SBK 2019. Due giorni di test per Melandri a Magione
Troppo brutto per essere vero. Questo è stato il mio giudizio dopo Assen, valutando le prestazioni di Marco Melandri, che nel freddo round olandese ha collezionato un dodicesimo ed un quattordicesimo posto. Risultati non solo deludenti, ma davvero preoccupanti, se si considera che nelle due gare il pilota della Yamaha non è mai andato oltre la dodicesima posizione,stazionando sempre tra il dodicesimo ed il quattordicesimo posto.
Un Melandri in caduta libera che si esalta quando le cose vanno bene e si deprime quando vanno male. Ma la di la delle sue caratteristiche caratteriali, Marco ha uno stile di guida molto particolare ed ha bisogno di una moto che gli venga cucita addosso. Una volta sistemata come la vuole lui, i risultati arrivano, e ne sanno qualcosa in Aprilia. Nel 2014 la casa di Noale ingaggiò il ravennate per puntare al titolo mondiale. Il titolo mondiale arrivò, ma con Sylvain Guintoli, in quanto nei primi cinque round Marco raccolse la miseria di un secondo ed un terzo posto, anche se la RSV4 si poteva considerare la migliore delle superbike.
A Sepang però ci fu la svolta. Sulla moto settata secondo le proprie esigenze Melandri fece una fantastica doppietta e nelle successive sei gare conquistò altre quattro vittorie, che sarebbero state cinque se a Magny Cours in gara1 non avesse dovuto regalare la prima posizione al suo compagno di squadra, che era ancora in lotta con Sykes per il titolo mondiale.
Con la scorbutica Panigale V2 il feeling non è mai stato il massimo. Tutti ricordano le incredibili “sbacchettate” in rettilineo che lo costringevano a chiudere il gas. Dopo molte prove e notti insonni, i tecnici della rossa risolsero il problema utilizzando il telaio dell’anno precedente. Un passo indietro che eliminò le sbandate, ma non mise il turbo al ravennate, che da li in poi collezionò solo qualche podio, ma non riuscì più a ripetere l’exploit delle prime due gare vinte sulla sua pista preferita: Phillip Island.
Melandri è sempre stato un pilota discusso, ma penso non si possa discutere che sia un campione e che quando tutto va per il verso giusto le vittorie arrivano, e non sono mai vittorie banali, ma quasi sempre gare dominate.
Dopo il mancato rinnovo con la Ducati, che gli ha preferito Bautista, Marco ha rischiato di restare a piedi e solo una concatenazione di eventi gli ha aperto la possibilità di tornare con la Yamaha, la casa con la quale aveva debuttato in Superbike nel 2011, dopo tredici anni passati tra i prototipi.
Dopo il “solito” buon inizio sulla pista australiana (sulla quale ha vinto in tutte le categorie nelle quali ha corso), sono iniziati i problemi. Gli oscillamenti in rettilineo e la mancanza di feeling in staccata hanno innescato la spirale negativa che si è riflessa sui suoi risultati: 26 punti in Australia, 20 in Tailandia, 9 in Spagna e 6 in Olanda.
Ma il team GRT crede nelle potenzialità del ravennate e sa che con il mezzo giusto potrebbe fare la differenza. D'altronde avere in squadra un pilota come Melandri e non ascoltare le sue richieste sarebbe assurdo, specialmente per una squadra al debutto nel mondiale Superbike. Con il supporto del team ufficiale Pata Yamaha, il team GRT ha organizzato due giornate di test a Magione, il 30 aprile ed il 2 Maggio, per lavorare sulla R1 numero 33 e per provare alcuni aggiornamenti che Lowes e Van der Mark stanno già utilizzando. Con il nuovo format Superbike, nel weekend di gare non c’è tempo per fare esperimenti e prove e quindi se si vogliono risolvere i problemi non resta che fare dei test privati. Le prove sono state a porte chiuse, ma da quanto abbiamo saputo, sembra proprio che i riscontri siano stati molto positivi. E’ presto per dire se Marco abbia finalmente risolto i problemi che sino ad ora gli hanno impedito di ottenere i risultati che gli competono e per saperlo non resta che attendere il responso del prossimo round, che si correrà sulla pista di Imola, anche se quella romagnola non è una delle sue piste preferite (due terzi ed un secondo posto, tutti con la Ducati).
Senza dubbio però la disponibilità e l’impegno della sua squadra e della Yamaha sono state prove di fiducia che faranno molto bene al suo morale.
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Kay7706, Peschiera Borromeo (MI)Una curiosità: che test si possono fare con una Superbike in una pista che va quasi stretta anche ad auto da 150CV?
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Francis2464, Ravenna (RA)A tutto c'è un inizio e una fine. Bisogna solo capire a che punto è la carriera di Marco. E comunque Forza Macio non mollare, anche se col Bautista e il Rea di adesso c'è ben poco da fare, il mondiale è cosa loro.