FMI: niente nulla osta per le Road Races
Anno nuovo, polemica vecchia. La Federazione Italiana, con un provvedimento dello scorso dicembre, ha comunicato come non rilascerà il nulla osta per la partecipazione alle gare stradali di velocità su strada all'estero. Una decisione formalmente legata alla nuova polizza assicurativa stipulata con Unipol, che riserva ai titolari di licenza 2018 condizioni migliorative rispetto a quanto avveniva in passato, ma che risponde, di fatto, alla volontà di tutelare la salute dei propri piloti.
La cosa non ha certamente fatto piacere a piloti come Alex Polita o Stefano Bonetti (in foto), che hanno il Tourist Trophy fra gli appuntamenti previsti per il 2018, e che in caso dovranno ricorrere alla soluzione - del resto già utilizzata in tempi passati, quando le corse stradali erano oggetto di completo ostracismo da stampa e diverse federazione nazionali - di partecipare con licenza di diversa nazionalità.
Pur rispettando - e comprendendo, da appassionati - il desiderio di correre dei nostri piloti, è piuttosto difficile non condividere la decisione della FMI, che in effetti ha nel proprio statuto, all'articolo 3.j, il compito di "promuovere la tutela della salute degli atleti". Va peraltro fatto notare come le gare in oggetto (il comunicato cita Tandragee, Cookstown, Frohburger, Tourist Trophy/Manx GP, Macao, Imatra e la 300 Zatáček Gustava Havla) siano sì riconosciute dalla FIM pur senza - con una posizione un po' pilatesca - attribuire loro alcun tipo di titolazione.
Si può sicuramente capire, anche alla luce del parallelo fra le Road Races e gli sport estremi, ma anche al riconosciuto fascino di quel tipo di competizioni, tanto il desiderio di correre dei piloti quanto quello dei fan italiani delle corse stradali di vedere impegnati piloti connazionali in queste gare. Allo stesso tempo, è difficile non capire la decisione della FMI - alla luce di tutto quanto sopra spiegato - di non voler mettere la propria egida sopra imprese che, nel ventunesimo secolo, appaiono decisamente in contrasto con la costante ricerca di sicurezza da parte di organizzazioni, federazioni ed aziende del settore.
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piero.mussano, Settimo Torinese (TO)i vecchietti come me ricorderano che in allora Agostini mayor chief dei piloti del mondiale oltre che piuttosto venale,ogni anno si scagliava sontro gli organizzatori del TT in quanto troppo parchi negli ingaggi,da cio' nacque l'ideuzza di,celandolo dietro ad una parvenza di sicurezza,di farla pagare ai parchi flgli di albione.Detto fatto trovo' subito comprensione presso i burocrati federali ed innesco' il movomento di opinione che porto' all'eslusione di quella gara dal circuito mondiale.Badate bene! quella gara,non la numerosa sfilza di circuiti,finlandia e germania in testa,dove la sicurezza non era in cima ai pensieri degli organizzatori.e questo conferma ulteriormente la mia impressione che questo paese abbia la necessita' di una ripulita morale della quale si sente sempre piu' il bisogno!!! Assucurazione!.....ma va..... piero mussano
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piero.mussano, Settimo Torinese (TO)se ce ne fosse stato bisogno,ecco ribadito ilpilatesco modo di concepire la vita da parte della Federazione,infatti se non ho capito male di sono aggrappati al regolamento(la costituzione di questo sport)rimarcando l'obbligo per la stessa federazione di tutelare l'incolumita' dei tesserati!! Non fa una grinza salvo il fatto che viene totalmente ignorata la volonta'stessa del tesserato.E gia' egli è un cittadino un po' scemo che deve essere tutelato dalle nostre irreprensibili istituzioni! Seguendo questa logica i partecipanti alle Road Races sono degli incoscenti che non possono mettere a rischio la propria vita,oltretutto creando contenziosi robusto alle Assicurazioni che sono la longa manus della finanza nella societa' civile.Questo è un paese impregnato di cattoipocrisia dal quale cerchero'di prendere sempre piu' le distanze!