SBK 2019, Phillip Island: allarme gomme in Supersport
Il circuito di Phillip Island mette da sempre a dura prova gli penumatici, sia a causa della configurazione del tracciato che dell’alta capacità abrasiva del suo asfalto. Per gran parte del tracciato le curve sono a sinistra e questo causa un innalzamento della temperatura della gomma sul lato sinistro e di conseguenza un’usura anomala sul bordo esterno.
A tutt’oggi, specialmente in Supersport, Pirelli non è riuscita a trovare una valida soluzione. Nel corso delle prove ufficiali di lunedì e martedì molti piloti hanno lamentato problemi alle gomme posteriori che evidenziavano tagli o addirittura perdita di materiale, ovviamente sulla parte esterna sinistra. In alcuni casi i problemi si sono evidenziati dopo pochi giri e nella migliore delle ipotesi le gomme hanno resistito in media 12, 14 passaggi. Nell'immagine d'apertura sono a confronto due gomme, 2013 e 2019, a testimonianza di come il problema non sia stato risolto.
Per garantire la maggior sicurezza possibile, Dorna e Pirelli hanno quindi deciso che la gara della Supersport, che si correrà domenica alle 3,15 ora italiana, venga ridotta da 18 a 16 giri, con formula flag-to-flag e cambio gomme obbligatorio tra il sesto ed il decimo giro. Nel caso un pilota non effettui il cambio gomme nei giri stabiliti, gli verrà esposta la bandiera nera e sarà quindi escluso dalla gara.
Nessuna variazione, almeno per ora, per quanto riguarda le due gare della Superbike, che resteranno di 22 giri come previsto, mentre resta ovviamente della durata di 10 giri la Tissot Superpole Race di domenica mattina. Ricordiamo però che nella gara della Superbike di domenica dello scorso anno, venne inserito un flag-to-flag con il pit stop entro il decimo giro, proprio per prevenire problemi legati agli pneumatici.
Le gomme utilizzate in Supersport sono intagliate e di conseguenza più vicine alla serie rispetto agli pneumatici slick utilizzati in Superbike e con una struttura diversa. La cosa difficile da comprendere è come questi problemi si ripetano da molti anni, come potete vedere nelle due foto a corredo di questo articolo che ritraggono una gomma utilizzata a Phillip Island nel 2013 ed un’altra fotografata invece due giorni fa nel corso dei test ufficiali. A distanza di sei anni le due gomme presentano lo stesso problema. Possibile che un’azienda come Pirelli non sia in grado di preparare una gomma posteriore studiata appositamente per le particolari caratteristiche del tracciato australiano? Ne va non solo del regolare svolgimento della gara, ma soprattutto della sicurezza dei piloti.
Restiamo in argomento per ricordare che, come da regolamento, a partire da questo primo round la pressione degli pneumatici posteriori delle Superbike e delle Supersport verrà controllata sulla griglia di partenza, ad almeno tre piloti scelti dalla Direzione di gara. In caso di pressione inferiore a 1,6 atmosfere la moto verrà portata in pit lane per riportare la pressione al giusto valore. A quel punto il pilota potrà prendere il via dall’ultima posizione della griglia o dalla pit lane, a seconda che gli altri piloti nel frattempo avranno già preso il via o si stiano invece ancora allineando sulla griglia per la partenza.
Pirelli ha qualla che, insieme aDunlop è la miglior gomma supersportiva in commercio.
Essendo gomme meno estreme di quella di Moto2 e MotoGP può capitare che ci siano questi problemi.
Anche la MotoGP, con gomme studiate e realizzate per moto da 280 cavalli hanno avuto di questi problemi, figuriamoci se non può averli Pirelli.
Qualcuno allude addirittura al fatto che pirelli manchi competitività, vorse ignorano il fatto che su alcune piste girano a pochi decimi dalle GP...