Superbike. Le pagelle di Phillip Island
Cambiano i regolamenti ed i piloti, ma le moto in testa restano le stesse. Il mondiale 2014 si era concluso in Qatar con la sfida tra Aprilia e Kawasaki ed è ripreso in Australia con le moto di Noale e quelle di Akashi ancora a contendersi il gradino più alto del podio.
I regolamenti che in teoria avrebbero dovuto danneggiare la RSV4 e la Ninja e favorire la Panigale, in realtà non hanno cambiato di molto i valori in campo, anche se, rispetto alla passata stagione, abbiamo visto che Davies è riuscito a stare con i primi in entrambe le gare, cosa che lo scorso anno la sua moto non gli consentiva di fare.
E le altre? La Suzuki è andata forte in prova con Lowes, ma poi è naufragata in gara, mentre la Honda ha fatto il contrario, soprattutto grazie ad uno strepitoso ed irriverente VD Mark. Escono finalmente dal tunnel MV ed EBR che non sembrano in grado di lottare per le posizioni di vertice, ma dimostrano di aver fatto grandi passi in avanti.
Non giudicabile la BMW che qui in Australia ha dovuto prima sviluppare una moto completamente nuova e poi fare i conti con un Barrier che non è mai riuscito ad interpretare il tracciato australiano.
Ma quello di Phillip Island è stato solo il primo appuntamento di questo mondiale 2015 e come sappiamo la sua fantastica pista è molto particolare, per cui dovremo aspettare almeno il terzo round di Aragon per poter capire quali siano i reali valori in campo.
Al di là dei risultati delle gare, questo primo appuntamento mondiale verrà certamente ricordato per il ritorno in pista del mitico Troy Bayliss. Rivedere sulla Ducati il numero 21 ha riportato tutti indietro nel tempo. Lui è sempre uguale, non solo fisicamente (a parte qualche capello bianco) ma soprattutto nello spirito. Cordiale, disponibile e schietto, è rimasto il Bayliss che conoscevamo. I suoi risultati in pista non sono e non devono essere giudicati. Lui aveva subito messo in chiaro che il suo non sarebbe stato un ritorno alle competizioni, ma solo una bellissima avventura per se stesso, per la sua famiglia, per i suoi tifosi e per la Ducati. E così è stato.
E concludiamo parlando della famigerata curva 11. Un punto del tracciato che forse va riconsiderato. In quella curva si arriva in piega ad oltre 200 km/h di velocità e a rendere tutto ancora più difficile ci pensa un asfalto leggermente ondulato. Quando la moto perdere aderenza non c’è modo di controllarla e si vola (letteralmente) nella sabbia della via di fuga. In quel punto sono caduti in molti. E’ andata peggio a Giugliano che dovrà saltare 3 o forse anche 4 gare, mentre sono stati miracolati Salom, Torres e De Puniet. Riteniamo che la sicurezza non debba mai essere messa in secondo piano e quindi speriamo che si intervenga per rendere più sicura quella curva. Unico punto critico di una pista che, a nostro parere, è la più bella al mondo.
LE PAGELLE
Ecco i nostri voti ai protagonisti. Ai piloti che ci hanno regalato due gare bellissime, in perfetto stile Superbike.
Jonathan Rea – Voto 10 – Se Johnny andava forte con la Honda chissà cosa potrà fare con la Kawasaki. Dopo averlo visto in azione sulla verdona siamo convinti che sia lui il favorito per il titolo 2015 anche in considerazione che – come lui stesso ha affermato - il suo feeling con la Ninja deve ancora migliorare. Intanto porta la Kawasaki alla vittoria su di una pista dove la casa di Akashi non vinceva dal 1996 (doppietta di Gobert). Scusate se è poco.
Leon Haslam – Voto 10 – E’ arrivato in Aprilia nel momento giusto. Sa di avere l’occasione della vita e non se la vuole lasciare sfuggire. Commette un errore in gara uno, ma poi riesce a rimediare, mentre nella seconda si dimostra freddo e calcolatore nel bruciare Rea al fotofinish. Non sarà facile, ma questo Leon lotterà per il titolo mondiale sino alla fine.
Troy Bayliss - Laurea ad honorem - Non si poteva pensare che in 2 giorni Troy fosse in grado di comprendere e mettere perfettamente a punto la sua Panigale. Ed alla fine è stata proprio la messa a punto che non gli ha permesso di sfruttare le gomme e di ottenere quella top ten che era il suo obiettivo dichiarato. Sino a che le gomme lo hanno sorretto Bayliss nei primi dieci c’era, eccome. E’ stato bello riaverti nel paddock. Grazie Troy.
Chaz Davies – Voto 8,5 – Così come lo scorso anno il gallese di ghiaccio riesce a sfruttare al massimo la sua moto, che quest’anno gli permette di stare con i primi e di giocarsi la vittoria sino alla fine. Non è un personaggio e per questo viene spesso sottovalutato, ma la sua costanza ed il suo impegno quest’anno faranno ricredere molti.
Jordi Torres – Voto 8 – Per chi non lo conosceva Jordi è stato una vera sorpresa sia in pista che fuori. Al debutto in Superbike porta a casa un quarto posto, mentre in gara due si innervosisce perché Sykes gli impedisce di stare con i primi e quando finalmente lo supera va in terra. Senza la caduta alla famosa curva 14 nelle libere di sabato (distorsione alla caviglia destra) avremmo visto un Torres ancora più aggressivo. Ma per ora va bene così.
Michael VD Mark - Voto 8 – E’ il degno sostituto di Rea in Honda. Mostra subito di che pasta sia fatto spingendo fuori traiettoria Tom Sykes in gara uno e restando in testa per cinque giri in gara due. Poi cade. Genio e sregolatezza. Ma i giovani con del talento sono fatti così. Poi crescono, maturano e……vanno in Kawasaki.
Tom Sykes – Voto 6,5 - Un weekend davvero grigio quello di Tom. La pista non gli piace, la sua moto non lo asseconda ed un ragazzino al debutto lo spinge fuori pista. Un sesto ed un quarto posto non sono certo i risultati che ci aspettiamo da lui. La speranza è che non soffra particolarmente il suo compagno di squadra e riesca al più presto a tornare a sorridere. Intanto deve già recuperare 22 punti in classifica.
Sylvain Guintoli – Voto 6,5 – Non sta bene e basta guardarlo per capire che la caduta di Jerez (nelle prove di fine gennaio) ha lasciato il segno. Lui si impegna come sempre e porta a casa due piazzamenti e molti punti, ma non riesce ancora a guidare come vorrebbe. E poi la Honda non è l’Aprilia.
Nico Terol – Voto 6 - Ci si aspettava di più dal debuttante spagnolo proveniente dalla Moto2, ma Nico è un diesel ed ha bisogno di qualche altra gara per trovare il feeling giusto con la bicilindrica del team Althea. Un sesto ed un ottavo posto non sono da buttare all’esordio in Superbike, ma è mancato l’acuto.
Leon Camier – Voto 7,5 – Ecco un ottimo pilota. Leon ha un gran metodo di lavoro e riesce a sistemarsi la moto come pochi. Ha acceso la luce nel box MV e se verrà assecondato dalla casa di Schiranna potrà togliersi qualche soddisfazione, con una F4 che l’anno scorso sembrava molto poco competitiva.
Niccolò Canepa – Voto 7 – Ma allora questa 1190 RX non è proprio da buttare via. Canepa accende gli entusiasmi nel team Hero EBR che sino a ieri aveva grandi mezzi, ma poche capacità. Ora uno bravo ce l’hanno e con lui potrebbero iniziare un percorso interessante. Peccato per la caduta in gara due, che comunque non impedirà a Niccolò di correre in Tailandia.
Alex Lowes – voto 5 - Brilla solo in prova e poi in gara sparisce a causa di una pessima partenza e di un problema al cambio. Dopo un anno di apprendistato il giovane Lowes deve dimostrare di avere la stoffa per poter restare in Superbike. Attendiamo fiduciosi.
Randy De Puniet – Voto 5,5 - Non si capisce ancora se Randy sia venuto in Superbike a timbrare il cartellino o se abbia invece voglia di lottare e di portare in alto al Suzuki. La caduta nelle prove (tanto per cambiare alla curva 11) lo condiziona pesantemente e un lungo in gara uno gli toglie ogni ambizione di risultato. Da rivedere.
Leandro Mercado – Voto 7 – Bravo Tati! Partire ultimo ed arrivare a ridosso della top ten non è facile. L’argentino dimostra tanta grinta e porta la Ducati privata del debuttante team Barni a raccogliere nove punti. Ora che sa che non può usare due gomme da qualifica nella stessa Superpole non potrà che fare meglio. L’esperienza si paga.
Matteo Baiocco – Voto 6,5 – Matteo Baiocco da Osimo ritenta l’avventura nel mondiale Superbike e dopo aver raggiunto la Superpole due, in gara raccoglie un nono ed un undicesimo posto. Merita tutto il nostro rispetto, il nostro appoggio e la nostra simpatia.
al di battista
Ma la competenza tecnica è cosa ben diversa, anche molti incompetenti che scrivono quì dentro hanno tanta passione.
A CAIMANO dico che la sua risposta non è per nulla pertinente a questo argomento , va a toccare altre questioni che non ho messo assolutaente in evidenza.
Il commentatore insieme a MAX non è Di PILLO ma Giulio Rangheri, quindi quì ha preso una bella cantonata.... la mia competenza non è cosa che èuò interessarle...sempre con rispetto.
La ia competenza la potrà evincere leggendomi e facendosi un giudizio.
E per l'appunto reputo tecnicamente migliore un RANGHERI a Di Pillo sicuramente.
15. caro piega996 (2)
Penso che tutta Italia abbia apprezzato sia Lui che le riflessioni tecniche di Max, molto competente in materia.
Mi viene pertanto da domandarmi se Lei in passato è stato un pilota della MotoGP, della SBK, del TT, di Macau o di qualche altra disciplina di moto.
Suppongo che, per fare questa affermazione, sia uno che in pista ci vive, che ci macina km e km, ore e ore, cronometrando i tempi, che i Suoi siano inferiori di almeno di mezzo secondo dai primi e che si confronti direttamente ai paddock con i vari Team.
Poi penso che nel mondo della SBK (dato che ora si parla di questo) dai piloti ai tecnici ai commentatori abbiano tutti un "bagaglio tecnico" di tutto rispetto.
Se poi Lei non si ritiene soddisfatto di qualcosa della SBK può sempre decidere di guardare altro o proporsi Lei per i commenti.
Chiaramente le mie osservazioni vengono fatte con tutto rispetto, ironicamente e con la massima educazione...