Corse e ricorsi. Il GP di Austin
E’ solo la seconda volta che si corre ad Austin, circuito voluto fortemente da Kevin Schwantz, che quest’anno, finalmente, rivedremo nel paddock e a bordo pista: dopo un estenuante causa con gli organizzatori del GP, uno dei piloti più amati della storia del motociclismo ha vinto la sua battaglia e torna protagonista. E’ una bella notizia.
L’unico GP disputato sul bellissimo tracciato texano aveva consacrato definitivamente Marc Marquez come un fenomeno del motociclismo: arrivato ad Austin dopo aver dominato i test invernali su questo tracciato, il ragazzino iridato in Moto2 poteva essere schiacciato da un pronostico che lo dava per favorito, anche se per lui era solo la seconda gara in MotoGP. Una pressione che, però, non diede minimamente fastidio al futuro campione del mondo, che dopo un avvio non eccezionale dalla pole position, aveva conquistato la sua prima vittoria nella massima categoria: come se fosse facile…
MARQUEZ SUPER FAVORITO
E’ quindi Marc il super favorito per domenica: stargli davanti sarà davvero difficile. Anche perché qui la Honda può sfruttare al meglio i vantaggi in accelerazione, ben evidenziati, in particolare, in uscita dall’ultima curva del circuito del Qatar: sulla carta, l’unico che potrebbe provare a impensierirlo è il compagno di squadra, Dani Pedrosa, battuto nella passata stagione dopo essere stato a lungo al comando, poi penalizzato da un errore in frenata alla prima curva. Insomma, le possibilità di una doppietta HRC sono elevatissime e dopo quanto visto nella prima gara, ci si aspetta una buona prestazione anche dai “satelliti” Stefan Bradl e Alvaro Bautista.
YAMAHA IN DIFESA
Alla vigilia, quindi, si prospetta invece una gara in difesa per la Yamaha: ma Jorge Lorenzo è già costretto a recuperare, mentre Valentino Rossi dovrà confermare l’ottimo potenziale mostrato in mezzo al deserto. Sarà una gara più importante per Rossi che per Lorenzo, al di là della classifica, perché Jorge non ha certo bisogno di dimostrare di poter essere competitivo ovunque – sicuramente lo è, anche perché ad Austin ci saranno le Bridgestone 2013 -, mentre, dopo quanto visto l’anno scorso, è lecito avere qualche dubbio in più su Valentino. Dall’inizio dell’anno, il fenomeno di Tavullia ha dimostrato di essere ben più consistente rispetto alla passata stagione: se andrà forte anche in Texas, dove aveva faticato da matti, allora si potrà dire che sarà competitivo per tutto il 2014.
VERIFICA OPEN
Interessante anche la verifica per le “Open” (nelle quali consideriamo anche la “Factory” Ducati): Aleix Espargaro, Andrea Dovizioso, Andrea Iannone e Cal Crutchlow possono sicuramente essere molto veloci in prova, ma in gara le “Factory” dovrebbero fare la differenza. Rispetto però al Qatar, ci potrebbe essere la variabile di più “Open” nelle prime due file, con le eventuali ripercussioni sull’andamento della gara: una situazione che, di fatto, non si era vista in Qatar. Il primo GP è stato super spettacolare, ma non per merito del nuovo regolamento: il GP di Austin dovrebbe dare nuove indicazioni per capire se, effettivamente, c’è più livellamento dei valori in campo. Honda permettendo.
Alessandro
Ottimisti ?