Honda Epic Tour. In viaggio con la Crosstourer da Londra a Roma
Honda Epic Tour
L'Honda Epic Tour è stato indetto a fine ottobre 2011 ed è terminato il 31/12/2011.
Per partecipare bastava... iscriversi!Infatti molti si chiedevano, dopo l'iscrizione, cos'avrebbero indovinare o che prova di abilità avrebbero dovuto superare, in realtà bisognava semplicemetne incrociare le dita e attendere l'estrazione del 14 febbraio 2012.
Vincere significava partire per un raid di 9 giorni e quasi 4000 km attraverso l'Europa percorrendo le più belle strade del Vecchio Continente. Partenza da Londra e arrivo a Roma passando per UK, Belgio, Germania, Svizzera, Francia e Italia, comprese Corsica e Sardegna!
I partecipanti provengono da tutta Europa e la moto protagonista è la Honda Crosstourer in entrambe le versioni (STD e DCT). Leggi la nostra prova della Honda Crosstourer »
Il vincitore italiano è Mauro Norcen, di Spresiano (TV) ha 50 anni e viaggia con la moglie Mara Padoan. E' possessore di una Honda Gold Wing.
Partecipa all'evento anche Roberto Susinno, che ci racconterà tappa per tappa questo viaggio.
Il racconto di Roberto Susinno
13 giugno 2012
Questa avventura potrebbe sembrare l'incipit di una logora barzelletta anni '80 : "...C'era un inglese, un francese, un tedesco.." beh... è proprio così che è iniziata! Honda Epic Tour, il concorso europeo che ha premiato 8 bikers di tutta Europa parte oggi 14 giugno, e io come osservatore privilegiato ve lo racconterò in esclusiva.
Il lancio di una macchina da turismo all around come la nuova honda Crosstourer non poteva trovare un banco di prova migliore di questo, nove giorni di pura guida, sulle più entusiasmanti strade dell'Europa centrale da Londra a Roma, che, per inciso, è anche la mia città natale.
Il nostro D-day è cominciato per ciascuno di noi di buon mattino, con un volo verso la capitale del Regno Unito, che, tirata a lucido per le imminenti Olimpiadi, ci ha accolto nella splendida sistemazione che Honda UK ci ha messo a disposizione in un albergo vicino al suo Head Quarter.
Da ora in poi saremo "Honda VIP Guests" e appare subito chiaro che questa non sarà solo una formula di benvenuto. Dopo aver fatto la conoscenza dei miei compagni di viaggio, veniamo trasferiti nel primo pomeriggio presso l'Honda Institute di Langley, una facility a metà tra il museo, l'accademia, e il reparto esperienze, per dirla con parole Honda; il parco giochi più grande del mondo, il sogno inconfessato del motociclista medio, per chi scrive.
Qui lo staff di Global Enduro ci introduce ai dettagli della nostra avventura, al codice di comportamento in viaggio e alle caratteristiche tecniche del mezzo che ci accompagnerà.
Si comincia a fare sul serio, dalla sala riunioni, dopo le formalità di rito veniamo accompagnati presso il piazzale dell'istituto e lì mi viene presentata "lei".
Honda Crosstourer 1200 DCT, bianca come il mio VFR, in pieno assetto touring con trittico di valigie in alluminio, difficile volere di più.
Ho familiarità con il DCT, declino la prova preliminare e torno col gruppo in albergo, domani si parte all'alba, ci aspetta una lunga tappa da Londra a Vianden in Lussemburgo, via tunnel della Manica... ma questa sarà la storia di domani.
14 giugno 2012
E alla fine il D-Day arrivò. Anche il percorso previsto per oggi sembra voler evocare storici sbarchi e finalmente i convenevoli sono terminati, da oggi si guida!
Londra ci saluta con una giornata assolutamente straordinaria per i suoi standard, temperatura mite, poche nuvole e un timido sole.
Purtroppo a farci compagnia per la prima ora di viaggio è però anche il suo rinomato traffico congestionato che ci costringe ad un passo lento e faticoso, considerando che quasi tutti i partecipanti non hanno confidenza con la nuova Crosstourer che è sì ben equilibrata, ma è pur sempre una maxi-enduro da 250 kg e oltre, con tutto l'ingombro del trittico di valigie.
Ma la sofferenza dura un attimo e non appena fuori dalle arterie in uscita dalla Capitale iniziano le sorprese.
Probabilmente sottovalutato per il meteo spesso inclemente l'East Sussex si rivela una regione meravigliosa, stretti budelli incastonati in boschi fittissimi, villaggi di cottage di mattoni ricoperti di rampicanti e muschio, la campagna più verde che possiate immaginare, dove bovini pasciuti ci guardano sfilare senza scomporsi.
Una sosta alle impressionanti scogliere a picco del Birling Gap e si riparte. Nynfield, Hastings, Rye scorrono via veloci nel nostro viaggio verso il tunnel della Manica, abbiamo ancora 350 chilometri da fare ed il tempo stringe.
La meraviglia di caricare le moto su un treno con la stessa facilità con cui si prende l'autobus dura un attimo.
Siamo a Calais e facciamo rotta verso Lille, poi Bruxelles e via verso il Lussemburgo. La scelta obbligata di percorrere autostrada non mi impedisce però di notare gli splendidi scorci che la regione dei valloni offre, e complice il grande comfort di guida che mi offre la trasmissione automatica della mia Crosstourer mi perdo a fantasticare su quali strade meravigliose possano nascondersi tra quegli infiniti scollinamenti e quelle valli spesso solcate da fiumi dalle ampie anse. Mi riprometto di approfondire l'argomento prima o poi, magari con mia moglie al seguito.
Finalmente l'autostrada termina e malgrado sia ormai tarda sera riusciamo a goderci gli ultimi 50 chilometri di magnifiche curve a medio raggio, lisce, pulite, che invogliano a mettere alla frusta la ciclistica. La stanchezza è però tanta, il mio trip segna 680 chilometri e siamo ormai alla guida da oltre dodici ore. Ci accontentiamo di pennellarle di buon passo e finalmente siamo a Vianden, borgo medioevale ai confini con la Germania sovrastato da uno splendido castello.
Due foto di rito, una cena abbondante in cui il mio inglese viene messo a dura prova dai ragazzi dello staff in vena di scherzare, e sono pronto per riposare, è ormai l'una e domani voglio raccontarvi quello che incontreremo da qui a Friburgo. Buonanotte!
15 giugno 2012
Sei e trenta, la sveglia suona e come spesso accade si ha subito l'impressione di sapere come andrà la giornata.
Beh l'istinto oggi suggeriva di rimanere a letto e la prima metà di questa giornata conferma che la prima impressione è davvero quella che conta.
Dopo una abbondante colazione si parte, ma tutta l'acqua che l'Inghilterra ci aveva risparmiato la Germania sembra intenzionata a restituirci con abbondanti interessi.
Un cielo che non promette nulla di buono ci saluta a Vianden e non appena superato il confine la pioggia comincia a scendere insistente. Penso che freddo e pioggia siano più che abbastanza come benvenuto, ma la giornata ha ben altro in serbo per noi.
Nei primi 100 km in direzione Trier, collezioniamo nell'ordine: acqua e vento, lo smarrimento della coppia di Bikers inglesi che bucano una svolta perdendosi e la scivolata di Richard, il team leader di Global Enduro, tradito da una pozza di gasolio appena ripartiti da una sosta.
3 ore abbondanti e così poca strada... confesso che la prospettiva di terminare alle dieci di sera come ieri non mi attira nemmeno un po'.
I ragazzi di Honda al nostro seguito rimettono in ordine la moto di Richard in pochi minuti e nel frattempo ci siamo ricongiunti con James e sua moglie. Un po' di autobahn a questo punto è un male necessario per recuperare tempo e fino a Kaiserslautern la noia si somma al disappunto.
La Germania centrale scorre veloce, lasciandomi negli occhi solo i segni di una imponente industrializzazione.
Giornata da dimenticare penso, mentre Charlie il capofila segnala la svolta a destra che sarà anche il punto di svolta e riscatto della giornata. Il panorama cambia nel giro di pochi chilometri, la pioggia scompare, gli agglomerati industriali lasciano il posto ad una campagna dolce, verdissima, attraversata da un nastro d'asfalto perfetto e tortuoso.
Il passo si fà svelto e finalmente disinserisco la trasmissione automatica per passare al manuale sequenziale, la moto scende, sempre più giù e mi sorprendo ad angoli di piega impensabili con una moto pressoché sconosciuta e in assetto da viaggio.
La pausa pranzo, in un bar che mi ricorda quello in cima la passo della Raticosa, arriva troppo presto a guastarmi la festa, non sapendo che il meglio sarebbe ancora dovuto arrivare.
Baden-Baden ci apre le porte della Schwartzwaldhocstrasse e il percorso fino a Friburgo si fa entusiasmante: conifere di dimensioni impressionanti circondano la strada che si fà prima veloce, poi stretta, poi nuovamente veloce.
Il sorriso dentro il casco si allarga a dismisura, il trip è oltre i 450 chilometri , sono le 19 passate, ma prego che questa giostra non chiuda proprio ora.
La giornata volge però al termine, e dopo una breve sosta in un piccolo borgo sulle sponde del Reno facciamo rotta verso Breisach, dove ci attende una sistemazione davvero speciale.
Un delizioso albergo che domina la collina e ci regala la vista dell'intera valle, gestito da un noto produttore di vino e sidro. Doccia calda, cibo ottimo... forse la prima impressione stavolta era quella sbagliata.
Ora a letto, domani rotta verso le Alpi, non vorrei essere nei panni delle mie Bridgestone.
16 giugno 2012
La sveglia continua a suonare troppo presto, ma se la giornata di ieri non ci ha piegato, il programma di oggi convincerebbe ad alzarsi qualunque biker sano di mente.
Complice un meteo fin troppo favorevole lasciamo Breisach di buon mattino e dopo aver omaggiato il dealer Honda locale della nostra presenza facciamo rotta verso il lago di Costanza.
Comincio ad apprezzare davvero il comfort della trasmissione automatica che in questa seconda generazione mi sembra davvero molto migliorata rispetto alla precedente. Viaggiando senza passeggero mi toglie d'impaccio in più di una occasione consentendomi di usare la mano sinistra per estrarre documenti, macchina fotografica ecc.
Purtroppo un caldo asfissiante e paesini trafficati in stretta sequenza ci tengono compagnia quasi fino a Schaffahausen, ma la vista del lago ci rincuora, la pausa pranzo si avvicina, assieme all'oggetto di tutti i nostri desideri... Le Alpi!
Due foto di rito ai mille laser che solcano il lago e il richiamo delle vette in lontananza si fa irresistibile.
A passo svelto ci avviciniamo e la strada verso l'Arlberg letteralmente si avvita.
Perdo il conto dopo un minuto delle scalate e degli inserimenti in curva, l'asfalto è perfetto e le curve cambiano continuamente raggio e pendenza, una montagna russa su scala geografica circondata da un paesaggio che sembra rubato alle avventure di Heidi.
Lech, Zurs, Sant Christof, Sant Anton, nessuno vuole fermarsi per non interrompere la magia ma come al solito Landek arriva sul più bello.
Stavolta pero il nostro albergo è parte integrante dell'atmosfera del viaggio, un vero motorrad hotel dove tutti gli altri ospiti non sembrano essere graditi. Parcheggio riservato solo alle moto, officina, l'intera gamma bavarese in test drive e moto sparse dentro la sala pranzo.
In un posto del genere la fauna è difficilmente immaginabile, spazia dal biker super sportivo a quello pelle e cromature con in mezzo ogni possibile declinazione, il tutto con un unico effetto: mi sento a casa!
È come sempre troppo tardi. Presto a letto che domani ci aspettano altri 600 chilometri tra Austria, Svizzera, Italia e Francia.
17 giugno 2012
Apro gli occhi scosso da un rumore rabbioso ma familiare, è un biker tedesco che scalda la sua splendida Tuono proprio sotto la mia finestra... Alle sette del mattino!
Un gesto che ovunque altrove sarebbe valso urla di protesta se non una secchiata d'acqua gelida, in questo posto mi mette nello stato d'animo giusto per cominciare la giornata.
Stelvio, a torto o ragione il santo Graal del motociclista europeo, oggi ci aspetta e personalmente è troppo tempo che non passo a rendergli omaggio.
La solita colazione ipercalorica e via verso l'Italia, solo un attimo per alcuni scatti allo splendido lago di Resia ed un pensiero alla sua tragica storia e si riparte.
Ci siamo, la produzione cinematografica al nostro seguito mi installa una telecamera sul cupolino e questo mi vale una deroga alle rigide regole del viaggio in carovana...
"Ok Rob, you're free to ride like there's no tomorrow!" queste le parole di Charlie il nostro capo guida... Apriti cielo, in un secondo sono fuori dalla fila, le marce scendono e i giri salgono, l'urlo del v4 è interrotto solo dal DCT che infila marce come fossero fucilate.
Un tornante, due, mi ritrovo con l'anteriore che punta il cielo in uscita senza nemmeno farlo di proposito e mi ritrovo a seguire un Hypermotard che sale su di passo davvero svelto.... troppo svelto!
A ricordarmi di essere alla guida di un bestione grande e grosso arrivano le valigie laterali... alle quali lascio un ricordino in uscita dal tornante numero 26. Ok è il caso di rallentare, ma perché non ho pensato a chiedere di smontarle!
Arrivo in cima, ma l'attesa del gruppo si fa troppo lunga, deve essere successo qualcosa ed infatti non appena arriva Charlie apprendo che un paio di coppie di partecipanti hanno appoggiato la moto in terra in uno dei tanti tornanti strettissimi. Poco male, solo graffi, si può ripartire.
Scendo verso Bormio con più calma, riprendendo col mio camera-car il passo sicuro di Uwe e Ivonne, la coppia di partecipanti tedesca.
D'ora in poi però la giornata, per ragioni di forza maggiore ci offrirà solo tanto caldo, traffico e autostrade, il lago di Como la domenica è invivibile e la rotta verso Briancon è lunga.
Unica nota, non appena usciti dalla Torino-Bardonecchia, il tratto di statale del Monginevro, che ci rinfranca con le sue curve ampie che sembrano disegnate da un compasso prima della meta... Anche oggi i nostri 580 chilometri li abbiamo macinati, domani tutti al mare!!!
18 giugno 2012
Oggi il programma sembra meno tirato del solito, infatti ci viene concessa una ottima sveglia alle sette e trenta. Non sono un profondo conoscitore della zona ma qualcosa mi dice che questa non sarà una una banale tappa di trasferimento per portarci dalla montagna verso il mare.
I cartelli stradali che ci guidano sulla Route des grandes Alpes sembrano promettenti e non appena si inizia a salire ricomincia lo spettacolo di sensazioni che ogni biker ben conosce.
Anche oggi la mia moto è letteralmente infestata di telecamere, ma la consegna è di riprendere il più possibile i miei compagni di viaggio. Questo però non mi impedisce di gustarmi la salita al Col del Vars apprezzando le belle pieghe di Mauro e Mara, la coppia di vincitori italiani, che dimostra una padronanza del mezzo e delle situazioni che viene evidentemente da lontano.
Foto, rifornimento, uno snack, ripartenza. Stiamo diventando una bella macchina da guerra e l'affiatamento, che i primi giorni era ovviamente impossibile, emerge in modo evidente permettendoci di coprire le distanze in un tempo molto minore.
La strada però riprende a salire, leggo di sfuggita un Col de la Bonette, e dall'entusiasmo con cui si sbracciano salutando i motociclisti che scendono in senso contrario ho la netta sensazione che questo nome mi rimarrà impresso a lungo.
Questa volta l'istinto non mi ha tradito, il paesaggio diventa quello tipico degli itinerari d'alta montagna, vegetazione bassa, rocce erose e parzialmente franate per l'azione di ghiaccio e neve, marmotte che sbucano qua e là dalle loro tane.
E poi lei, la nostra strada, in perfette condizioni, che complice il solito meteo favorevole manda rapidamente in temperatura le gomme permettendoci di capire quanto la ciclistica delle nostre Crostourer sia precisa ed equilibrata.
Un numero infinito di curve e tornanti e finalmente la vetta con le sue foto di rito e i commenti tra bikers... che son sempre gli stessi ma son belli così!
Ora è letteralmente tutta discesa, e un magnifico itinerario all'interno del parco nazionale Mercantour ci conduce alla nostra destinazione odierna, Nizza.
Incredibile sono le quattro del pomeriggio! Abbiamo addirittura tre ore da passare in spiaggia, che mi valgono anche il primo bagno della stagione e due chiacchiere in un esperanto esilarante con Cesar e Ricardo, i vincitori spagnoli, due ragazzi di Bilbao nei cui occhi vedo la stessa grande emozione che in questi giorni accende anche i miei.
Domani la sveglia sarà davvero sfidante, ma così deve essere per permettermi di raccontarvi quella perla selvaggia che è la Corsica. A domani.
19 giugno 2012
Tutto quello che avete sempre voluto sapere sulla Corsica e non avete mai osato chiedere, in poco più di sei ore! Il racconto di oggi potrebbe chiudersi anche qui, ma il bello come sempre è nei dettagli!
La nostra giornata come avrete capito dall'epilogo di quanto vi ho raccontato ieri è iniziata letteralmente all'alba, alle sei siamo già in sella verso il porto di Nizza, giusto in tempo per ammirare quanto possa essere bello il suo lungomare quando è libero dal consueto traffico.
Dopo le operazioni di imbarco, riusciamo finalmente a liberarci dalle nostre pesanti e caldissime armature per goderci 6 meritate ore in calzoncini durante la traversata.
Ma il vostro eroe neanche questa volta potrà riposarsi visto che verrà coinvolto, assieme al suo connazionale Mauro, in una revisione volante del percorso odierno dai ragazzi dello staff.
Ragioni di tempo e di opportunità consigliano infatti di effettuare alcuni tagli ad un percorso che nella sua versione originale rischiava di portarci a Bonifacio fuori tempo utile anche solo per mangiare, così io in qualità di traduttore e Mauro come profondo conoscitore della Corsica ci sciroppiamo anche un bel briefing con i ragazzi di global enduro nel quale definiamo il nuovo itinerario.
Col senno di poi siano benedetti quei quaranta minuti, ora saprete perché!
Partiti da Calvi, all'altezza di Lumio decidiamo infatti di abbandonare la strada principale per una piccola via secondaria che si arrampica verso la regione interna e montagnosa. La vegetazione è incredibilmente varia, palme, fichi d'india, olivi e la strada pur con una carreggiata davvero ridotta non è affatto da meno. Anche questa volta la mia moto si dimostra perfetta per lo scopo, talmente facile ed immediata da lasciarmi tutta la maniera di godermi lo stupendo paesaggio.
Paesini i cui nomi tradiscono un legame strettissimo con la nostra patria scorrono via uno dopo l'altro; Speloncato, Occhiatana, Palasca ci accompagnano nella salita assieme ad una vegetazione che da mediterranea diventa montana. Il mirto lascia il posto alle querce, i gabbiani ai maiali selvatici e alle mucche, libere sulla carreggiata!
L'orologio ci dice pero che nonostante i tagli e il buon passo che deriva dal nostro affiatamento siamo in ritardo e dobbiamo affrettarci. Poche soste, Corte passa senza nemmeno il tempo di una foto così come Venaco ed Ajaccio.
I cartelli però cominciano quantomeno a menzionare la nostra destinazione e passato Propiano ci si apre davanti lo spettacolo del mare corso.
Un tramonto da levare il fiato ci accompagna negli ultimi chilometri di splendide curve. Bonifacio, col suo porto che nasce in un fiordo naturale ci accoglie stanchi ed accaldati, ma cerca subito di consolarci con quella che finalmente mi sento davvero di definire una ottima cena!
Domani ci aspetta l'ultimo long run del nostro viaggio, il pensiero di tagliare in verticale in una giornata l'intera Sardegna mi induce un brivido, se non leggerete ulteriori aggiornamenti... Vi avevo avvisato.
20 giugno 2012
Una notte praticamente in bianco non è certo il massimo per iniziare una corsa contro il tempo come quella che ci aspetta oggi.
Il programma prevede infatti l'imbarco immediato verso Santa Teresa di Gallura e poi un taglio netto in verticale lungo la costa est della Sardegna attraverso la SS125, strada di cui ho un ricordo per nulla invitante fatto di traffico e caldo asfissiante.
Il nostro scopo è di essere al porto di Cagliari per le 16.30 e non sono ammesse deroghe visto che il traghetto per Napoli che ci porterà verso l'ultima tappa del nostro viaggio non aspetterà di certo.
Purtroppo nemmeno questa volta i ricordi mi tradiscono e la "orientale sarda" ci riserva il suo usuale benvenuto tanto che dopo una quarantina di chilometri non possiamo che abbandonarla per l'autostrada, e purtroppo la parte interessante della giornata dal punto di vista motociclistico finisce qui.
Peccato lasciare sfilare così la nostra bella Sardegna, ma ubi major... in ogni caso oggi abbiamo avuto la riprova che il Crosstourer quando si tratta di macinare chilometri in fretta è perfettamente a suo agio.
Voglio però parlarvi di uno degli aspetti più coinvolgenti, dell'ingrediente che ha reso davvero indimenticabile tutta questa esperienza. I miei compagni di viaggio; ve li presento in ordine del tutto casuale.
Jim e Padula, inglesi del Surrey, digiuni di moto da vent'anni eppure in qualche modo perfettamente integrati, chissà che questa avventura non abbia riacceso in lui la voglia di tornare ad essere un biker, a giudicare dal suo sguardo direi di sì.
Uwe e Ivonne, sassoni di Liechtenstein, entrambi biker esperti, sempre pronti, puntuali, equipaggiati... ma mai freddi come potreste immaginare, una delle sorprese piu inaspettate di tutto il tour.
Eric, belga di Mons, addetto alla sicurezza di una banca e guidatore di una splendida Triumph con qualche anno e moltissimi chilometri sulle spalle. Studia le lingue per diletto e parla anche un ottimo italiano, un vero gentleman tra tutti noi.
Delio Josè, portoghese di Portimao, imprenditore nell'industria alimentare e Giessista convinto, le cui certezze dopo quattromìla chilometri con il Crosstourer cominciano a vacillare.
Cesar e Ricardo, spagnoli (e baschi come tengono a sottolineare) di Bilbao, giovani come chi vi scrive e membri di un moto club supersportivo, che ha lasciato tracce evidenti nel loro stile di guida che però non gli impedisce di apprezzare le doti dinamiche della nostra moto.
Mauro e Mara, in parte già li conoscete. Trevigiani, lei commerciante, lui impegnato nel settore automotive, con una storia di moto possedute lunghissima.
Pensavo attualmente guidassero un Gold Wing, ma apprendo con piacere che l'hanno sostituita poco prima di partire proprio con una bella Crosstourer.
Questo il nostro dream team, non vedo l'ora di vederli tutti a bocca aperta lungo i fori imperiali della mia Roma!
21 giugno 2012
La nostra avventura termina oggi, e per me è un cerchio che idealmente si chiude visto che proprio dalla città eterna tutto è cominciato.
Non nascondo che questa giornata mi mette una certa emozione, dovrò salutare i miei compagni di viaggio, rivedrò la mia famiglia, ma soprattutto dovrò guidare un gruppo di undici bikers stranieri dal porto di Napoli al Colosseo senza perdere nessuno per strada...
Inoltre oggi avrò un passeggero d'eccezione, Adam, il nostro operatore cinematografico che con tutta la sua attrezzatura immortalerà il nostro arrivo a Roma.
Ovviamente la nostra nave è in perfetto ritardo e questo rende ancora più difficile il tutto, ma mi faccio coraggio e mi butto nel traffico disordinato di Napoli e i ragazzi mi seguono con la disciplina che hanno acquisito in questi giorni.
Posillipo e Fuorigrotta mettono a dura prova le nostre abilita ma in un modo o nell'altro riusciamo ad arrivare sul litorale domitio, la scelta si rivela peró infelice e purtroppo le descrizioni agghiaccianti di Saviano trovano una conferma che non pensavo possibile.
Una costa potenzialmente incantevole devastata dall'abusivismo edilizio e dall'incuria ci lascia sgomenti... Devo in qualche modo riscattare questo spettacolo che non ci fa giustizia, e ricorro subdolamente ad un italico cavallo di battaglia: la gastronomia!
Uno splendido caseificio ci regala il miglior pranzo da dieci giorni a questa parte e la facce perplesse lasciano il posto a larghi sorrisi rigati da gocce di latte di bufala.
Si riparte alla volta di Roma, e la strada migliora, Formia, Gaeta, Sperlonga, la via Flacca ci regala scorci di roccia a picco mentre ci accompagna verso la prova finale, il traffico capitolino.
Arriviamo all'Eur proprio alle cinque, l'ora di punta, ma Honda ha mandato in nostro soccorso un altro conoscitore della città che mi aiuta nella disperata impresa. Ci siamo, le Terme di Caracalla, il Circo Massimo, piazza Venezia, il teatro di Marcello ed infine sua maestà il Colosseo.
Sento distintamente il rumore delle mascelle dei miei compagni di viaggio che cadono per terra, mi si riempie il cuore d'orgoglio e una lacrima mi scende dentro il casco.
Corrompo con la nostra storia una coppia di vigili che ci lascia sostare un attimo per le foto di rito e la nostra avventura di bikers si chiude, lasciamo le nostre compagne a due ruote alle amorevoli cure dello staff Honda ci dirigiamo alla nostra sistemazione, a due metri da Trinità dei monti.
Una cena all'altezza e siamo già ai saluti, la scena è indescrivibile, ci si affretta a scambiarsi indirizzi e telefoni, qualcuno si commuove, io mi infilo in un taxi prima di farlo e rimango solo con i miei pensieri.
Questa avventura è stata straordinaria sotto tutti i punti di vista, quello motociclistico, quello umano, quello della sfida con se stessi.
Honda ha creato una macchina da turismo che, indipendentemente da quello che decreterà il mercato, si è dimostrata perfetta per lo scopo per cui è stata progettata.
Lo staff di global Enduro ha organizzato una logistica impressionante facendoci sentire sempre protetti e a nostro agio.
I biker di tutta europa hanno contribuito con il loro spirito alla riuscita di quello che rimarrà un ricordo indelebile nella memoria di noi tutti.
Congratulazioni
Ancora complimenti per questo bellissimo articolo
Lamps
In parte avete ragione...
Come ogni mototurista di razza sa bene 500km al giorno non sono nulla di speciale. Lo stesso giro in solitaria probabilmente si chiude in 5 giorni senza sforzo.
Il nome, come sempre in questi casi, sarà stato scelto in qualche ufficio marketing da un automobilista :-) tuttavia una cosa davvero epica c'è stata: l'atmosfera.
Come avrete letto il gruppo era quanto di più eterogeneo, eppure si è riusciti nel trovare una amalgama che ha permesso a tutti di godersi l'esperienza in sicurezza senza scontentare nessuno.
Il confronto vero e diretto con la mentalità degli altri biker europei mi ha arricchito molto di più di quanto non avrebbero potuto fare pieghe estreme o tappe dakariane da 1000 e più chilometri.
Se poi avete in mente un giro davvero epico .....contattatemi, che partecipo volentieri!