Bridgestone lascia la MotoGP a fine 2015
JEREZ DE LA FRONTERA – La Bridgestone lascia la MotoGP a fine 2015, adesso è ufficiale. Perché? «Abbiamo raggiunto tutti i nostri obiettivi» dice sorridente Kyota Futami, General Manager Global Motorsport Department Bridgestone Corporation. E’ stata una decisione lunga («abbiamo iniziato a a parlarne molto tempo fa»), probabilmente sofferta, soprattutto per Hiroshi Yamada, l’ingegnere responsabile del Reparto Corse della Casa giapponese, artefice della crescita sportiva della Bridgestone. Ma inevitabile.
«Non c’entrano le ultime critiche ricevute – quelle sono assolutamente normali quando si parla di gomme – e nemmeno la situazione economica: semplicemente, dopo una lunga discussione interna, abbiamo ritenuto che il nostro cammino si era concluso, che avevamo fatto tutto quello che ci eravamo prefissati» spiega Futami, convinto che, in questo momento, «la Bridgestone non abbia più niente da imparare». Ancora non è stato deciso l’impegno futuro, se si tornerà alle quattro ruote o si continuerà in qualche altro campionato nelle due (opzione quest’ultima molto difficile).
«Quando siamo arrivati in MotoGP – conferma Yamada – il nostro obiettivo era battere il rivale di allora (la Michelin, NDA) e per me rimane indimenticabile quando Makoto Tamada, con le nostre gomme, vinse il GP del Brasile nel 2004, così come ricorderò come il momento più brutto di tutta la mia vita quando Shinya Nakano cadde al Mugello in pieno rettilineo per “colpa” nostra. Vinta quella sfida, ne abbiamo raggiunte altre, come quella dell’immediato riscaldamento dello pneumatico, o quello di una gomma utilizzabile da tutti. Le competizioni servono per lo sviluppo, per far conoscere il marchio, per motivare le persone e, naturalmente, per il “business”: adesso, però, è arrivato il momento di cambiare».
DAL 2009 UN MONOGOMMA DI ALTISSIMO LIVELLO
Dal 2009, la MotoGP ha adottato il monogomma e in questi anni la Bridgestone ha fornito un prodotto di altissimo livello. E’ vero, nei primi anni, ci sono stati problemi di riscaldamento nei giri iniziali, ci sono state tante cadute per questo motivo, ma nel complesso, il costruttore giapponese ha dato ai team materiale buonissimo. E, soprattutto, in tutti questi anni non c’è mai stata una sola polemica di aver favorito un costruttore piuttosto che un altro, non c’è mai stato un pilota che ha accusato la Bridgestone di aver dato al rivale materiale migliore. Questo, perlomeno, fino al 2013, quando sono iniziati un po’ di problemi, la qualità delle gomme è scesa e quest’anno si sono visti problemi – vedi Austin – per tanti piloti e moto diversi mai registrati prima con la Bridgestone anteriore. Una situazione che fa preoccupare per il 2015, ultimo anno di fornitura. Ma Futami assicura: «Rispetteremo tutti gli impegni presi con la Dorna». Intanto da questo GP, come era già successo in Argentina, tutti i piloti avranno a disposizione tre mescole anteriori (invece di due), per un totale di 10 gomme.
Pirelli, Michelin, Dunlop...
sarà ancora monogomma
certo che un gommista a questi livelli deve avere una capacità finanziaria di investimento e sviluppo che limita fortemente il parco dei potenziali partecipanti...