La MotoGp riscopre Silverstone
SILVERSTONE – E’ l’unico posto in Europa dove non solo non piove, ma addirittura splende un sole meraviglioso. Un’anomalia, così come il fatto che un circuito storico come questo, famoso in tutto il mondo, non venga minimamente segnalato da indicazioni stradali e trovarlo senza un navigatore stradale è un’impresa quasi impossibile. Ma una volta arrivati, si respira l’aria delle corse e delle grandi imprese, in un contesto davvero intrigante per gli appassionati. E anche il tracciato, lunghissimo, il più lungo del campionato con i suoi 5.902 metri, sembra interessante, tanto che tutti i piloti l’hanno giudicato in termini positivi.
Andrea Dovizioso, come suo solito, fa un’analisi piuttosto dettagliata (ascolta l’audio), mentre gli altri si limitano a fare considerazioni generali, unanimi nel giudicarla «una pista impegnativa e probabilmente molto veloce». Il condizionale è d’obbligo quando ci hai girato solo con uno scooter, ma le medie saranno quasi certamente molto elevate e secondo Jorge Lorenzo la pista di Silverstone «ricorda un po’ la Turchia e la Cina». Se è così, si fregherà le mani Marco Melandri, uno che in passato si è sempre adattato piuttosto velocemente ai nuovi tracciati e che proprio in Turchia ha conquistato il suo primo successo in MotoGP: galvanizzato dopo la bella prestazione del Mugello, Melandri potrebbe essere una delle sorprese di questa gara. Così come ci si aspetta molto da Ben Spies, uno che ha ampiamente dimostrato di sapersi adattare velocemente: questa volta, non partirà svantaggiato e, perlomeno in prova, potrebbe stare con i migliori.
Ma è chiaro che si tratta di un GP anomalo, il primo vero senza Valentino Rossi, che però è come se ci fosse, perché tutto ruota ancora attorno al nove volte iridato: «Adesso che non c’è Rossi, senti più pressione?» è la domanda più frequente che si sente rivolgere Jorge Lorenzo. «Senza Valentino pensi al mondiale» viene chiesto a Dani Pedrosa. «Fuori Rossi, ci sarà più spazio per gli altri piloti italiani?» viene domandato ad Andrea Dovizioso. E così via all’infinito, su qualsiasi argomento: gomme, mercato piloti, strategia di gara…
Quello che sembra più risentire della mancanza di Rossi è comunque Jorge Lorenzo, consapevole del fatto
che, d’ora in avanti, le sue eventuali vittorie avranno minore valore. «L’ho sempre detto e lo ripeto – spiega -: Valentino è il punto di riferimento di questo sport. Per quanto riguarda il campionato, non credo di avere maggiore pressione, ma addirittura più tranquillità, avendo un vantaggio di 25 punti da amministrare. Adesso il mio avversario principale è Dani Pedrosa, sicuramente più facile da battere di Rossi in un eventuale arrivo in volata. Ma Dani ha grande esperienza e quando è in giornata è fortissimo, come si è visto al Mugello».
Lo spagnolo della Honda, come suo solito, è sempre piuttosto abbottonato nelle dichiarazioni. «Lorenzo ha una gara di vantaggio – è la sua analisi – ed è sempre stato molto regolare, mentre io sono andato bene in due gare (Jerez e Mugello, ndr) e male nelle altre due: dobbiamo essere più costanti. Su una pista sconosciuta, sarà importante trovare subito una buona messa a punto e stare il meno possibile ai box».
Ma si torna a parlare di Rossi, su chi lo sostituirà da Barcellona in poi: il candidato più probabile sembra essere Colin Edwards, che però in questo periodo soffre per problemi fisici non meglio definiti, tipo quelli di Casey Stoner della scorsa stagione. Sarebbe questo il motivo delle sue mediocre prestazioni nelle ultime gare, ma se si dovesse riprendere, sarà sicuramente lui a salire sulla M1 di Valentino, mentre non si sa ancora nulla su chi prenderà il posto del texano sulla Yamaha del team Tech3.