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MotoGP. Jorge Lorenzo, un campione ossessionato dalla vittoria [PODCAST]

- 68 vittorie, 152 podi, 69 pole position, 5 titoli mondiali, 2 in 250 e tre in MotoGP
MotoGP. Jorge Lorenzo, un campione ossessionato dalla vittoria [PODCAST]

Oggi parliamo di Jorge Lorenzo: io sono lo Zam, questo è il 99esimo episodio di #atuttogas, il podcast domenicale di Moto.it.

Nato a Palma di Maiorca il 4 maggio 1987, Jorge Lorenzo inizia a correre da bambino, spinto dal papà Chico, uno che interpreta lo sport come una disciplina militare. Come Andrea Agassi con il tennis, Lorenzo arriverà in qualche modo a “odiare” le moto, ottenendo però risultati straordinari.

Jorge debutta nel mondiale a Jerez, nel GP di Spagna 2002. Avendo ancora 14 anni, perde la giornata di venerdì e solo sabato 4 maggio, al compimento del 15esimo anno, può scendere in pista dopo aver saltato i primi due GP della stagione: taglia il traguardo in 22esima posizione con la Derbi 125.

Il primo successo arriva nel 2003, in Brasile e nel 2005 passa in 250 con la Honda: ha 18 anni e ha vinto 4 GP in 125. E’ uno che va forte e ha talento, ma chiude il campionato con il quinto posto nella classifica generale e zero successi. Ma l’ingegnere Gigi Dall’Igna crede moltissimo in Jorge, lo porta in Aprilia e Lorenzo trionfa subito al debutto, a Jerez. Conquista il primo titolo mondiale con otto successi, ripetendosi nel 2007, sempre con l’Aprilia, sempre con Giovanni Sandi al suo fianco. E’ proprio Giovanni che ci racconta che pilota è Jorge Lorenzo.

Nel 2008 passa in MotoGP con la Yamaha. Il debutto è straordinario: tre pole, una vittoria, un secondo e un terzo posto nelle prime tre gare. Nel 2010 arriva il titolo mondiale, e poi ne arriveranno altri due nel 2012 e nel 2015. Con la M1 conquista 47 vittorie, 44 secondi e 23 terzi posti. Numeri impressionanti, ma quello che impressiona di più di Jorge è probabilmente il carattere: è il primo a non affondare di fronte al carisma e alla personalità del compagno di squadra, Valentino Rossi. Maio Meregalli ci racconta Jorge dentro e fuori dalla pista e dal box.

Sia Sandi sia Meregalli sottolineano la grande determinazione e forza di volontà di Lorenzo: il direttore sportivo Yamaha entra più nel dettaglio.

Nel 2017 passa in Ducati per una sfida affascinante, ma le difficoltà sono tante: nella prima stagione Lorenzo chiude il campionato al settimo posto, con tre podi e molta sofferenza. Nel 2018 continua a faticare, ma al Mugello, quando ormai aveva firmato per la Honda per il 2019 arriva la svolta: vittoria, subito replicata nel GP successiva a Barcellona. Trionfa anche in Austria, ma complessivamente, anche quella stagione è al di sotto del suo enorme talento. Perché ce lo spiega il suo capo tecnico, l’ingegnere Cristian Gabarrini.

A livello di guida, Lorenzo viene spesso paragonato a Biaggi: è così? Sandi, che ha vinto titoli mondiali anche con Max non ha dubbi.

Se il talento è indiscutibile, è più difficile decifrare Jorge come uomo, come persona, come carattere. Ce lo racconta Gabarrini

Ma perché uno così ha fallito con la Honda? Risponde Sandi.

In definitiva, si può considerare Jorge Lorenzo come uno dei più grandi campioni del motociclismo?  

#atuttogas torna domenica prossima: un’altra puntata tutta da ascoltare, anche sulle principali piattaforme podcast.

  • Marsi24
    Marsi24, Lodi (LO)

    Senza ombra di dubbio un grande campione, un caratteraccio, uno scomodo che ha sempre detto quello
    he pensava senza filtri,a volte sbagliando, ma sempre diretto, forse proprio per questo mi piaceva un sacco, unico a battere altri due mostri sacri come Rossi nella stessa squadra e con la stessa moto, cosa non da poco,e Marcquez.
    Dopo lo spavento preso quando si è fatto male alle vertebre ha capito di non essere più lo stesso e lo ha portato a chiudere la carriera anzitempo
  • Federico Chiadini
    Federico Chiadini, Forli' (FC)

    Per me ci sono due Jorge Lorenzo, quello 2008-2013, una macchina da guerra, veloce fin da subito in qualsiasi condizione. Specialista sia di prendere e scappare con un ritmo assurdo ma anche stra-efficace e solido nel corpo a corpo. Poi da quella caduta di Assen nel 2013 e dal recupero in inverno qualcosa cambia dal 2014 in poi, diventa meno solido mentalmente se la gara non va come pensa lui, sia nel ritmo che nelle condizioni, più perso in varie situazioni quindi da costante assoluta a più variabile, più umano. Anche nel 2015 con 330 punti fatti ci sono diversi momenti non da Jorge pre 2013... Comunque personalmente top 7 piloti al mondo
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