Superbike, Gregorio Lavilla (DORNA): "Le regole cambieranno"
Gregorio Lavilla, ex pilota Superbike ed unico straniero a vincere il BSB nell’anno del debutto, è ora il Direttore Dorna WorldSBK. Un lavoro che svolge con impegno e passione. Il suo cervello è rivolto ai budget ed ai regolamenti, ma il suo cuore è vicino ai piloti, perché chi è stato pilota lo è per sempre. Ci conosciamo dal 2002. Io lavoravo in un’azienda di caschi protettivi per motociclisti che lo sponsorizzava e lui correva in Superbike con la Suzuki 750 del team Alstare. Le mie interviste a Gregorio durano a volte più di un’ora perché prima di accendere il microfono chiacchieriamo, ricordiamo le gare passate e commentiamo quelle presenti, discutiamo di come sia cambiata la Superbike. “Sai che mi piacerebbe tanto correre ora? – mi ha confidato prima di questa intervista – gomme tutte uguali, moto livellate e circuiti più sicuri. Che pacchia!”
Al di la delle nostre chiacchiere ecco cosa è emerso dal nostro ultimo incontro.
Ci eravamo sentiti in piena quarantena, entrambi preoccupati per una ripresa del mondiale Superbike che sembrava quasi impossibile. Come siete riusciti a farlo ripartire?
"Lavorando molto. Uno dei dirigenti della Dorna è stato inserito nel Consiglio Superiore dello Sport, un comitato che si occupa della possibile ripresa delle varie attività sportive in Spagna, al termine della quarantena causata dal COVID-19. Tenendo conto delle disposizioni anti virus abbiamo tracciato le linee guida per poter tornare a correre, ovviamente senza la presenza del pubblico. In Portogallo abbiamo lavorato assieme al circuito di Portimao che era in contatto con il Governo portoghese, ed abbiamo visto che era possibile correre in Algarve. Una volta stilata una bozza di calendario, ci siamo riuniti con i responsabili della Dorna in MotoGP abbiamo organizzato i due campionati. Non è stato facile perché abbiamo dovuto innanzitutto verificare che tutti i piloti e gli addetti ai lavori potessero raggiungere la Spagna ed il Portogallo, perché in alcune nazioni inizialmente questo non era ancora possibile. Inoltre non è stato facile organizzare un campionato con un numero minimo di gare affinché si potesse considerare valido. Il quinto round al Motorland è stato molto importante, perché comunque vada ormai i campionati SBK, SS e SS300 hanno disputato un numero sufficiente di gare per essere considerati mondiali."
Alla fine la Supersport e la Supersport 300 disputeranno addirittura più gare di quante non ne abbiano disputate lo scorso anno.
"Esatto. Riteniamo che questo possa aiutare i team delle due categorie ad avere una maggiore visibilità, più o meno agli stessi costi. Una volta raggiunto il circuito disputare una o due gare ha una differenza di costo poco rilevante per le squadre, che così possono avere un’arma in più con i loro sponsor o per trovarne di nuovi.
La SBK non correrà a Misano perché l’Autodromo non ha accettato di disputare le gare senza pubblico. Però a Misano per la GP il pubblico c’era.
"Quando stavamo parlando con l’autodromo di Misano per organizzare un round, ancora in Italia non esisteva la possibilità di far entrare il pubblico in circuito. Inoltre l’unica data che ci era stata proposta era a novembre. Troppo avanti. Sarebbe stato un rischio ed abbiamo preferito lasciar perdere, anche perché poi siamo riusciti ad organizzare l’ottavo ed ultimo round all’Estoril a metà ottobre."
Il format della SBK resterà lo stesso?
"Pur in un momento particolare e difficile come quello che stiamo vivendo, non abbiamo nessuna indicazione contraria al format attualmente in uso, ne da parte dei team e della case ne da parte delle televisioni. Penso quindi che rimarrà invariato."
La SBK sta vivendo una delle stagioni più belle degli ultimi anni
"Abbiamo una griglia della Superbike molto interessante, con tanti piloti e tante moto competitive. Così come era successo lo scorso anno con Razgatlioglu anche quest’anno un pilota “independent”, vale a dire un privato, ha vinto una gara. Tu c’eri nel 2012 quando abbiamo rilevato la Superbike e ricorderai certamente che non avevamo una griglia ben definita e che allora era impensabile per un pilota privato battere gli ufficiali. In questi anni abbiamo ridotto i costi grazie a regole ben definite, le case hanno fatto uno sforzo notevole per offrire anche ai privati il materiale che utilizzano i loro team ufficiali e questo ha permesso la crescita delle squadre più piccole. Inoltre abbiamo inserito una categoria nuova come la 300 e stiamo lavorando per una nuova Supersport. Siamo molto soddisfatti del lavoro che abbiamo svolto in Superbike."
Come cambierà la Supersport 600?
"Ci stiamo lavorando, tenendo conto dell’evolversi del mercato, ma anche delle necessità dei nostri campionati. La 300 è la categoria d’ingresso, nella quale i giovani piloti iniziano a fare esperienza e a conoscere le piste, con moto quasi di serie e a costi contenuti. La Supersport deve essere la categoria intermedia, che consente il passaggio dalla 300 alla Superbike. Come sarà la nuova Supersport? Per ora ti posso solo dire le caratteristiche che dovrà avere: non dovrà costare molto e dovrà permettere a molte case e a molte moto di correre, a parità di prestazioni."
Quale cilindrata potranno avere le moto?
"Ancora non lo sappiamo, ma ti anticipo che non ci sarà una cilindrata fissa. Se guardi le moto che corrono ora in 300 non ce n’è nemmeno una di 300 c.c. tanto che probabilmente dovremo cambiare il nome alla categoria. Ciò nonostante, dopo un periodo di assestamento, ora tutte le moto sono ugualmente competitive, pur con cilindrate che vanno da 320 a 400. La nuova Supersport sarà una cosa del genere (aprendo quindi a modelli come la Ducati Panigale V2, la nuova Kawasaki Ninja 636, potenzialmente una Triumph Daytona 765, la ventilata Yamaha YZF-R9). Penso che sia venuto il momento nel quale preparando i nostri regolamenti non dobbiamo più pensare solo alla cilindrata, ma a moto diverse tra loro, livellate dal regolamento. In questo modo saranno molte le case e le moto prese dalla produzione di serie che potranno accedere alla Supersport. Un concetto che potremmo in futuro allargare anche alla Superbike visto che si parla di moto di 1.100 o di 1.200 cc."
Ti riferisci all’Aprilia?
"Non posso fare nomi, ma è evidente che i nostri regolamenti dovranno cambiare se vogliamo che in Superbike corrano tutte le case con i loro prodotti di serie. Perché restare vincolati e limitati dalla cilindrata? Saranno i regolamenti tecnici a livellare le prestazioni e non più la cilindrata. Ne stiamo già parlando con le case, che sembrano ben disposte verso questo che potrebbe essere un cambiamento epocale per la Superbike."
Anche il regolamento attuale SBK falsa i risultati a favore dello spettacolo. Basta pensare al fatto che se una marca vince di più viene ridotto il numero di giri massimo annullando di fatto la competizione tra le case produttrici nel progettare motori migliori a parità di condizioni.
Compri la moto dal concessionario, la prepari da SS e aggiungi 2 migliorie da SBK; punto.
La MOTOGP deve rimanere per i prototipi .
Altrimenti rischiamo di vedere un campionato piegato da una casa che riversa tutte le risorse nella SBK e oscura i privati pur avendo un prodotto vecchio e poco performante nelle moto di serie.
Guardate le comparative delle mille e ditemi quale è la posizione delle moto verdi se mai le considerano.
Bruno.