Gran Premio di Spagna, il protagonista è Ivan Cervantes
Puerto Lumbreras, 12 maggio. Non c’è dubbio che con i due Gran Premi d’inizio stagione, in Cile e Argentina, il Mondiale di Enduro ha trovato in Alex Salvini un nuovo, dirompente protagonista. Ma è altrettanto vero che alla ripresa delle ostilità il Campionato, che ha varcato nuovamente l’Oceano per “atterrare” in Spagna e tornare nel suo continente d’origine, ritrova uno degli eroi più rappresentativi della sua Storia moderna, Ivan Cervantes. Lo spagnolo, tornato a correre con il Team KTM ufficiale di Fabio Farioli, cancella così, con una doppietta, gli eventuali dubbi (anche per il Pilota) dei due anni di “purgatorio” Gas-Gas, e scopre anche sul piano “pratico” le sue carte, supposte buone e rivelatesi eccellenti. È buono per il Pilota, buono per il Team e buono, soprattutto e con una punta di appassionato “egoismo”, per l’Enduro Mondiale, che mantiene la promessa di un programma di fuoco in quella che, fuori dall’ufficialità ma nell’evidenza del reale, è la classe regina del 2013: la E2.
E2
Pensate, il Campione del Mondo in carica, Pierre-Alexandre Renet, è adesso al terzo posto della provvisoria dopo tre Gran Premi disputati. Lo ha scavalcato Cervantes, che punta ora dritto alla leadeship di Alex Salvini. Nove punti separano Salvini da Cervantes, e altri sette quest’ultimo da Renet. Dire che il Campionato della E2 è aperto è limitante, perché è un tentativo avvilente di quantificare le emozioni. E sull’effetto di queste emozioni sta volando il Mondiale della E2, con un campionario straripante di spunti e di colpi di scena. Il sabato di Puerto Lumbreras, per esempio, è stato da capogiro.
A turno, i tre protagonisti della classe passano al comando, prima Salvini, poi Cervantes e infine Renet, contendendosi un primato che si mantiene incerto sul profilo labile dei secondi. I numeri si sprecano, il pubblico va in delirio. Poi, quando le dinamiche della gara sembrano dare ragione al Campione del Mondo, Renet scivola sull’ultima Extreme e crolla indietro, addirittura al quarto posto. Salvini ci prova, ma non riesce a sfruttare l’opportunità e Cervantes, più “pulito” degli avversari pur senza mai tirarsi indietro sul piano della battaglia, “tiene” più forte di tutti fino all’ultimo e va vincere. Gara memorabile!
E1
Di tutt’altro genere il colpo di scena offerto da Antoine Meo nel sabato del Gran Premio di Spagna della E1. O meglio, più “tradizionale”. Accade sulla prima prova speciale in linea, l’Enduro Test come l’hanno definito senza troppa fantasia. Partito piano, Meo rovina tutto con una caduta, che gli offende un ginocchio e manda all’aria la sua classifica. Ora di tirare fuori i denti. Con l’ultimo tempo della Speciale e un minuto di ritardo, un abisso, “Antonio” riparte dalla tredicesima posizione e, Prova dopo Prova, riesce a salvare il salvabile, nell’ottica del GP, chiudendo al quinto posto.
Nel frattempo, tolta di mezzo la pressione esagerata che Meo ormai da anni è solito infliggere ai suoi avversari, è possibile dare un’occhiata a come si muove la E1 “alternativa”. Sabato, dunque, vince Matti Seistola, il Pilota di Husqvarna (sigh!) che non si aggiudicava una prova di Mondiale dal 2011. Il finlandese regola con sufficiente autorità il connazionale Eero Remes, da quest’anno proficuamente alla guida di una TM, e lo spagnolo Cristobal Guerrero, finalmente libero dalle torture della lunga convalescenza seguita alla sfortunata partecipazione alla Sei Giorni in Sassonia. Lo “special” dura poco e domenica, incurante del ginocchio dolorante, Meo riprende in mano le redini del GP e del Campionato, vince e stacca alla sua maniera ancora Remes e l’eterno Juha Salminen.
E3
Una caratteristica del Campionato della E3 è che è stata assegnata “d’ufficio” al suo detentore, Christophe Nambotin, troppo forte nel finale della scorsa stagione per poter essere messo in discussione. Ma la vittoria dello svedese Joakim Lunggren nella prima giornata cilena del Mondiale, con l’aggiunta della sfortunata domenica argentina (un comando del gas in tilt), ha riaperto le discussioni. Lo stesso Nambotin, alla vigilia del GP di Spagna, aveva lamentato una condizione, soprattutto mentale, non del tutto soddisfacente. La doppia affermazione alla fine del GP di Spagna ristabilisce chiaramente l’ordine dei valori in campo. Salvo sorprese, Lunggren, un quarto e un secondo, e l’estone Aigar Leok, un secondo e un terzo e i postumi di un infortunio, hanno ancora una volta dimostrato di avere le carte in regola per rendere il Campionato “verosimile”, ma non abbastanza birra per poterlo vincere. La doppietta di Nambotin dissipa la falsa nebbia scesa sul Mondiale della E3, e se vogliamo trovare un motivo interessante nel GP di Spagna, questo va visto nella bella gara di Manuel Monni, terzo sabato e ora “candidabile” al podio finale.
Sette giorni per ripensarci, giusto il tempo che separa il bel GP di Spagna da quello del Portogallo, quarto della stagione, in programma il 18 e 19 prossimi per il Torres Vedras bis.