primaria per le Case giapponesi, che impegnano fette molto rilevanti dei propri budget racing nello sviluppo dei mezzi per la 8 ore di Suzuka. Mezzi che in passato erano oggetti raffinatissimi, dai quali è successo più volte che avvenisse un travaso verso la Superbike con netti aumenti di competitività, come successo alla VTR/SP di Colin Edwards sul finire del 2002. Ma già nel 1991, Wayne Gardner e Mick Doohan (vincitori di quella edizione) chiesero di trasferire diverse delle soluzioni dalla loro RVF 750 ufficiale alla NSR 500 con cui correvano nel Motomondiale.

A partire dal 1993 il regolamento venne modificato per ammettere solo le Superbike, anche se con il regolamento del campionato All-Japan, spesso differente da quello del Mondiale (ne parliamo più avanti). Nel 2008 c’è stata un’altra rivoluzione regolamentare con l’aumento del numero dei piloti per squadra, passati da due a tre.

 

L'albo d'oro

Non c’è storia, Honda è nettamente la Casa più vincente della 8 ore di Suzuka, con ben 27 affermazioni. Secondo posto per Yamaha con otto vittorie, che ha dovuto attendere il 1987 per conquistare la sua prima affermazione, ma è imbattuta con la YZF-R1 ufficiale da ben quattro edizioni.

Terza la Suzuki, vincitrice della prima edizione con Wes Cooley e Mike Baldwin, che colleziona cinque vittorie. Solo una, infine, per Kawasaki, in quel 1993 che fruttò a Scott Russell il titolo iridato in SBK.

 

La Kawasaki ZXR vincitrice con Russell e Slight
La Kawasaki ZXR vincitrice con Russell e Slight

Fra i piloti, il record di vittorie è detenuto da Tohru Ukawa, salito cinque volte sul gradino più alto del podio. Dietro di lui, citando solo i più famosi, con quattro vittorie troviamo Gardner, Kiyonari e Van Der Mark. Tre vittorie (sempre fra i più celebri) per Baldwin, Edwards, Okada e Slight.

Ma la lista dei vincitori blasonati è molto lunga, perché le Case giapponesi hanno attinto spesso e volentieri (a volta forzosamente…) alle loro squadre del Motomondiale per assicurarsi i servizi dei piloti migliori. E così nell’albo d’oro troviamo anche Haslam, Kato, Magee, Sarron,  Aleix Espargaró , Barros, Checa, Doohan, Haga, Lawson, Merkel, Polen, Rainey, e nientemeno che Valentino Rossi.

 

Come si corre

a otto ore di Suzuka prende il via alle 11:30 e si conclude ovviamente alle 19:30, dunque al tramonto, senza la vera e propria fase notturna delle gare più lunghe. Per questo le moto sono tipicamente dotate di un solo gruppo ottico al posto dell’unità doppia utilizzata nelle 12 e 24 ore, dove la ridondanza è essenziale per non rischiare di rimanere al buio.

 

Tipicamente, si effettua una sosta ogni ora se non addirittura più spesso, perché il caldo asfissiante massacra letteralmente i piloti, che arrivano ad immergersi in vasche piene di acqua ghiacciata per recuperare. Le tute vengono asciugate da appositi ventilatori.

 

Un momento delle qualifiche 2018
Un momento delle qualifiche 2018

Le moto sono sostanzialmente delle Superbike, ma con un regolamento molto più libero rispetto a quello attualmente in vigore nel Mondiale. Vista l’importanza che la gara riveste per le Case giapponesi, le moto sono poco meno che prototipi, e non è raro che i piloti della SBK che corrono la 8 ore tornino al Mondiale rimpiangendo i mezzi che hanno usato a Suzuka.

 

Non vige regime di monogomma, l’elettronica è libera e di fatto i motori delle moto allestite specificamente per la 8 ore vengono spremuti molto di più di quanto non avvenga nelle 24 ore: non è raro che le squadre protagoniste del Mondiale Endurance recitino un ruolo quasi di comparse rispetto ai team e ai mezzi schierati dai team ufficiali giapponesi.

 

I partecipanti

Come già detto, la 8 ore di Suzuka riveste da sempre un’importanza cruciale per le Case giapponesi, che schierano solo per la gara di Casa le loro squadre ufficiali, forti dei migliori specialisti del tracciato e della specialità, in sella a moto che spesso poco hanno a che vedere con i mezzi dei regular del campionato.

Iniziamo da questi ultimi, perché naturalmente questa edizione prevede una vera gara nella gara, con il titolo iridato conteso fra il team Kawasaki France e il leggendario Suzuki Endurance Racing Team, staccati di solo 5 punti. Dietro di loro c’è il team Honda FCC TSR France (Hook, Di Meglio, Foray) che proprio qui, l’anno scorso, vinse gara e titolo.

 

 

Hook in sella alla Honda
Hook in sella alla Honda

Ma passiamo ai piloti: impossibile non iniziare dal dream team schierato da Kawasaki, con Jonathan Rea (che qui ha già vinto con Honda, nel 2012), Leon Haslam (due volte vincitore) e il pilota più in vista degli ultimi tempi, Toprak Razgatlıoğlu. Yamaha si affida a Nakasuga, Lowes e Van Der Mark (appena recuperato dall’infortunio di Misano), mentre il team Honda Red Bull schiera Kiyonari, Bradl e Takahashi. Ma fra i nomi noti vale la pena di citare Guintoli e Kagayama (Suzuki Yoshimura), Aegerter e Xavi Forés, sempre sulla Honda del team HARC-PRO.

Capitolo italiani: ci sarà il nostro Niccolò Canepa, come di consueto in sella alla Yamaha R1 del team YART, ma anche il collaudatore Aprilia Daniele Veghini (ormai un veterano di Suzuka, dove ha corso fin dai tempi della RSV bicilindrica) con la RSV4 di un team giapponese. E poi c’è al debutto il team Grillini, vecchia conoscenza degli appassionati delle derivate di serie passata recentemente all’Endurance. Ora sapete per chi tifare.

 

 

Posso seguirla?

Certo, ma a patto che abbiate modo di vedere Eurosport (canale 212 della piattaforma Sky) che, a partire dalle 4:15 ora italiana trasmetterà in diretta la gara, che prenderà il via alle 4:30.

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