Supersport. Michel Fabrizio: “Voglio vincere il mio primo mondiale a 36 anni”
Se Biaggi e Bayliss hanno vinto il mondiale Superbike rispettivamente a 41 e a 39 anni, perché io non posso provare a vincere la Supersport a 36? Questo in estrema sintesi è il Fabrizio pensiero, ed è alla base del ritorno alle competizioni del pilota di Frascati, che non più tardi di sei anni fa ha corso le sue ultime gare nella classe regina delle derivate, per poi disputare una stagione nel CIV Supersport e due nel National Trophy 1000, divertendosi a fare a carenate con Eddi la Marra, un altro che di talento ne ha sempre avuto tanto.
Nella sua carriera da professionista Michel ha corso in tante categorie, compresa la MotoGP. Campione Superstock 1000 nel 2003, ha quindi disputato alcune gare nel mondiale Supersport, prima di trovare la sua naturale collocazione in Superbike. Due anni nel team DFX gli aprirono le porte della squadra ufficiale Ducati, al fianco di campioni come Bayliss e Haga. Nel 2011 il ritorno nel team Alstare Corona con il quale aveva vinto il titolo Stock, per poi passare al team BMW Italia ed al Red Devils Aprilia, con il quale ha conquistato il suo ultimo podio in Superbike (almeno sino ad ora…..) nella gara di esordio a Phillip Island.
Negli anni successivi qualche apparizione ancora nella classe maggiore e poi nel 2018 un’intera stagione nel CIV 600. Quando sembrava che avesse ormai attaccato il casco al fatidico chiodo eccolo ricomparire nel National Trophy nel 2018 e 2019, mentre lo scorso anno a causa del virus e della mancanza di sponsor è rimasto a casa, ad occuparsi della sua pista di minimoto e pit bike, e a crescere assieme alla compagna Deborah i suoi tre figli di 15, 13 e 6 anni.
La notizia del suo ritorno alle competizioni mi è arrivata come un fulmine a ciel sereno. “Tieniti forte – al telefono era Manuel Puccetti – il prossimo anno torna Michel. E’ carico come una molla e fisicamente in formissima”. Se me lo dice lui ci credo, e allora prima mando un messaggio a Michel con tante faccine stupite, e poi gli telefono.
Guarda che se torni a correre poi l’INPS ti blocca la pensione.
"Tanto mica se ne accorgono. Guarda che non mi sono mai allenato tanto! Sto seguendo un programma stilato assieme ad un preparatore atletico che mi ha messo a stecchetto. Nemmeno quando correvo con la Ducati ufficiale ero così in forma".
In effetti non sei mai stato famoso per la tua preparazione atletica.
"Sì, non mi allenavo molto, anche perché ho sempre avuto un fisico asciutto che mi ha aiutato, e poi in moto mi veniva tutto facile e spontaneo. Ora è diverso. Sto benissimo, ma voglio arrivare pronto all’inizio del campionato, senza lasciare nulla al caso".
Ma quando ti è venuto in mente di rimettere la tuta?
"In realtà non l’ho mai tolta. Quando ho smesso di correre nel mondiale ho fatto un anno nel CIV e poi mi sono divertito da matti nel National. Lottavo in ogni gara sino all’ultima staccata con Perotti e con Eddi (La Marra) che era sempre di traverso. Lo scorso anno a causa del virus non ho trovato sponsor per correre, e sono stato fermo. Però la voglia di scendere in pista non è mai venuta meno. Rispetto al passato ho soltanto una maggiore esperienza e più voglia di vincere. Ho un grande obiettivo che è quello di conquistare il mio primo titolo mondiale a 36 anni. Ho lottato per anni contro campioni del calibro di Max Biaggi e di Troy Bayliss. Entrambi hanno vinto il mondiale a 40 anni e io rispetto a loro sono più giovane. Per non parlare poi di Valentino… Si può fare, ed io voglio provarci".
Perché in Supersport e perché con il team Motozoo by Puccetti?
"Non mi sarei rimesso in discussione senza una moto ed un team competitivi. Trovarli in Superbike sarebbe stata una follia e quindi ho pensato alla Supersport ed al team di Manuel, uno dei migliori se non il migliore".
Come lo hai convinto?
"Puccetti conosce i piloti e ama le sfide, e questa darà molto gusto ad entrambi. Ci siamo capiti subito. Il suo team ufficiale Kawasaki era già al completo, ma proprio quest’anno assieme al Motozoo Racing di Fabio Uccelli ha deciso di dar vita ad uno junior team. Sono arrivato al momento giusto".
Al momento giusto ma in una stagione tremenda per la Supersport.
"Hai visto? Il mio solito… fortuna. Cluzel, De Rosa, Caricasulo, Oncu, Krummenacher, Aegerter, Oettl e tanti altri ancora, uno più forte dell’altro. Per non parlare dei giovani come Bernardi e Taccini che ho visto crescere nel CIV e che stupiranno molti. Ma come si dice: tanti nemici tanto onore! Non vedo l’ora di correre con loro".
E Deborah come l’ha presa?
"Lei è felice perché mi vede felice. Sa che le corse sono la mia vita".
-
MAXPAYNE IT, Fusignano (RA)MA se non ha vinte manco la coppa del nonno! Dai valà....
-
ceccorapo, Firenze (FI)La passione per la moto fa tanto, così come il manico, ma la sensibilità del "culo" è quello che il pilota sa dare a se stesso per andar forte e solo se la sensibilità deretanica è intatta, si può credere di poter andare ancora forte. Non discuto certo il "manico", ma gli "affamati" della Supersport, sono davvero tanti, anche con la mente più sgombra. Auguri!