MotoGP 2018. Dovizioso: "Uno zero mentalmente devastante"
MONTMELO’ – Dopo quello di Le Mans, un altro errore non da Andrea Dovizioso, questa volta mentre era terzo alle spalle di Jorge Lorenzo e Marc Márquez. Difficile da digerire e da giustificare: anche in questo caso, le conseguenze sono pesantissime.
«Ero al limite, non li volevo perdere: stavamo spingendo forte tutti e tre, ma io ne avevo poco meno di loro. Sono uscito più veloce dalla curva precedente, arrivando alla 5 con 4/5 km/h più del dovuto. Ho frenato più forte e sono caduto, in una classica scivolata da anteriore Michelin: in certe situazioni non puoi forzare più di tanto. Ma è stato un mio errore. Anche qui eravamo veloci, avrei potuto fare terzo e forse lottare anche con Márquez, ma abbiamo fatto un altro zero. Lorenzo ha fatto una gara esagerata, gli faccio i miei complimenti: bisogna stare calmi e lavorare sui dettagli. Lui guida in maniera differente, e su questa pista non era redditizio intraversare il posteriore in ingresso, bisognava essere molto precisi come lo è stato Jorge. Non credo che si dovrà guidare così su tutte le piste, sono tanti gli aspetti da valutare».
Quanto ha inciso nella caduta che al comando ci fosse Lorenzo? quanto ti ha dato fastidio?
«E’ normale che sia così, ma non è questo il punto. Quando Jorge è così in forma non è facile arrivargli davanti e, come ho detto dopo le prove, può anche essere d’aiuto per migliorarsi, per capire come fare certe curve o determinate frenate».
Lui dice di avere avuto grandi benefici dalla nuova sella: l’hai già provata o la proverai anche tu?
«Sono aperto a tutto, non sono chiuso a certi dettagli, ma non credo sia quello che mi serve. Ognuno ha il proprio stile di guida. Dobbiamo capire meglio certi dettagli, migliorare alcuni particolari, anche se, naturalmente, non è così facile».
E’ il tuo momento più duro da quando sei in Ducati?
«E’ chiaro che andare a casa con zero punti è devastante mentalmente, ma non è certo il mio peggior momento in Ducati: non dimentichiamo i problemi dei primi anni. E’ chiaro che adesso le aspettative sono differenti: bisogna capire bene cosa sta succedendo, studiare con il team i dati per arrivare ad Assen pronti. Sicuramente è un momento duro psicologicamente: bisogna metabolizzare l’errore e migliorare quei piccoli aspetti, consapevoli che la velocità c’è. Lorenzo ha guidato in modo straordinario, e la moto glielo ha permesso: bisogna partire da qui».
Adesso tu e Lorenzo siete a pari punti in campionato.
«Si riparte da zero, vediamo cosa succede da qui alla fine. La testa è sempre al campionato, abbiamo visto che può succedere qualsiasi cosa».
Più grave questo, o l’errore di Le Mans?
«Quello di Le Mans, perché quando sei più veloce degli altri devi vincere, non cadere».
E la Ducati è stata la moto da battere, almeno così ha affermato l'Ing. durante tutto il campionato. E' un bravissimo professionista, è onesto... ho tifato Rossi per una vita, oggi a 40 anni, vederlo ancora furbetto non lo reggo più e mi fa apprezzare tantissimo di più uno come Dovizioso.
Sul talento però non c'è molto da discutere: la prima definizione che trovo è "Capacità intellettuale non comune associata a genialità o estro vivace".
Capisco quello che dici, Dovi ha delle capacità di analisi che gli fanno settare probabilmente la moto, oggi che l'elettronica conta così tanto, come pochi. Se però parliamo di velocità pura o capacità di sentire il mezzo, il limite, il suo nome non è il primo che viene in mente. Lorenzo sarà quel che è, incartato, paranoico, ma ha un potenziale di guida mostruoso, è probabilmente, anche se non viene sottolineato mai, l'unico che Valentino fa fatica a passare in staccata. Queste capacità, per quanto si affinano, hanno una certa "spontaneità" non ragionata.
Mentre quella bravura del Dovi "ragionata", è quello che ha dovuto tirar fuori per competere col gruppo, ma, è un'abilità costruita, qualcosa a cui può arrivare anche un talentuoso come MM che poi, se la raggiunge, ti trita nel confronto lungo, perchè quando per lui non va, regge la moto sulle uova e fa secondo, quando non va per il Dovi fa quinto. E' un pò come disegnare, suonare: posso fare tutto l'esercizio che mi pare, diventare tecnicamente rifinitissimo, ma 10000 euro per un disegno lo danno a quello che fa 4 righe spontaneamente, non a me che ho imparato una tecnica sopraffina... Non so se mi spiego.