SBK 2019. Le pagelle di Imola
Prima del round di Imola erano in pochi a pensare che Álvaro Bautista, che sino ad ora aveva dominato tutte le 11 gare disputate, avrebbe dovuto issare bandiera bianca proprio a Imola, in quella che è considerata la pista di casa della Ducati, a pochi chilometri dalla sede dall’azienda italiana. Ma se nei circuiti precedenti tutto era stato a favore di Bautista e della sua Panigale V4, all’autodromo del Santerno è girato tutto per il verso giusto a Rea ed alla sua Ninja. Il missile rosso numero 19, che sino ad ora non aveva conosciuto avversari, sui saliscendi di Imola si è rivelato un cavallo imbizzarrito, che nemmeno le grandi capacità di guida del pilota spagnolo sono riuscite a domare. Le due gare di questo weekend ci hanno restituito un Rea vincente, ma hanno anche sancito il ritorno alla competitività di Chaz Davies, finalmente in grado di sfruttare una moto che sembrava del tutto inadatta alle sue caratteristiche di guida. Quando mancano ancora otto round alla fine del campionato (16 gare intere e 8 gare sprint) Bautista ha un vantaggio di 43 punti su Rea, e resta il favorito per la vittoria finale, ma ora sa che questo mondiale se lo dovrà sudare, e che dal prossimo round di Jerez dovrà guardarsi anche dal suo compagno di squadra.
Bautista, Davies e Rea: vale a dire Ducati contro Kawasaki. E gli altri? Gli altri possono puntare a vincere qualche gara (difficile) o più realisticamente a conquistare qualche podio. Le Yamaha da Jerez saranno cinque, con l’arrivo del team Ten Kate con Loris Baz, ma la quantità non fa la qualità. Anche a Imola i piloti della Casa dei tre diapason hanno svolto il ruolo di comparse, superati in Gara-1 anche dal talento di Razgatlıoğlu con la Kawasaki privata del Turkish Puccetti Racing. Gli ufficiali Van der Mark e Lowes non sono riusciti a salire sul podio, mentre per Cortese e Melandri è stato un weekend da dimenticare.
Le due BMW vanno bene nelle prove, ma in gara corrono a corrente alternata, con risultati inferiori a quelli di molti piloti privati. Sykes ci mette del suo, ma per la Casa tedesca la strada da percorrere verso la competitività è ancora molto lunga.
Visto che la Honda ha deciso di fare sul serio in Superbike, non ci aspettavamo certo che dominasse la scena, ma nemmeno che facesse da fanalino di coda in tutte le gare. Possibile che non si possa far meglio?
Quello di Imola è stato un weekend importante per il mondiale Superbike, e lo sarebbe stato ancora di più se la pioggia non fosse arrivata a rovinare la giornata di domenica, causando l’annullamento di Gara-2 e tenendo lontano il grande pubblico. Nei tre giorni gli spettatori sono stati oltre 70.000, ma con un meteo favorevole si sarebbe senza dubbio battuto il record dello scorso anno (76.000 spettatori). Che peccato...
Le pagelle
Jonathan Rea – voto 10 e lode – Never give up. Facile da dire, ma difficile da mettere in pratica, specialmente quando ti ritrovi a rincorrere un missile guidato da un ex pilota MotoGP e tutti ti danno per spacciato. A Imola Johnny ha risposto per le rime a chi pensava che i suoi titoli mondiali fossero dovuti alla mancanza di avversari competitivi: lui è un campione vero, che ha fatto la storia della Superbike.
Chaz Davies – voto 10 – Bentornato Chaz! Ci voleva la pista di Imola per rivedere il leone gallese che conoscevamo. Il periodo di apprendistato sulla V4 è finalmente terminato, e da ora in poi Bautista avrà un temibile avversario in più. Per il campionato ormai è tardi, ma siamo certi che Chaz si potrà togliere molte soddisfazioni; e visto che Rea ha vinto sul circuito di casa della Ducati, chissà che lui non riesca a vincere nel prossimo round, che si correrà sulla pista di Álvaro.
Álvaro Bautista – voto 8 – Non basta un test per andare forte a Imola, soprattutto se la tua moto soffre di problemi di stabilità. Ora che ha corso in riva al Santerno, lo spagnolo sa veramente cosa voglia dire correre in Superbike. In questo weekend Álvaro limita i danni, proprio come Rea aveva dovuto fare sino ad ora, ma nella Superpole race si deve arrendere anche al suo compagno di squadra, anche a causa di un errata scelta di gomma al posteriore. Imola è stata una parentesi, o per la spagnolo la vacanza è finita?
Michael Van der Mark – voto 7,5 – Imola non è la sua pista preferita, e nemmeno quella della sua Yamaha, ma l’olandese porta a casa due onorevoli quarti posti correndo sopra i problemi che si erano evidenziati in prova sulla sua R1. Non sarà un campionissimo, ma è un bel martello.
Leon Haslam – voto 6,5 – Il fido scudiero di Rea non emerge dall’anonimato nemmeno su di una pista che si dimostra favorevole alle Kawasaki. Quinto (dietro a Rea e Razgatlıoğlu) e sesto, sono risultati soddisfacenti per un pilota privato. Ma forse alla Kawasaki va bene così.
Toprak Razgatlıoğlu – voto 7,5 – Il giovane pilota turco ha tanto talento, ma per molti versi è ancora acerbo, come d'altronde è giusto che sia per la sua età. La sua Ninja si adatta benissimo al tracciato romagnolo, e lui può tirare fuori tutto il meglio del suo repertorio. Nella Superpole race azzarda una gomma troppo soffice e butta al vento un altro risultato positivo. Ma per ora va bene così.
Tom Sykes – voto 6,5 – Tom ci mette tanto del suo, ma i limiti della sua S1000RR sono ancora tanti. Sesto in prova, l’inglese deve fare i conti con problemi elettrici in Gara-1, mentre nella Superpole race la sua gomma posteriore è sotto la pressione limite (1,47 invece di 1,6), e deve partire dalla pit line. Un weekend difficile.
Tommy Bridewell – voto 7 – Catapultato dall’Inghilterra a Imola nell’arco di poche ore, Tommy si ritrova su di una moto che non conosce (soprattutto per quanto riguarda la parte elettronica) e su una pista difficile, dove aveva corso anni fa in Stock 1000. Ciò nonostante sfiora la top ten in entrambe le gare. Da rivedere, magari in un weekend completo.
Lorenzo Zanetti – voto 6,5 – Torna al mondiale dopo sette anni e non sfigura, portando al debutto nel mondiale il team Motocorsa Racing. In gara la sua posizione di partenza lo penalizza, ma il suo nono posto in Gara-1 è più che soddisfacente.
Bautista è un vero e proprio fantino, probabilmente ne ha risentito. Al contrario Davies, piu "fisicato", è rinato. Aggiungiamoci che qui non si usa la sesta....