A Le Mans si parla più di mercato che del GP
LE MANS – Si fa fatica a parlare di moto, a entrare nel clima della competizione. Colpa di un calendario delirante, con tante, troppe pause iniziali, prima di due mesi (giugno e luglio) da incubo con una gara dopo l’altra. Così è normale che nella conferenza stampa di giovedì non venga praticamente nominato il GP di Francia, ma si dibatta solamente sul futuro dei piloti. I quali, com’è normale che sia, parlano poco volentieri di queste cose, negando tutto, anche l’evidenza.
Ecco quindi che Casey Stoner cerca di gettare acqua sul fuoco, smentendo qualsiasi accordo con la Honda, pur ammettendo «ci sto pensando», mentre Valentino Rossi ripete un concetto già ribadito molte altre volte: «La mia prima scelta è la Yamaha: è qui che vorrei finire la mia carriera». Come spesso accade, Valentino, con il pensiero rivolto anche alla sua Inter che domani sera giocherà la finale di Champion League a Madrid, offre qualche spunto in più di riflessione. «Nel 2003 – dice – quando io lasciai la Honda per la Yamaha, avevo cominciato a guardarmi in giro da metà estate in avanti, mentre adesso siamo diventati un po’ come la F.1 e alla seconda gara si pensa già al 2011».
Inevitabili se tutti i piloti più forti – Rossi, Lorenzo, Pedrosa, Stoner, Dovizioso, Hayden… - sono
in scadenza di contratto e, non a caso, Valentino aggiunge che: «probabilmente, chi sceglierà per primo sarà avvantaggiato». La sensazione è che potrebbe essere proprio il fenomeno di Tavullia a fare la prima mossa: poi, tutto il resto verrà di conseguenza.
Solo Dani Pedrosa sembra non avere troppa fretta. «Il mio futuro è la gara di domenica – afferma stando ben attento a non fare nemmeno un sorriso – e quando sarà il momento parlerò con quelli della Honda. Come sempre, tratterò direttamente con i capi giapponesi, non certo con persone che non conosco o con Livio Suppo». Parole irritanti, che fanno emergere una certa tensione all’interno del box HRC: sono sempre di più le indiscrezioni che fanno pensare a un raffreddamento dei rapporti tra lo spagnolo e la Honda, tanto che perfino la Repsol non sembra più così interessata a seguire Pedrosa in tutto e per tutto.
Finalmente, comunque, oggi si va in pista, con un bel sole caldo, che, stando alle previsioni, splenderà per tutto il fine settimana. Le statistiche dicono che qui Rossi ha conquistato sei podi nella massima cilindrata, comprese tre vittorie: nel 2002 con la Honda, nel 2005 e nel 2008 con la Yamaha, mentre nella passata stagione, Valentino finì sedicesimo e ultimo, dopo un GP da incubo, tra cadute, rientri ai box, penalizzazioni.
Nel 2009 era stato Jorge Lorenzo a trionfare, in una gara atipica per lui, condotta al comando dal primo all’ultimo metro. Le Mans, evidentemente, è un tracciato che si addice allo spagnolo, che qui nel 2008 compì un’impresa memorabile, conquistando il secondo posto, nonostante i postumi di un terribile incidente nel GP precedente in Cina e nonostante una partenza disastrosa, con Jorge solo undicesimo alla fine del secondo giro.
I ducatisti, invece, qui hanno sempre fatto fatica: Stoner ha conquistato un solo podio (terzo nel 2007), mentre Hayden non è mai andato oltre il quinto posto. Questo significa che, come anticipato dall’ingegnere Filippo Preziosi su Moto.it, la Ducati potrebbe correre in
difesa, ma se Nicky dovesse ottenere un buon risultato anche in Francia, dopo le positive prestazioni in Qatar e in Spagna, sarebbe molto significativo.
La sorpresa di questa gara potrebbe essere Marco Melandri, che a Le Mans ha vinto nel 2006 ed è arrivato secondo nel 2007 e nel 2009 (con la Hayate-Kawasaki). Melandri è rinfrancato dall’incoraggiante gara di Jerez e, soprattutto, dai test del lunedì dopo la gara, durante i quali ha provato le sospensioni Showa al posto delle Ohlins. Showa che Marco utilizzerà anche per questa gara e fino alla fine del campionato «perché – è la sua spiegazione – molto più adatte al mio stile di guida».
E’ giusta la scelta di Marco e del team Gresini? Da una parte sì, perché un pilota ha diritto di chiedere un componente che lui ritiene più valido, ma dall’altra mi lascia piuttosto perplesso: Melandri sarà l’unico pilota Honda (e, più in generale, della MotoGP) a utilizzare materiale Showa, senza alcuna assistenza, senza alcun dato a disposizione, senza possibilità di fare modifiche sostanziali. In ogni caso, per questo GP è lecito aspettarsi un Melandri euforico e ben più competitivo che nelle prime due gare.