Superbike, The Best of 2020: le pagelle ai piloti
Il 2020 è stato un anno difficile a causa del covid19, che ha messo in discussione la disputa del campionato mondiale Superbike che era iniziato a fine febbraio a Phillip Island in Australia, ma che ha poi potuto riprendere solo il 31 luglio a Jerez de la Frontera in Spagna. Dorna è stata molto brava a riorganizzare un calendario ed a far ripartire un campionato a tutti gli effetti regolare, che ha laureato i campioni del mondo delle tre categorie Superbike, Supersport e Supersport 300.
Visto che siamo quasi alla fine del 2020 facciamo un bilancio del campionato, assegnando i voti e dando le nostre valutazioni non solo ai principali protagonisti del campionato, ma anche ai team ufficiali e privati. Questi ultimi meriterebbero tutti un bel 10 per essere riusciti a reperire le risorse economiche necessarie a concludere la stagione, in un momento davvero critico.
Jonathan Rea – voto 10
Gli avversari cambiano, ma anche se arrivano dalla GP, dal BSB o da Marte lui li mette tutti in fila. La sua stagione era incominciata nel peggiore dei modi, con una caduta ed un secondo posto dietro al suo compagno di squadra. Dopo la lunga pausa il round di Jerez è stato favorevole al suo avversario diretto Scott Redding e c’era già chi parlava di crisi. Ma un leone ferito è ancora più pericoloso e Rea a Portimao ha conquistato una tripla vittoria che ha messo subito le cose in chiaro: voglio il sesto titolo. Johnny lo ha conquistato nel doppio round di Aragon, quando su di un tracciato che avrebbe dovuto essere favorevole alla Ducati ha accumulato un vantaggio di 36 punti su Redding ed ha demolito tutte le certezze del pilota della Ducati. In seguito Rea ha amministrato il vantaggio, festeggiando all'Estoril il sesto titolo mondiale consecutivo. Nessuno come lui.
Scott Redding – voto 9
Se non ce l’ha fatta nemmeno lui allora Rea è davvero imbattibile. Reduce dalle delusioni in MotoGP e dal trionfo nel BSB, il biondo pilota inglese è arrivato in Superbike senza alcun timore reverenziale nei confronti del Cannibale, ha iniziato con cautela ed è andato in testa al campionato. Qualche errore e qualche caduta inaspettata (Bautista sa di cosa parlo) hanno rotto l’incantesimo. Scott è stato bravo a riprendersi, ma ormai il campionato era compromesso. E’ mancato nel momento topico della stagione, ma era al suo primo anno in SBK e gli va quindi data qualche attenuante. Non lo conoscevo ed ho scoperto un ragazzo schietto, sincero e generoso. Una bella persona.
Chaz Davies – voto 7
Un brutto inizio ed un campionato altalenante concluso in crescendo, complice il doversi trovare una nuova sistemazione. Emblematici i suoi due round di Aragon, nel primo ha conquistato 45 punti, nel secondo ne ha racimolati solo 21. Su e giù. Bene a Barcellona dove ha conquistato la sua seconda vittoria in due anni con la V4, portandole poi a 3 nell’ultimo round dell’Estoril. Al di la della simpatia per la persona e della stima per un pilota che con la V2 ha sempre dato il 110%, resta la delusione per quello che ha fatto con la nuova Panigale V4 e che gli è costato il posto nel team ufficiale.
Toprak Razgatlioglu – voto 8
Il suo primo anno da ufficiale si può considerare senza dubbio positivo. Dovendo ancora migliorare sull’acqua ed in Superpole, non si poteva pretendere di vederlo lottare per il titolo, nonostante la sua vittoria nella prima gara del 2020. E’ stato un campionato importante per il giovane turco, che ha lavorato a luci spente con la propria squadra. I risultati di questo lavoro si sono visti nell’ultimo round dell’Estoril, dove Toprak ha conquistato la sua prima Superpole, due vittorie ed un terzo posto. Il prossimo anno sarà uno dei più acerrimi avversari di Rea nella lotta per il titolo mondiale.
Michael Van der Mark – voto 7
Una sola vittoria nella gara sprint di Barcellona ed otto podi. Non è un grande bottino per un pilota che guida una Yamaha ufficiale da quattro anni. Il suo nuovo compagno di squadra, che era al debutto con la R1, gli è quasi sempre stato davanti ed in una stagione ha ottenuto tre vittorie, una sola in meno di quelle conquistate dall’olandese nei suoi quattro anni con la casa di Iwata. Nel 2021 sarà il pilota di punta del team ufficiale BMW. Speriamo che riesca a fare meglio. Di certo guadagnerà molto di più. Chi l’ha detto che i soldi non fanno la felicità?
Alex Lowes – voto 6,5
La sua carriera è abbastanza simile a quella di Van der Mark. Anche Alex ha cambiato casacca dopo quattro anni di Yamaha (ed una sola vittoria). Nella sua prima stagione con la moto campione del mondo aveva illuso tutti con una vittoria a Phillip Island, proprio davanti al Cannibale. Un bagliore nel buio di una stagione che gli ha regalato solo 4 podi, senza mai dare fastidio a Rea. Ma forse è stato scelto per questo visto che è stato riconfermato.
Michael Ruben Rinaldi – voto 8
Il giovane italiano è stato assieme a Gerloff la rivelazione di questa travagliata stagione 2020. Al di la della sua prima vittoria in Superbike, la sua è stata una grande stagione per quanto ha fatto nell’intero arco del campionato, restando sempre nelle posizioni alte della classifica, e lottando in ogni gara con gli ufficiali. Ducati ed Aruba lo hanno ritenuto pronto per il team ufficiale, ma dovrà fare un ulteriore passo in avanti per confermarsi un top rider.
Loris Baz – voto 6,5
Da lui e dal team Ten Kate ci si poteva aspettare qualcosa di più. Una stagione altalenante. Dopo due soli podi entrambi in Superpole race sino al round di Magny Cours. Arrivato sulla pista di casa con i 91 punti ottenuti nelle 18 gare precedenti, in Patria ne ha conquistati 44, quasi la metà. Va forte solo in Francia? Un finale da dimenticare che gli ha fruttato solo 7 punti all’Estoril.
Alvaro Bautista – voto 6,5
Abituato al quattro cilindri a V, il motore in linea della Fireblade gli ha creato non pochi problemi di guida. Ha iniziato riversando tutte le responsabilità sugli ingegneri della Honda, ma poi ci ha messo del suo, salendo sul podio di Aragon. La brutta caduta di Barcellona lo ha indotto a più miti consigli, ed il finale di campionato è stato all’insegna della cautela: 36 punti in quindici gare. Mezzo voto in più per aver riportato una Honda sul podio dopo quattro anni.
Leon Haslam – voto 7
Ha fatto sino in fondo il proprio dovere, ed alla fine ha ottenuto esattamente gli stessi punti del suo più titolato compagno di squadra (113). Pur con i suoi limiti Leon non si è mai tirato indietro, e giustamente la Honda lo ha confermato per consentirgli di continuare lo sviluppo della nuova CBR.
Garrett Gerloff – voto 7,5
Il texano è un tipo tosto. Catapultato in Europa dal campionato AMA, Garrett ha lavorato a testa bassa imparando molto in fretta a conoscere le piste e la sua moto. Il podio di Barcellona gli ha dato sicurezza e le conferme che cercava. Da li in poi per lui è iniziato un altro campionato, che si è concluso con il secondo podio dell’Estoril. Visto cosa ha fatto nella stagione del debutto, il prossimo anno ci sarà da divertirsi.
Tom Sykes – 6
Il suo miglior risultato è stato un quinto posto a Barcellona (oltre alla pole position di Phillip Island). Un bottino alquanto misero per un pilota come lui, che è stato campione del mondo nel 2013 e nelle 320 gare alle quali ha partecipato ha ottenuto 34 vittorie, 112 podi e 50 pole (record assoluto in Superbike). Purtroppo con la BMW non era possibile fare di più. Gli auguro che con la nuova M la musica cambi, perché Tom merita di tornare nelle parti alte della classifica.
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fragiga, Vimercate (MB)Davies merita 10 a prescindere! In Ducati si mangeranno mani e piedi!
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JaeeP, Roma (RM)D'accordo su tutti ma a van der Mark avrei dato un sei, anche un po' tirato. Ha iniziato come punta del team ufficiale Yamaha dove sta' da quattro anni, e conosce molto bene la R1, che si è dimostrata competitiva in diverse gare. Difficile puntare al titolo - non ne ha la stoffa - ma qualche cosa in più io me l'aspettavo.