SBK, GP Francia a Magny Cours: Rea chiude in testa le FP1 “umide”
Il primo turno di prove libere disputato questa mattina sulla pista di Nevers-Magny Cours è iniziato come da tradizione con la pista bagnata, visto che la pioggia è di casa sul tracciato francese. Questa volta però prima della prima sessione SBK è uscito il sole, per cui la pista si è andata asciugando. Quando era ancora solo in parte asciutta solamente i due piloti Honda Alvaro Bautista e Leon Haslam, Tito Rabat e Andrea Locatelli si sono avventurati tra le curve di Magny Cours con le gomme rain e il più veloce è stato Bautista.
A un quarto d’ora dalla fine del turno, quando la pista era quasi completamente asciutta, sono entrati tutti gli alti piloti per una sessione che è stata quasi una Superpole, visto che con poco tempo a disposizione i tempi sono scesi vorticosamente, mano a mano che l’asfalto si asciugava. Ovviamente i tempi migliori sono stati gli ultimi e quello migliore è stato di Jonathan Rea in 1’38”402. Tanto per darvi un riferimento il record della pista in gara appartiene a Toprak Razgatlioglu (Kawasaki, 2018) in 1’37”018. Alle spalle del sei volte campione del mondo si è piazzato un sorprendente Michael Van der Mark, che ha stupito non solo per la sua prestazione a soli 140 millesimi da Rea, ma anche perché l’olandese ha fatto segnare molti giri veloci.
Terza posizione per l’altra Ninja ufficiale di Alex Lowes, a quasi quattro decimi dal suo compagno di squadra. Razgatlioglu è quarto a quasi mezzo secondo dalla vetta e precede di 56 millesimi Scott Redding. Entrambi sono apparsi molto a proprio agio sul tracciato di Nevers, ma ovviamente non hanno voluto rischiare più di tanto viste le condizioni della pista e visto che si trattava solo delle FP1. La coppia Honda si piazza al sesto posto con Bautista ed al settimo con Haslam, davanti a Chaz Davies, Garrett Gerloff e Tom Sykes che chiude la top ten. Ne restano esclusi tutti gli italiani con Locatelli dodicesimo a oltre due secondi dal Cannibale e Axel Bassani e Michael Ruben Rinaldi ancora più staccati in quindicesima e sedicesima posizione.
Una sessione del tutto interlocutoria, ma che ha già messo in mostra i soliti tre: quelli delle tre R.