Planet Explorer 7 in Vietnam. Day 3, Sa Pa
Indiscutibilmente vario sotto il profilo orografico, il Vietnam è un'esplosione di forme, luce e colore nelle regioni del nord, dove l'aspetto umano è senza dubbio l'elemento cardine. Dopo 9 ore di treno, che non è certamente di quelli a lievitazione magnetica, si arriva alla stazione di Lao Cai al mattino prestissimo e, giusto per svegliarsi un po', ci sono almeno altri 50 chilometri da percorrere su una strada che si inerpica fino a 1.600 metri, con una serie di curve e tornanti da giro d'Italia. Così mettiamo subito a dura prova gli 11 cavalli della nostra Primavera che fatica un po' a salire in quota, ma in compenso si destreggia con una assoluta disinvoltura nei continui cambi di direzione.
Arriviamo a Sa Pa, uno dei quei luoghi di cui ti innamori a colpo d'occhio e senza saperne il perché. Sa Pa un tempo era un villaggio remoto ed isolatissimo, ma nel 1993, quando le autorità hanno aperto le porte al turismo, è divenuta una cittadina chiassosa e affollatissima, ingarbugliata e trafficata, ma con un fascino assolutamente unico, di cui te ne rendi conto solo quando te ne vai... Sono queste montagne, dove si susseguono a perdita d'occhio terrazzamenti di risaie capaci di cambiare colore e aspetto a seconda dei mesi, una vera mecca per i fotografi e non solo! Per gli amanti del trekking le montagne del nord che circondano Sa Pa rappresentano una infinita molteplicità di percorsi soprattutto per la possibilità di entrare in contatto con le oltre 50 etnie che popolano questa regione: viet, cinesi, khmer e chan, ma anche tante altre minoranze come gli hmong neri o i dao rossi. Gli abiti e gli ornamenti dei copricapo sono di una raffinatezza unica e le donne ne hanno più cura che delle proprie abitazioni.
Eravamo venuti in perlustrazione in Vietnam lo scorso ottobre, ma non avremmo mai pensato di ritrovare Mai. E' una hmong, dice di avere 90 anni, non ha neppure un dente in bocca ed il suo volto segnatissimo dal tempo è una fitta matrice di rughe. Eppure è bellissima. Ci riconosce e ci sorride, ci abbraccia con affetto. E ci mostra con orgoglio i suoi lavori, gli abiti intrecciati e coloratissimi e quel vecchio telaio in legno con il quale continua a lavorare, tenendo sempre vicina a se la nipotina di 2 anni. Per gli uomini e per le giovani donne la vita non è tanto facile. Il lavoro nei campi è estremamente duro e le risaie, per produrre raccolti abbondanti, hanno bisogno di tempo e di braccia. Il Vietnam è il secondo paese al mondo per l'esportazione di riso, un alimento decisamente importante, visto che per il 50% della popolazione mondiale e per il 90% di quella asiatica rappresenta una fondamentale fonte di nutrimento. "Il riso è vita" fu lo slogan coniato dalla FAO qualche anno fa e visto che siamo nell'anno di Expo, dove il pay-off è "nutrire il pianeta", infilarsi un paio di stivaloni in gomma e scendere nelle risaie e piantare con le nostre stesse mani una decine di pianticelle di riso ci ha dato una gioia immensa.
Per la nostra Primavera sono state due giornate durissime, intense sotto ogni aspetto. Raggiungere i villaggi di Lao Chai e Ta Van, o peggio ancora scendere dentro le risaie, significa portare al limite ogni mezzo, figuriamoci una Vespa! Gli ammortizzatori hanno praticamente lavorato sempre in fondo-corsa, i cerchi da 11 pollici hanno dovuto affrontare guadi e viaggiare quasi costantemente su un letto di sassi. Ma anche se con fatica, sfregando più volte la scocca contro le rocce, siamo riusciti a portare a termine la nostra missione e donare ad un gruppo di fanciulli penne e quaderni. E' stato quel piccolissimo gesto che ci ha ripagato di ogni sacrificio.
Testo di Luca Bracali
Foto di Luca Bracali (paesaggi e natura), Nadia Ballini e Anna D'Eamo (dinamiche Vespa)
Video di Laura Scatena