ISDE 2019 Portugal. Day 3. Sanders implacabile, ma sorpasso USA
Portimao, Portogallo, 13 Novembre. Giorno 3. La Sei Giorni Internazionale di Enduro è un Evento mostruoso. Bello, epico, una potenza di tradizione e di storia da far paura. Non a caso è definita l’Olimpiade dell’Enduro. Non solo: è una festa del Motorsport, del Fuoristrada, una festa a tema che neanche il toga party della sezione Delta. Per questo l’ISDE va organizzata come un’occasione da non perdere. Non basta portarla come il fiore all’occhiello, per il Paese e la Federazione che se ne incarica, è una responsabilità verso lo Sport e verso tutti gli Appassionati, partecipanti, tifosi, simpatizzanti.
Per questo va organizzata non bene… benissimo. Oggi si doveva partire con il Vintage Trophy. Siamo interessati, certo, “abbiamo” schierato un tridente da capogiro che è metà della Storia dell’Enduro. Passeri, Rinaldi, Sala, e quindi siamo ferocemente impazienti. Ma non ci sono le fotocellule, e la prova di accelerazione non si può fare. Niente tuffo nella tradizione dell’Evento. Se ne parla il quarto giorno, quando inizia la Gara anche per i “senatori”, arrivati in massa a Portimao.
Fine del sermoncino. Non la facciamo tanto lunga. Partiamo dalle individualità che scrivono la cronaca della 94ma Sei Giorni. Parte benissimo Josep Garcia. Daniel Sanders sonnecchia, non è a suo agio sulla prima del nuovo giro. Si risveglia sulla terza Speciale, quando va in testa Kailub Russell. Stai a vedere che è giornata americana. E infatti nella quarta Robert spara la sua bordata e scavalca tutti. Due americani in testa, Sanders è terzo. La tesi americana è avvalorata. Si torna al duello Sanders-Garcia nella quinta, ma Robert è sempre in testa, Sanders è secondo e Russell terzo. Il momento è magnifico e difficile. Polvere, frecce sparite, il secondo giro dei club annullato per un “imbottigliamento”, ma l’agonismo tiratissimo appassiona.
I tre big di giornata sono racchiusi in cinque secondi. l’Enduro alla sua massima potenza. Poi le ultime due Speciali del terzo giorno, e si torna sui binari del copione delle due giornate precedenti. Vincono Sanders, poi Garcia. L’australiano torna in testa e conclude la terza giornata come le prime due, punteggio pieno. Garcia è quarto, Andrea Verona, grande, è settimo assoluto, Davide Guarneri ottavo.
Altro sermoncino. Filo di ferro sul percorso. Quello delle recinzioni. Sanders e Garcia restano bloccati. Filo attorno a ruota o stivale. Garcia ha perso più del tempo del suo distacco dai primi, Sanders è addirittura volato oltre il manubrio. È andata bene, insomma, me sarebbe apprezzabile che si facesse più attenzione in modo e non si ripetesse.
Quello che non corrisponde al palinsesto dei primi giorni, insieme alla tipologia del terreno e al meteo double face che ha offerto la curiosa alternanza di pioggia, vento forte e secco (= polvere), è il deciso, e decisivo, cambio di marcia degli americani. Sanders è spietato, ma un po’ più solo. Styke è indietro, Green ancora di più, di Phillips si è detto e le cose non sono migliorate. Della compattezza del fronte d’attacco degli americani si era detto, invece. Ecco quello che accade. Taylor è secondo assoluto, Russel terzo e Sipes sesto ma comunque a meno di un minuto. La situazione generale si inverte, gli americani passano al comando e in un colpo solo distanziano gli australiani di un minuto abbondante.
Una Sei Giorni a due facce, insomma. Su una l’effige dell’eroe imbattibile, Daniel Sanders, sull’altra la strategia economica efficacissima della Squadra americana, come si è detto straordinariamente compatta e aggressiva. Gli americani elogiano Sanders, l’australiano fa i complimenti al Team USA.
L’Italia del Trofeo Mondiale si mantiene in scia, sempre più distanziata ma dignitosa. La discriminante sale a 7 minuti circa. Oggi, senz’altro sollecitato dal nostro accorato appello, si è svegliato Thomas Oldrati, secondo migliore dei nostri dopo l’encomiabile, forte Davide Guarneri. La posizione degli italiani tende allo statico. Impossibile, a questo punto andare prendere Australia o USA, ma meglio non addormentarsi sugli allori. In uno strato della Sei Giorni dove i minuti volano, i finlandesi guidati da Eero Remes potrebbero, soprattutto se il tempo dovesse mantenersi “nordico”, diventare almeno un fastidio. La Finlandia, salita al quarto posto dopo il forfait della Gran Bretagna – che dopo Freeman ha perso anche Joe Wootton, ritirato per la lussazione di una spalla nel corso dell’ultima Speciale del giorno – deve comunque vedersela con gli spagnoli, tutt’altro che lontani e arrendevoli.
Trofeo Junior, nulla è cambiato. Sostanzialmente equidistanti, i Team di Australia, USA e Italia guidano il convoglio dell’ex Vaso d’Argento. Anche in questo caso tuttavia, un po’ d’attenzione non guasta. I francesi, che oggi hanno fatto meglio degli Azzurri, sono ormai a meno di venti secondi.
Stefano Passeri, Mario Rinaldi, Giovanni “Gio’” Sala, tocca a voi. Fateci sognare!
Foto: Dario Agrati
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salato, Pistoia (PT)Ho iniziato a leggere l'articolo senza notare il nome dell'autore; al quinto rigo col riferimento al toga party ho riconosciuto l'impronta del grande Piero!
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sandro.marzocchini, Pontedera (PI)Bene seguire in dettaglio le vicende dei protagonisti, ma potreste specificare anche moto e categorie? Con che mezzi corrono gli americani? E gli italiani? Sono moto a due o quattro tempi? Perché sugli articoli di enduro non viene mai specificato in modo puntuale questo tipo di informazione?