SBK . E’ il compleanno di Giancarlo Falappa. Auguri al leone di Jesi
Il Leone di Jesi compie 55 anni. Dovrei fare il “solito” articolo che spiega quando è nato, gli inizi, la carriera... ma Giancarlo Falappa è un amico che incontro sempre nel paddock del CIV e della SBK, ed è un pilota che ha fatto la storia di entrambi i campionati. Allora scriverò di lui quello che ricordo, cercando di ripercorrere la sua storia attraverso alcuni degli avvenimenti che hanno contribuito a creare il suo mito.
Per parlare dei suoi inizi riporto quello che mi ha raccontato Stefano Cappanera, l’uomo che dal cross lo ha portato alla pista. “Era un matto vero – mi disse – e andava davvero forte, forse senza nemmeno saperlo. Con lui in pista non ce n’era per nessuno. Era veloce con tutto”. Falappa aveva iniziato nel cross vincendo il campionato italiano cadetti nel 1981 e correndo poi anche il mondiale 250, ma nel 1987 era scoppiata la scintilla vera, quella per la velocità. Gli bastò correre qualche gara per entrare nell’orbita Bimota, che l’anno successivo gli affidò una moto ufficiale. E lui vinse la Sport Production.
In quel periodo si correva a Misano una delle gare più belle in assoluto, che ancora rimpiango: la notturna del 15 agosto. Non me la perdevo mai. Ci andavo in moto (ovviamente) e per me era una grande festa. L’unico problema era che il 15 agosto a Misano non si trovava mai un albergo libero e si doveva dormire sul prato, alla quercia o al tramonto. Ci si addormentava alle tre (le gare finivano oltre la mezzanotte) e a svegliarci ci pensavano il sole e l’umidità che ti entrava nelle ossa. Ma ne valeva la pena, perché si poteva veder correre Falappa. Lui ed il compianto Baldassarre Monti si divertivano a strisciare le pedane per terra per fare le scintille (al buio si vedevano bene) e si voltavano a guardarle. Facevano il vuoto alle loro spalle e poi giocavano a superarsi, a toccarsi in staccata, ad impennare, ad alzare la ruota posteriore in ingresso curva. Poi all’ultimo giro facevano sul serio, e si contendevano la vittoria.
L’anno successivo Giancarlo era già nel mondiale, sempre con la Bimota. Fece il suo esordio a Donington e si presentò con una vittoria. Passò poi al team ufficiale Ducati che aveva come manager Marco Lucchinelli. Lucky racconta spesso di quando un giorno, in autostrada, stava viaggiando in auto ad oltre 200 km orari quando vide aprirsi la porta del passeggero. Era Falappa, che lo aveva riconosciuto e per scherzo gli aveva aperto la portiera destra. In Ducati il leone trovò la sua moto ideale e tra lui e l’azienda di Borgo Panigale nacque un amore che dura ancora oggi. Di quel periodo ho due ricordi. Il primo è legato ad una gara del CIV a Misano. Al Tramonto in prova cade Francesco Monaco e la sua moto sporca la pista. I marshal non fanno in tempo a segnarlo a Giancarlo, che arriva e cade a sua volta. Non ho mai sentito tanti improperi in vita mia. Lo trattengono a fatica dal gettarsi sugli addetti alla pista. Dopo circa 10 minuti sbraitando, si allontana a piedi con il casco in mano, a bordo pista, verso i box. Arrivato alla Quercia (saranno 150 metri) si gira e torna indietro. Torna al Tramonto e torna ad insultare i marshall che sorridono e non replicano. Dopo altri 10 minuti di urla se ne va. Capito che caratterino?
Il secondo riguarda una gara del mondiale Superbike al Mugello. Pioveva talmente forte che nemmeno l’ombrello riusciva a ripararmi. Se Falappa andava forte sull’asciutto, sul bagnato era una vera ira di Dio. Ero sulla tribuna davanti ai box e nel finale di gara, quando lui passava sul traguardo, io mi giravo per vedere il secondo che percorreva il Correntaio. Mezza pista. Un amico che era alla San Donato mi racconterà poi che in staccata Falappa, sulla pista allagata, staccava da terra la ruota posteriore. La sua Ducati si ammutolì quando mancavano pochi giri alla fine per un problema elettrico e si dovette ritirare.
Giancarlo non è mai stato un pilota fortunato, ma l’apice della sfiga l'incontrò all’Österreichring, quando cadde rovinosamente in prova. Una marea di fratture e tanti giorni di coma. Si temette il peggio ma lui si riprese. Siamo nel 1990. Ero al CIV ed ero nella tenda di Eloi Chiariotti, un altro eccezionale pilota di Jesi. Gli chiedo notizie di Falappa e lui sorride: “guarda che è dietro di te”. Mi giro e vedo un figura magrissima su di una sedia a rotelle. Irriconoscibile. Il mastino biondo che conoscevo sembrava un vecchio di 90 anni. “Non correrà più”- sussurro a Eloi, che mi risponde: “Prova a chiederglielo. Ma poi allontanati che se no ti tira un cazzotto. Lui tornerà a correre!”.
Aveva ragione Eloi, il leone non era stato domato e nel 1991 tornò in pista. Per la cronaca: se non fosse caduto avrebbe dovuto provare la Cagiva 500 GP di Mamola, e c’è chi giura che la sua carriera avrebbe avuto senza dubbio una svolta importante. Giancarlo torna in Superbike con la Ducati 888 e torna a vincere, tanto che nel 1992 è quarto al termine del campionato. Nel 1993 va a formare con Fogarty una delle squadre Ducati più forti di sempre, e vince 7 gare. Ma poi arriva il 1994 e il secondo maledetto incidente, quello di Albacete. Quasi 40 giorni di coma e conseguenze fisiche che questa volta incatenano il leone, che non può più correre. Da allora Giancarlo è un leone in gabbia. Diventa testimonial Ducati e gira tutta l’Europa con il suo camper, per non stare lontano dalle piste, dai tifosi della rossa, dal suo mondo.
Non sta ancora bene, tanto che qualche mese fa si è dovuto operare all’anca per poter camminare senza stampelle. Più il tempo passa e meno i tifosi lo riconoscono, ma per chi lo ha visto correre e lo ha conosciuto quando era un pilota, Falappa resta e resterà sempre il Leone di Jesi, un pilota pieno di tanto talento e tanto tanto coraggio, forse al limite dell’incoscienza.
Oggi compie 55 anni. Se la prossima settimana venite a Misano SBK e lo incontrate nel paddock fategli gli auguri. E’ stato uno dei piloti più forti della storia della Superbike. Auguri Giancarlo, ti voglio bene.
Un mito che rimane sempre vivo nella memoria grazie alle telecronache di Di Pillo (e suo amico personale) e qc video su youtube sono riuscito ad inquadrare. Sicuramente è stato molto sfortunato e non ha raccolto ciò che meritava ma ancora tanta gente lo riconosce in giro nei paddock.
Talento immenso e uomo vero!
Auguri Leone!!!!
Un Abbraccio!
Emanuele
p.s. ma è vero che anche la caduta di Albacete non lo fermò e provò successivamente una moto a Rijeka? Mi pare di averlo letto da qualche parte in passato