SBK 2022. Le pagelle di Mandalika: sono sempre i magnifici tre
Alle spalle dei tre campioni, sempre pronti a giocarsi la vittoria, gli outsider, tra i quali ci sono i nostri tre ragazzi di belle speranze: Michael Ruben Rinaldi, Andrea Locatelli e Axel Bassani.
Ducati, Yamaha e Kawasaki davanti a tutti, con BMW e Honda ad inseguire (da lontano). Questa la foto di un campionato mondiale 2022 illuminato dal talento e dalle grandi capacità dei primi tre, ma soprattutto dalla mentalità vincente di Bautista che non ha mai fatto calcoli e non si è mai tirato indietro.
Se lo spagnolo fosse stato più “ragioniere” ci saremmo persi gare entusiasmanti, con sorpassi come quelli visti sabato e domenica, che hanno provocato le urla degli appassionati presenti sulle tribune del Pertamina Mandalika International Street Circuit.
Ancora una volta, nelle sue mani, la Panigale V4 si è dimostrata vincente, ma togliete per un attimo Alvaro al team Aruba e ditemi cosa avrebbe vinto la casa bolognese. Ma lo stesso si può dire per Yamaha e Kawasaki, che senza Toprak e Jonny annasperebbero lontani dal podio. In realtà però qualcosa sembra stia cambiando, soprattutto grazie ai nostri giovani, che però il prossimo anno non avranno più alibi e dovranno dimostrare il loro valore.
Pur senza l’infortunato Iker Lecuona la Honda mostra sensibili progressi con Xavi Vierge, segno che le super concessioni hanno fatto effetto. Non mostra progressi invece la BMW che si può aggrappare al solo Scott Redding che però quando va molto bene fa sesto. Però a sentire l’inglese la colpa è tutta nel peso di Bautista.
Il pubblico di Mandalika è stato fantastico. Entusiasti come bambini, hanno affollato le tribune solo la domenica, quando già qualcuno accusava la Superbike delle “solite tribune vuote”. Il motivo? Non tutti possono permettersi due biglietti e sull’isola quasi tutti il sabato lavorano, per cui la grande festa c’è stata la domenica, con tanto di canti e di cori che si concludevano quasi sempre con il tormentone “Indonesia, Indonesia!”. Spettacolo nello spettacolo.
Ma ecco i nostri voti ed i nostri giudizi sui protagonisti del penultimo weekend SBK 2022
Alvaro Bautista – voto 10
Difficile scindere il giudizio della stagione da quello delle sue tre gare di Mandalika, che in comune hanno la sua grande generosità, la sua voglia di vincere sempre, perché la miglior difesa è l’attacco. Nemmeno nell’ultima gara gli è venuto quel “braccino” che ho visto colpire anche pluricampioni del mondo. Per la seconda volta in questo campionato coglie il suo peggior risultato stagionale: un quarto posto nella gara sprint. Che dite lo perdoniamo?
Toprak Razgatlioglu – voto 10 e lode
Esaltato sia dal pubblico indonesiano che dalla consapevolezza di non aver nulla da perdere, il funambolo turco da sfogo a tutto il suo talento e per la prima volta gira costantemente più veloce di Bautista, anche nelle fasi finali delle gare, da sempre terra di conquista dello spagnolo. Quando corre così è davvero imbattibile. Conquista il suo secondo triplete del 2022 al quale però va anche aggiunta una pole position pazzesca nella quale ha strapazzato tutti. Fenomeno vero.
Jonathan Rea – voto 9
Un leone in gabbia. Fa finta di essere contento dei suoi piazzamenti, ma meno male che sono rimaste solo tre gare se no gli verrebbe un’ulcera. La sconfitta sta a Jonny come l’acqua ai gatti, ma per quanto lui si impegni non può nulla contro Bautista e Toprak. Secondo in Superpole e nella gara sprint, ma nelle gare lunghe non può fare meglio di terzo. Cercasi più potenza disperatamente.
Andrea Locatelli – voto 8,5
Bentornato Andrea! Dove sei stato tutto questo tempo? Già nelle gare precedenti il bergamasco aveva dato segnali di ripresa, ma qui a Mandalika è andato oltre le aspettative. Terzo in Superpole e nella Superpole Race, quarto in entrambe le gare lunghe. Peccato abbia trovato la quadra solo a poche gare dalla fine, ma meglio tardi che mai.
Axel Bassani – voto 8
Ecco la maturità che aspettavamo. Il pilota del Motocorsa è stato costante per tutto il weekend, compresa Superpole e gare veloce. Sempre a combattere con quelli davanti, senza commettere gravi errori. Al di la dei risultati (e della giusta vittoria del titolo Independent) Axel ci è proprio piaciuto mostrando di poter proseguire nella sua maturazione.
Michael Ruben Rinaldi – voto 5
Sarà stata l’aria di festa che aleggiava nel suo box, sarà stata “l’ingombrante” presenza dei vertici Ducati Corse, ma Michael non è riuscito a cavare un ragno dal buco. Risultati ben al di sotto delle aspettative, che dispiacciono ancora di più se pensiamo che sia lui che la sua moto hanno tutto il potenziale per stare con quelli davanti, o almeno provarci. Errori, contatti e un poco di sfiga. Per sua fortuna ora si va a Phillip Island, pista Ducati dove Michael può chiudere in bellezza, e confermare il suo significativo quarto posto in classifica.
Alex Lowes – voto 5,5
Togliete alla Kawasaki il gran manico di Rea e vi resteranno i risultati di Lowes. Non è un’accusa nei confronti del bravo pilota inglese, ma è solo la conferma dei limiti della Ninja. Alex conferma tutti i suoi progressi non commettendo nessun errore, ma alla fine il suo miglior risultato è un settimo posto nella gara sprint. Quella dove la ZX-10RR soffre un po meno.
Scott Redding – voto 6
Merita la sufficienza per il finale in crescendo (due sesti posti nelle ultime due gare) ma resta il fatto che da un pilota come lui ci aspettiamo molto di più. Anche se pesa più di Bautista.
Xavi Vierge – voto 7
Con Lecuona out, tocca a Vierge tenere alta la bandiera HRC. Tutto arrosto e poco fumo, Xavi svolge benissimo il proprio compito, in attesa che la sua CBR gli permetta di dimostrare tutto il suo notevole potenziale di guida.
Xavi Fores – voto 6,5
Lo spagnolo inizia a prendere le misure alla Panigale V4 di Barnabò. Xavi è un vero martello e non è un caso che termini tutte e tre le gare all’undicesimo posto. Quello è attualmente il limite suo e della sua moto. Ma continuando così sono convinto che in Australia farà ancora meglio.
Garrett Gerloff – voto 5,5
Senza infamia e senza lode. Un talento che sembra sempre dover esplodere ma che sembra avere una miccia tremendamente lunga.
Avrebbe dovuto presentarsi davanti ai microfoni con un fazzoletto per asciugarsi le lacrime, lamentandosi dell'eccesiva velocità i curva della Yamaha, dell'ingiusta stabilità in percorrenza della moto di Toprak e che Dorna avrebbe dovuto fare qualcosa per ripristinare l'equilibrio tecnico e garantire lo spettacolo anche nelle piste senza lunghi rettilinei.
Io credo che Ducati non stia contrastando adeguatamente l'antisportività di certi piloti che frignano invece di riconoscere PIENAMENTE - e non a margine di patetiche accuse di ingiustizia tecnologica - i meriti di un collega che gliele ha bellamente suonate.
Sono delle principessine frignone che credevano di essere i migliori della storia, invece si trovano a prendere le scoppole pure loro e devono dare la colpa a tutto, tranne che alla maggior bravura del pilota che li ha LEGNATI!