MotoGP 2017. Petrucci: "E' una vita che penso di essere veloce"
ASSEN – In prima fila, per la seconda volta consecutiva. «E sarebbe stata la terza, se al Mugello non mi avessero tolto il secondo tempo per pochi centimetri» sorride Danilo Petrucci, ormai costantemente protagonista. «E’ una vita che penso di essere veloce, ma non ho mai avuto modo di dimostrarlo» si esalta, rimanendo sempre modesto. Petrucci piace molto anche fuori dalla pista: genuino, schietto, diretto, mai in cerca di scuse. Se fa un errore, lo ammette senza problemi, se guida bene, lo sottolinea, senza mai essere altezzoso. «Sono stato primo per quasi tutto il turno, ho finito terzo: non avrei mai pensato di arrabbiarmi per un risultato così» scherza sulla mancata pole position, sfiorata nelle qualifiche bagnate.
«Sono sempre stato nei primi tre, ma all’ultimo giro ho fatto un errore alla chicane. Quando ho tagliato il traguardo, ho visto sul mega schermo che ero terzo e mi sono un po’ sorpreso, perché fino a pochi minuti prima ero davanti a tutti. Probabilmente, ho spinto troppo all’inizio, pensavo di avere un po’ di margine da amministrare, ma gli altri alla fine avevano probabilmente più gomma. Un aspetto che dovrò tenere in considerazione anche per domani: con il mio stile e il mio peso consumo le gomme più degli altri. In ogni caso, credo di essere abbastanza competitivo sia sull’asciutto sia sul bagnato».
Alcuni protagonisti sono piuttosto indietro, come Vinales e Pedrosa; che gara ti aspetti?
«Sarà molto equilibrata e non sottovaluterei quelli dietro. Sull’asciutto, Vinales è molto veloce, si può giocare la vittoria e anche Pedrosa è competitivo. Ma è impossibile fare delle previsioni, nemmeno noi abbiamo idea di cosa possa succedere. Bisogna partire bene e cercare di non compromettere le gomme all’inizio, perché anche qui il deterioramento sarà critico».
Ormai sei sempre tra i protagonisti.
«Punto a stare sempre davanti, senza pensare alla classifica: non mi interessa, quello, se mai, sarà un aspetto da valutare nel 2018. Io e Zarco siamo un po’ le sorprese di questo campionato: nel 2013 abbiamo corso nello stesso team: non pensavo sarebbe stato così lucido e cosciente delle sue capacità. E’ veramente molto forte».
Cosa pensi, invece, del 21esimo posto di Lorenzo?
«Nelle FP3 era stato velocissimo. Forse soffre un po’ queste condizioni, qui si è fatto male nel 2013. Non so che dire. Sicuramente oggi c’era pochissimo grip, era difficile controllare la moto in accelerazione. Credo sia una questione di fiducia: se trova le condizioni che gli piacciono, va fortissimo».
Giovedì avevi detto che l’obiettivo era essere il miglior pilota Ducati; oggi ci sei riuscito.
«Sì e sono molto contento, ma credo che in gara, sull’asciutto, Dovizioso abbia qualcosa più di me. Ma sono lì e me la voglio giocare, non voglio commettere l’errore fatto a Barcellona, quando ho sbagliato per essermi fatto ingolosire dal podio. Sul casco ho raffigurato una giungla: la MotoGP è un po’ così…».
Da tempi non sospetti continuo a dire che il ragazzo può fare bene e che andava messo al posto di Lorenzo (anche oggi con visiera appannata)
Mi sono sempre beccato pollici versi