l'intervista

Remy Gardner: “In SBK il pilota conta ancora molto”.

- Anche se ha provato la R1 solo nei piovosi test di Jerez a dicembre, l’australiano è contento di essere passato in SBK, e non vede l’ora di sfruttare tutto il potenziale della sua moto
Remy Gardner: “In SBK il pilota conta ancora molto”.

Per chi come me ha avuto la fortuna di seguire le gare del mondiale 500 degli anni 80, quelli di Schwantz, Lawson, Rainey e Doohan, è difficile associare il nome di Remy al cognome Gardner, ma ci dovrò fare l’abitudine visto che quest’anno il figlio d’arte australiano correrà con il Team Yamaha GRT nel mondiale Superbike.

Nato a Sidney il 24 Febbraio 1998, Remy ha iniziato con le ruote tassellate, per poi passare ancora giovanissimo alla pista. Il padre lo ha subito indirizzato nei campionati spagnoli, e successivamente al mondiale Moto3, dove ha debuttato nel 2014. Dopo due anni trascorsi nella minima cilindrata, nel 2016 ha corso in Moto2 e si è laureato Campione del Mondo nel 2021. Lo scorso anno ha compiuto il grande salto in MotoGP con la KTM RC16 del team Tech3 KTM Factory Racing, disputando una stagione difficile, al termine della quala ha deciso di passare alla classe regina delle derivate.

Il giovane Gardner ha già debuttato sulla R1 nei test di dicembre a Jerez, ma sia per il contratto che lo legava al Team KTM MotoGP che per la pioggia che ha compromesso le prove, non è stato possibile avere nessun riscontro dei due giorni che Remy ha trascorso con la sua nuova squadra. Ora, scaduti i termini del contratto con la casa austriaca, l’ex campione del mondo Moto2 ha rilasciato alcune interviste, nelle quali ha parlato del suo primo contatto con la moto e con il mondo della Superbike, ma anche della Ducati e di Bautista.

La mia R1 è facile da guidare - questo il parere dell’australiano - e l’erogazione della potenza non è mai aggressiva. Ho avuto subito un ottimo feeling con l’anteriore che non ha mai sbandato una sola volta. Però la cosa più importante è che in Superbike il pilota conta ancora molto. Le moto non sono delle astronavi e ci sono meno dispositivi elettronici. Questo permette al pilota di guidare e di fare la differenza, ed è esattamente quello che sto io cercando in questo momento. Spero di prendere al più presto confidenza con la mia R1 - ha proseguito Gardner - per ottenere il massimo dal nostro pacchetto”. 

Interrogato su cosa pensasse dei suoi nuovi avversari Remy ha dichiarato: “La Ducati è ovviamente molto forte, e penso che con una moto così anche altri piloti riuscirebbero ad andare forte. Probabilmente non come Bautista, ma in passato anche Redding, nonostante la sua mole, ha vinto molte gare con la V4 anche se non mi sembra sia una moto adatta a piloti molto alti”.

L’australiano tornerà in pista ancora a Jerez il 25 e 26 gennaio prossimi, nei test che vedranno al lavoro la maggior parte dei team e dei piloti del mondiale Superbike 2023. Dalla Spagna si trasferiranno poi a Portimao per altre due giornate di prove, il 31 gennaio ed il 1 febbraio.

Il WorldSBK 2023 sta per incominciare!  

  • Paolo7512
    Paolo7512, Albiate (MB)

    Caro Remy con tutto il rispetto che porto a voi piloti (siete extraterrestri confronto a noi appassionati) se sbk il pilota fa la differenza non hai grandi possibilità rispetto ai tre fenomeni
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