Naoko Takasugi l'eroina giapponese

Naoko TaKasugi detta Pineapple. L’eroina giapponese tutta grinta e simpatia [VIDEO]

- Sorda dall’età di 2 anni, Naoko è stata più forte della sfortuna. Sfoggia una capigliatura multicolore che assomiglia ad un ananas. Ha corso alla 8h di Suzuka e a Le Mans. Ha 47 anni e nessuna intenzione di smettere.

La prima edizione degli Intercontinental Games che si è disputata a Jerez de la Frontera a fine novembre è stata interessante perché, oltre ad aver introdotto tra i piloti il concetto di “squadra”, abbiamo assistito ad un avvincente testa a testa tra le squadre dell’Asia e dell’Europa, con quest’ultima che ha conquistato il titolo solo nel finale dell’ultima gara. Il torneo ha messo in mostra piloti provenienti da ogni parte del mondo e tra loro c’era anche un personaggio unico, che galleggia tra realtà e leggenda: Naoko Takasugi.

Questa ragazza giapponese è sorda dall’età di due anni, a causa di una forte febbre, ma in Giappone non è diventata popolare per questo motivo, bensì per la sua capigliatura e per la sua grande determinazione. Ha alle spalle una carriera incredibile ed oltre che all’All Japan ha anche partecipato a tre edizioni della 8 ore di Suzuka e ad una 24 ore di Le Mans. Oltre che di un incidente stradale, Naoko è stata vittima di numerose cadute in pista, ma ha soprattutto dovuto fare i conti con il solito problema, annoso e senza confini, della ricerca del budget per poter correre, risolto spesso grazie all’aiuto dei suoi affezionati tifosi.

Come ci conferma in questa intervista, Naoko ha iniziato a gareggiare a 23 anni con le pit-bike ed ora ne ha 47. A Jerez ha corso su una R7, una moto grossa per lei, che è abituata alle Moto3 del Japan GP3, la sua categoria preferita, nella quale conclude spesso le gare nella top ten.

Oltre che per la sua attività in pista la Takasugi è conosciuta per la sua particolare capigliatura multicolore, con i capelli raccolti verso l’alto. Una chioma variopinta che tutti chiamano pineapple, ananas. Lei ne va fiera, tanto che ha fatto preparare degli adesivi che la mettono in evidenza e dove lei sembra un cartone animato. Durante il pit walk mi sono mischiato ai tifosi a caccia di autografi e lei mi ha regalato una sua foto autografata ed il suo adesivo, con tanto di inchini e ringraziamenti.

L’intervista che gli ho fatto è stata abbastanza macchinosa in quanto lei legge il labiale solo se, ovviamente, le si parla in giapponese. Quindi io facevo le domande in inglese all’interprete, che gliele traduceva in giapponese, per poi riportarmi in inglese le risposte di Naoko. Un poco a gesti ed un poco a parole ci siamo capiti, anche perché lei ha una mimica davvero simpatica, e spesso spiega a gesti quello che sta dicendo, come quando mi ha detto che preferisce la sua Moto3 alla R7, o come quando mi ha mostrato la mano gravemente infortunata alcuni anni fa.

Il prossimo anno continuerà a correre nell’All Japan GP3 con una KTM. Gli piacerebbe competere nel mondiale femminile della FIM, ma per lei i costi sarebbero troppo alti.

Al di là della sua gentilezza e disponibilità, Naoko risulta subito simpatica. Trasmette felicità. Il suo viso è sempre sorridente perché lei è felice di poter correre in moto, e quando parla delle sue gare le brillano gli occhi. Ma quando si mette il casco ecco che escono la sua determinazione e la sua grinta, che l’hanno portata a superare il suo grave handicap e tutte le difficoltà della sua lunga carriera. Una carriera che non ha nessuna intenzione di concludere.

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