Destinazione Ushuaia, ad ogni costo
Gli ultimi anni sono stati come un respiro affannoso che ha cambiato i nostri gusti, sbiadito i colori, confuso i contorni: il tempo correva, anche se tutto sembrava fermo, mentre le emozioni poggiate sul ricordo tradivano l’attesa di circostanze più opportune per non arrendere alla rinuncia anche le aspirazioni più intime.
La mia passione, quella per la moto, non è però cambiata: il battito sincrono del bicilindrico riempiva ancora di significato ogni mia intenzione, cosicché ho deciso di riprendere il viaggio, di attingere alla tensione della partenza e di riassaporare la meraviglia del confronto con la combinazione casuale degli eventi.
La coincidenza che ha cucito con un filo sottile questa mia disposizione è stata la telefonata circa a metà di ottobre di un amico che si apprestava ad organizzare un viaggio in sud America per il prossimo gennaio.
Una linea appena accennata lungo quattro nazioni fino a raggiungere Ushuaia e l’opportunità di compiere il tragitto con la propria moto mi hanno subito colpito; e come l’istante che al risveglio ci porta con i piedi per terra, una sensibile intuizione è diventata scelta convinta; così, senza bisogno di ricorrere al ragionamento, ho preso l’impegno di partecipare.
Dunque imbarcata con le altre dal porto di Napoli alla volta di Lima la mia moto con la quale ho già percorso 250.000 km, attraverso Perù, Bolivia, Argentina e Cile avrei raggiunto Ushuaia, la “Fin del Mundo”.
Il particolare contesto che mi attendeva ha reso opportuno sottoporre la R1220GS presso la Tortora Moto, storica concessionaria BMW Motorrad di Salerno, ad un puntuale controllo, durante il quale alla dotazione di valigie, al bauletto Vario ed ai faretti laterali, sono stati aggiunte le protezioni per fari e radiatore dell’olio.
La fedele compagna ha dovuto subire anche... l’onta del navigatore, peraltro subito compensata dalla rassicurante presenza, sulla borsa serbatoio, delle tradizionali mappe stradali; i pneumatici scelti, Dunlop Mission, sono stati ritenuti valida garanzia di durata anche a fronte dei tanti chilometri di sterrato il cosiddetto ripio, pietrisco vulcanico frammisto a sabbia, fangoso se umido, tagliente quando è secco.
Scelta obbligata, per equilibrare la distribuzione dei pesi, è stata di togliere il sellino del passeggero, ricavando alle mie spalle uno spazio sufficiente a sistemare un secondo treno di gomme ed un borsone capiente in cui riporre l’abbigliamento estivo ed invernale.
Si passerà, infatti, dalla calda estate peruviana al freddo delle altitudini andine, per ritornare sulla costa al clima temperato del Pacifico, e poi ancora al freddo fino ad Ushuaia: in totale, quasi 11.000 km da percorrere in poco più di 30 giorni.
Per le mie primavere, invece, nessun particolare accorgimento, anche perché, quando lo scambio con il sogno non è materiale, sfugge alla gravità.
Verso la “Fin de Mundo”
Ho preso l’aereo il 21 gennaio 2024 da Roma alla volta di Lima precedendo l’arrivo del cargo che trasportava le moto; siamo in cinque, e per una settimana prendiamo confidenza con l’atmosfera del luogo, concedendoci le classiche escursioni turistiche di questi luoghi: Cuzco, Machu Picchu, lago Titicaca, La Paz, il lago Salato di Uyuni.
02.02.2024 - Dopo tre giorni, trascorsi ad assolvere le pratiche doganali, finalmente nel pomeriggio ho ripreso la moto: superiamo la città di Lima ed il suo caotico traffico, fino ad imboccare la Carrettera Panamericana Sur, una veloce arteria, considerata autostrada, che concede ai motociclisti percorrenza gratuita; nel pomeriggio siamo a Nasca sulla strada che accompagnò il Che nel suo di viaggio.
03.02.2024 - Prima la Panamericana per 850 km, quindi la Carrettera Costanera che segue la costa; accomapagnati da pioggia leggera e sprazzi di arcobaleno, la frontiera con il Cile è oltrepassata.
04.02.2024 - Affrontiamo la Ruta 5 lungo la Cordigliera e poi la discesa verso la Ruta del Desierto, con alternanza climatica: a valle la temperatura raggiunge i 40° C, con fastidioso il vento laterale; dopo 700 km, arriviamo alla città di San Pedro de Atacama; siamo in Cile.
05.02,2024 - Bisognava assolutamente mettere le ruote in terra boliviana: quale occasione migliore che raggiungere la spettacolare Laguna Blanca, deserta se non fosse per la presenza costante di lama e fenicotteri?
La maggiore difficoltà riguarda l’insidioso sterrato, mentre i quasi 5.000 metri di altitudine hanno costretto alla rinuncia di alcuni di noi; rientro a San Pedro e trasferimento di 350 km fino alla cittadina di Antafagosta, sul Pacifico.
Il paesaggio della cosiddetta “Valle della Luna” mi ha molto colpito: montagne rossicce, erose dal vento e la prospettiva della Cordigliera con le sue vette innevate.
06.02,2024 - Da Antafagosta a Copiacò, per circa 600 km; unica nota di una tappa monotona, la scultura Mano del deserto.
07.02,2024 - Raggiungiamo la cittadina di Serena dopo una breve tappa, di appena 350 km.
09.02.2024 - Ci fermiamo per tre giorni nella capitale Santiago, che si presenta come una città moderna, con pochissimo traffico, servizi pubblici veloci ed efficienti.
12.02.2024 - Inizia la Patagonia cilena: il paesaggio è incantevole, con il vulcano Osorno a delimitare l’orizzonte.
13.02,2024 - Giornata di riposo; con il traghetto visitiamo l’isola di Castro ed il suo parco naturale.
14.02.2024 - Il paesaggio muta, diventando verde e luminoso; la temperatura più mite ricorda la Norvegia; la nebbia apre ai boschi di conifere, sullo sfondo le montagne innevate... la Carrettera Austral ci attende.
15.02.2024 - Superiamo il fiordo di Puyuhapiappam poi tappa breve, da Junta a Coyhaque di circa 350 km di cui però oltre 50 di ripio con tratti tortuosi anche in salita.
16.02.2024 - Oltre 100 km di sterrato, fino a Puerto Rio (foto). Sosta a Cerro Castillo.
17.02.2024 - Puerto Rio - Chile Chico di 165 km, di cui 150 di sterrato con strette curve e variazioni di altimetriche significative; cascate, laghi, picchi innevati, una coppia di condor si tiene in equilibrio contro vento... sono in accordo con lo spazio che mi circonda, l’energia non mi manca, mi sembra più leggero il procedere.
18.02.2024 - Da Chico Chico a Gobernator Gregores per 450 km; entrati in Argentina e nel suo paesaggio brullo e arido.
La strada è ben asfaltata ma va posta cautela al forte vento laterale ed all’improvvisa comparsa dei lama che incuranti dei veicoli in transito attraversano la carreggiata; i tratti di fuoristrada hanno lasciato il segno sulla moto: il paraolio sinistro trasuda e mancano circa 1.000 km fino ad Ushuaia, non tutti su asfalto; la strada è la Ruta 40.
19.02.2024 - La febbre alta costringe Massimo alla rinuncia; lasciamo Gobernator Gregores e dopo un breve tratto su asfalto comincia lo sterrato.
Una breve sosta ad una stazione di servizio mi permette di assicurare la giusta quantità di benzina e di ridurre la pressione dei pneumatici... poi non mi ricordo cosa sia accaduto: quando riprendo conoscenza, mi trovo a bordo di un pick-up insieme a Armando, anche lui vittima di una scivolata.
Siamo diretti all’ospedale di Gobernator Gregores e da qui vengo trasferito in un centro specializzato dove mi sottopongono ad una tac che esclude compromissioni traumatiche; tuttavia mi viene ingessato il braccio sinistro, e precauzionalmente sono tenuto in osservazione per 48 ore.
22.02.2024 - L’indagine tomografica di controllo esclude ogni complicazione; mi sento tranquillo, Massimo ed Armando sono con me e ci organizziamo per raggiungere Ushuaia con un pick-up, caricando anche le moto.
26.02.2024 - Comunque sono arrivato ad Ushuaia e con la moto anche se non sulla moto!
Ho portato me stesso fin dove desideravo, al limite della terraferma; lo schiaffo ricevuto dal ripio mi ha restituito attenzione; la strada che abbiamo davanti, unica, merita rispetto e sorprendendoci lascia sempre il segno.
L’avventura è anche questo.
Stima dei costi del viaggio
Viaggio aereo circa 1.800 euro
Trasporto moto circa 2.000 euro
Pernottamenti e pranzi circa 3.000 euro
Carburante ed extra circa 1.200 euro
Assicurazioni personale e per la moto e documenti doganali circa 2.000 euro
Al totale di circa 10.000 euro vanno aggiunti i costi imprevisti derivanti dalla caduta, valutati in circa 2.000 euro
Sono certo che, nonostante i momenti critici, l'esperienza ti abbia arricchito.
Ti stringo la mano virtualmente e ti auguro di non smettere mai di sognare.
Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Cesare.