intervista

Giovanni Castiglioni: “Riporto MV Agusta in pista per realizzare il sogno di mio padre”

- MV Agusta ritorna alle corse con la F3 SuperSport affidata al Team ParkinGO e cercherà di compiere l’impresa di riportare al successo uno dei 3 marchi più vittoriosi di tutti i tempi. Ne abbiamo parlato con Giovanni Castiglioni
Giovanni Castiglioni: “Riporto MV Agusta in pista per realizzare il sogno di mio padre”

 

Schiranna – Ritorna alle corse a partire dal mondiale SuperSport il brand MV Agusta, che con la F3 affidata al Team ParkinGO cercherà di compiere l’impresa di riportare ai fasti sportivi uno dei marchi più vittoriosi di tutti i tempi. Ne abbiamo parlato con Giovanni Castiglioni, Presidente di MV Agusta.

Presidente, il marchio MV Agusta ritorna in pista. Sentite il peso e la responsabilità di un rientro atteso da tutti?
«Assolutamente. Perché MV ha vinto tanto. C’è stato Giacomo Agostini, ci sono state le grandi gare. Però dobbiamo pensare che sono passati 38 anni ed è un’azienda completamente diversa. Questa è un’azienda che è nata 15 anni fa e che nel frattempo è cresciuta moltissimo. Ovviamente il sogno di tutti cos’era? Prendere l’MV, portarla in MotoGP, vincere alla prima gara e vincere il mondiale. Va bene, quello lo sogniamo tutti. Però è al momento un sogno. Nel frattempo cosa potevamo fare? Dovevamo prendere un po’ di coraggio e dire: “noi siamo l’MV, siamo importanti e abbiamo una grande storia. Ok. Però adesso partiamo. Perché se non si parte non si arriverà mai”. Ci siamo quindi detti di incominciare dal mondiale SuperSport che è un mondiale difficile. La nostra moto è molto, molto competitiva. Quella da strada è andata bene nelle comparative e va molto forte, ma dalla strada alla SuperSport c’è un abisso, perché comunque la concorrenza ha un vantaggio accumulato in termini di sviluppo. Io penso però che il primo anno  l’importante sia sviluppare la moto, una moto che ha tutte le potenzialità per fare bene, ed una volta sviluppata al meglio avrà tutte le possibilità di essere competitiva».

Quale sostegno darete al Team ParkinGO?
«Al Team ParkinGO noi diamo ovviamente le moto, i materiali e il sostegno di R&D (Research and Development – Ricerca e Sviluppo, ndr). Questa è la nostra visione di rientro alle corse in quanto noi ora siamo molto concentrati sulla produzione e sulla crescita dell’azienda. Trovavo sbagliatissimo fare un team factory con un reparto corse aziendale, perché quello ci avrebbe distolti dai nostri obiettivi principali. Questa è invece una buona soluzione».

Le gare quindi faranno da laboratorio per lo sviluppo del prodotto?
«Certo! Questa è – a parte l’immagine che ti può dare, se vai bene – in ogni caso un’occasione per avere un bel feedback in termini di sviluppo di prodotto»

Come mai l’anno scorso il progetto con il Team Alstare non è andato a buon fine?
«Sarò molto trasparente. Non è andato a buon fine perché Alstare ha scelto un’altra strada: correre in SBK con la Ducati. E dico la verità: sono contentissimo che sia andata così! 100.000 volte meglio il Team ParkinGO».

Che ambizioni avete? Quali risultati vi aspettate da questo rientro?
«Per me è già bello essere tornati. E questo è il primo step. Sono cosciente del fatto che noi abbiamo girato la settimana scorsa e che tra poco si inizierà il mondiale. Qualcun altro magari avrebbe aspettato un annetto, ma l’importante per noi è partire. Se non faremo bene quest’anno faremo bene l’anno prossimo!»

Non siamo partiti con la SBK quest’anno perché stanno cambiando le regole. Non andiamo ad investire in una SBK che dopo diventa una SuperStock. Ma se la SBK dovesse effettivamente divenire più vicina alla serie, e quindi più vicina alla Stock, per noi sarebbe molto meglio


Se le cose dovessero però andare bene il passo successivo sarebbe l’F4 in SBK?
«Certo, certo. Assolutamente. Non siamo partiti quest’anno perché stanno cambiando le regole. Non andiamo ad investire in una SBK che dopo diventa una SuperStock. Ma se la SBK dovesse effettivamente divenire più vicina alla serie, e quindi più vicina alla Stock, per noi sarebbe molto meglio, perché non essendo nel mondo delle corse da tanto tempo, ma essendo competitivi con la moto di serie, per noi è molto meglio che la Superbike divenga più vicina al prodotto seriale».

Che emozione prova sapendo che questo era il grande sogno di suo padre?
«Quella – perché io sono sempre ponderato in quello che faccio - è stata la cosa che mi ha spinto a farlo. Io di solito tento di non esagerare nel buttare il cuore al di là dell’ostacolo. Perché se è vero che è quello che ha sempre fatto mio papà – e ogni tanto non è la cosa migliore da fare – in questo caso questa è stata la spinta fondamentale. E’ quello che mi ha fatto dire: “Ok, andiamo. Torniamo a correre” ».

Però è il bello del portare il cognome Castiglioni…
«Sì, esatto. È il bello ed è anche il difficile, perché bisogna ricordare che mio papà ha vinto praticamente ovunque. Dalla GP con le Cagiva 500 alla SBK con Ducati passando per il Motocross con l’Husqvarna. Quindi è sempre un “bagaglio” importante da portarsi dietro. Speriamo di fare bene».

Alessandro Colombo

 

  • Biaggi1
    Biaggi1, Tirano (SO)

    Dane-six

    Mi e'piaciuto il tuo post,molto interessante la tua prospettiva!E'anni che anche io penso che tante aziende italiane stanno in piedi solo perché sono talmente grosse che con la scusa che hanno tanti dipendenti e indotto,le tengono in piedi col contributo di tutti noi,a scapito di imprese piccole!Purtroppo e'un"cancro"sociale insito nel nostro DNA paese!!Compro se posso italiano ma non so fino a che punto sia un bene!Cmq evito sempre i post politici,perché mi piace andare sul web per rilassarmi e preferisco trattare"minchiate" sulle corse,ma ripeto col tuo post hai colto"purtroppo"nel segno!!!by by
  • dane-six
    dane-six, Maser (TV)

    MV Augusta e i Castiglioni

    Ricordatevi tutti che i marchi compranti/venduti/svenduti dai Castiglioni hanno sempre beneficiato dei contributi dello stato e teoricamente questi , per una millionesima parte, sarebbero di propietà dei normali contribuenti italiani.
    Ci sono imprenditori che hanno messo anima e corpo per portare avanti le loro aziende, meno conosciute, senza minimamente beneficiare dei contributi a fondo perduto.....
    Forse il figlio non sa quanti contributi sono stati elargiti al papà e allo zio in tempi non sospetti!
    Per le motivazione espresse nell'intervista gli assegno un bel 10.
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