SBK 2017. Le pagelle del GP d'Olanda
Quelle di Assen sono state due belle gare, più la prima della seconda, ma hanno dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che questo campionato è sempre più saldamente nelle mani di Jonathan Rea e della Kawasaki. Più che della litigata tra Davies e Rea al termine della Superpole, ricorderemo questo weekend per la stupenda cornice di pubblico e per il solito fantastico parcheggio al fianco della tribuna centrale della “Cattedrale della velocità”, strapieno di moto, nonostante giornate soleggiate, ma estremamente fresche. Pubblico numeroso, caloroso e sportivo che ha applaudito vincitori e vinti. Tra i primi c’è ovviamente la Kawasaki che dopo essersi impegnata duramente durante l’inverno, non molla la presa e continua a lavorare, per dare a Rea la moto che gli serve per esprimere tutto il suo grande potenziale.
I vinti sono tutti gli altri ad iniziare dalla Ducati, che torna in Italia con 32 punti contro i 90 conquistati della casa di Akashi. Dopo gli esaltanti risultati ottenuti nel finale della scorsa stagione e l’arrivo di Marco Melandri le aspettative a Bologna erano molto alte e non è quindi un’eresia parlare di una stagione sin qui molto deludente. E la prossima sarà a Imola, dove è vero che lo scorso anno Davies conquistò una fantastica doppietta, ma è altrettanto vero che nei due anni precedenti a fare doppietta fu proprio Johnny, sia con la Kawasaki che con la poco competitiva Honda.
E a proposito di Honda, il team Ten Kate pur correndo in casa (la sede del team è a pochi chilometri dall’autodromo) ha vissuto un fine settimana alquanto difficile, nonostante il sesto posto di Bradl in gara1. Piloti e tecnici non vedono luce in fondo al tunnel e questo sta rendendo molto problematico lo sviluppo della nuova Fireblade e scontenta lo sponsor Red Bull.
In gara2 il quarto posto di VdMark ha in parte salvato un weekend che per la Yamaha stava diventando davvero catastrofico, dopo che sabato entrambi i suoi pupilli avevano sdraiato la nuova R1 nei prati che circondano la bellissima quanto difficile pista olandese.
Buone notizie dai piloti Aprilia che ad Assen si sono finalmente visti nelle parti alte della classifica. Certo per arrivare a competere per il podio manca ancora molto, ma se non altro i risultati di Laverty e Savadori dimostrano che la casa di Noale si sta impegnando per rendere competitiva la RSV4. Cosa che invece non sembra proprio fare la BMW con la propria moto. Tutto pesa ormai sulle spalle di Torres dopo l’abbandono di Reiterberger e la sua sostituzione con il volenteroso De Rosa, che deve però ancora fare esperienza sulla S1000RR in versione SBK. Infine un plauso alla MV e a Leon Camier, che come l’araba fenice risorgono sempre in gara dalle ceneri delle prove.
PAGELLE
Ecco i nostri voti ai protagonisti delle gare olandesi.
Jonathan Rea – voto 10 e lode – Inutile snocciolare ancora una volta i numeri di questo straordinario campione nordirlandese, che torna da Assen con l’ennesima doppietta, dopo aver anche spazzato via il best lap ed il record della pista. In gara 1 un guasto alla Ducati di Davies gli evita la fatica di doversi impegnare sino all’ultimo giro, mentre nella seconda si può limitare a controllare lo scudiero Sykes. Impressiona la sua vorace fame di vittorie, che i due titoli mondiali non hanno minimamente appagato. Immenso.
Tom Sykes – voto 9 – Sta diventando l’eterno secondo della Superbike, ma esserlo dietro al cannibale Rea non è un disonore. Arriva in Olanda ancora debilitato dal fastidioso virus allo stomaco contratto ad Aragon, che non gli impedisce di arrivare a due decimi dal suo scomodissimo compagno di squadra in Superpole e di salire per due volte sul secondo gradino del podio (anche grazie al harakiri Ducati in gara1). Quando si sarà completamente ripreso vedremo se era solo il virus o se la gara del Qatar lo ha trasformato da rabbioso antagonista a fido scudiero. Abbaia ma non morde.
Chaz Davies – voto 8,5 – E’ l’unico che alla fine si danna l’anima per non soccombere allo strapotere del n.1 della Kawasaki. Ruggisce in Superpole per la scorrettezza di Rea, ma la sua Panigale gli nega poi la possibilità di vendicarsi. Domenica rimonta con grinta sino al podio, pur sapendo che le due Ninja erano imprendibili. Non mollare Chaz.
Marco Melandri – voto 7 – Fatica in prova, ma alla fine conquista la seconda fila. Stava facendo della continuità di rendimento la sua arma migliore, ma la caduta in gara due lo relega a 98 punti da Rea. Speriamo di vederlo più aggressivo nelle prossime gare, specialmente ora che il titolo per lui è diventato un miraggio. Se ci sei batti … le verdone.
Xavi Fores – voto 7 – In gara1 parte dalla terza fila ma resta a lungo nelle prime posizioni con la Ducati privata del team Barni e chiude con un eccezionale quarto posto. Domenica stava replicando un'ottima prestazione quando un problema di gomme lo ha costretto nelle retrovie. Il team Barni si conferma primo dei team privati ma molto del merito va a questo spagnolo, che punta al quinto posto in classifica, subito dietro agli ufficiali Kawasaki e Ducati.
Alex Lowes – voto 5,5 – Il quinto posto in gara2 non basta a salvare un fine settimana da dimenticare per l’inglese della Yamaha che cade due volte in prova, distruggendo la sua R1 e si ripete poi in gara1. E’ al secondo anno nel team ufficiale Yamaha e quindi bisogna che prima o poi dimostri di meritare una moto ufficiale. Se no c’è sempre il BSB.
Michael Van der Mark – voto 6 – L’emozione di correre nel suo autodromo, davanti al numeroso pubblico accorso per applaudirlo lo tradisce nella gara di sabato, ma domenica risale dalla quarta fila sino ad avvicinarsi a Davies. Il talento non gli manca ma deve essere più costante.
Lorenzo Savadori – voto 6,5 – Alti e bassi, proprio come la sua Aprilia. Lorenzo sta andando davvero forte, ma la sua moto mangia le gomme e gli impedisce di essere veloce per tutta la gara. Staziona ormai stabilmente nelle posizioni di vertice della classifica delle gare, ma guidare con le gomme usurate non è facile e in gara2 è ancora una volta scivolato. Ma Savadori c’è.
Stefan Bradl – voto 6 – Non deve essere facile arrivare dalla GP in SBK, su una Honda Red Bull e raccogliere scarsi risultati non per colpa propria. Così come il suo compagno di squadra il tedesco ha sino ad ora dimostrato di essere un grande professionista, ma quanto durerà ancora la loro pazienza?
Roman Ramos – voto 6,5 – La classe operaria va in paradiso. Ramos è un pilota costante e generoso, ma non è facile emergere con una Kawasaki privata, anche se è quella ben curata dal team GoEleven. Il settimo posto in gara1 lo ripaga per il suo impegno e la sua tenacia.
Leon Camier – voto 7 – Dategli una moto competitiva e poi ne riparliamo. Parte dalla quarta fila il sabato e chiude decimo, mentre la domenica prende il via dalla quinta fila e finisce sesto. Più lo mandi giù e più si tira su.
Marvin Fritz – voto 10 – Ci ha tenuti tutti con il fiato sospeso dopo un bruttissimo incidente nella gara della Stock 1000 all’ultima chicane, nel quale viene colpito dalla moto dell’incolpevole Tamburini. Passano quasi 20 minuti prima che l’ambulanza lo porti all’ospedale di Groningen, da dove poi per fortuna giungono in serata notizie rassicuranti. Marvin è cosciente e riconosce parenti ed amici. La più bella notizia del weekend, che ci ricorda un caro ragazzo, un amico, che proprio ad Assen invece non ha ebbe la stessa fortuna. Ciao Alessio Perilli.
Il Campionato è chiuso oramai il monocolo vincerà sul gregge di ciechi.....
Menomale MotoGP quest'anno interessante.
Vedere quidare Rea, che hai tempi Honda era sempre per terra, dritto e rigido come me (che ho 55 anni) fa capire quanto scarso sia il livello del Campionato.
Inguardabili: Ducati Honda Yamaha BMW e Aprilia in mano a dei trombati della classe regina o peggio dei piloti con valigia, mi mette tristezza ... Bayliss Fogarty Chili dove siete ????
Guardate gli spalti: pochi spettatori spettacolo indecente.
Saluti a tutti.