MotoGP 2019 a Brno. Andrea Dovizioso: "Ho dato tutto, ma non basta"
BRNO - Andrea Dovizioso analizza il momento della stagione dopo l'ennesima vittoria di Marc Marquez. Il forlivese è secondo n campionato, a 63 punti dalla vetta. Alle sue spalle il compagno di squadra Danilo Petrucci, staccato di 18 punti. Il 'Dovi' ora è alla vigilia di una sessione di test "importantissima", che si svolgerà domani proprio a Brno. Poi, da venerdì, si tornerà in pista in Austria, al Red Bull Ring. Un tracciato che spesso ha visto protagoniste le Ducati.
In questo fine settimana hai dato il massimo, eppure non è bastato.
“Sì, in questo momento purtroppo non sta bastando. Se guardiamo il ruolino di marcia di Marquez, lui ha vinto o ha fatto secondo (a parte il ritiro di Austin n.d.r.). Insomma, loro sono un po’ più forti rispetto allo scorso anno. Stanno mettendo in crisi tutti, non solo noi. Marc riesce a mettersi davanti sin dalla prima curva e passa poi in modalità di gestione: è una strategia intelligente, ma quando sei più veloce puoi fare un po’ quello che vuoi. Noi non possiamo arrenderci. Dobbiamo analizzare e lavorare. Abbiamo già dei test domani”.
Quali idee avete in cantiere?
“Migliorare dopo un solo test è difficile. Abbiamo una gara tra tre giorni. Le prove che faremo domani saranno comunque importantissime perchè ci possono dare un extra feeling per arrivare carichi in Austria. Abbiamo del materiale da provare e c’è possibilità di fare sviluppi”.
A proposito di obiettivi immediati, in Austria Marc vorrà vincere nel ‘feudo’ Ducati?
“La nostra moto si adatta molto bene al Red Bull Ring, ma già lo scorso anno Marc arrivò davanti a me. Dovremo lavorare sui dettagli perchè Marc in questo momento riesce sempre a trovare le giuste soluzioni per battere tutti”.
Marquez ha 63 punti di vantaggio su di te. Sei il solo che può ritardare il suo trionfo finale.
“È palese che lui sia più forte del 2018. Noi dobbiamo trovare più velocità. I 63 punti contano poco, purtroppo, adesso. Marc è veloce in tutte le condizioni, è difficile contrastarlo”.
Può essere una soddisfazione, seppur piccola, essere il primo ‘degli altri’?
“L’obiettivo a inizio stagione era quello di giocarcela per il titolo. Quindi non possiamo essere contenti. Certo, non dobbiamo dimenticare i nostri punti di forza. In effetti siamo noi che stiamo provando più di altri a contrastarlo”.
Sembri più positivo oggi rispetto a un mese fa, dopo il GP di Germania.
“Sì, nelle ultime due gare prima della pausa avevamo preso un certo gap. È stato frustrante non essere competititvi sin dal primo turno di prove. Qui invece ciò che abbiamo provato ha funzionato, durante tutto il fine settimana”.
Valentino Rossi, quando vinceva gare e mondiali, non aveva avversari degni (quindi nemmeno Biaggi e Capirossi, o Gibernau, o Pedrosa, oppure Stoner - anzi BaStoner, se no qualcuno si offende - o ancora Lorenzo): quindi era, ed è, una schiappa a cui il mondo del motociclismo aveva deciso di fornire tutto il meglio (gomme, soprattutto, perché gli "anti" non lo possono dire della moto, visto che lasciò la migliore per prenderne una neanche paragonabile alla Ducati odierna, tanto per dire) per avere un ritorno d'immagine e far interessare alle moto anche le nonnine.
Andrea Dovizioso non riesce a vincere un mondiale, ma ha dato e dà il massimo con la moto che ha contro uno che, da quando è sbarcato in MotoGP, ha vinto tutti i mondiali, tranne uno, ed è definito con tutte le iperboli possibili. Fa niente, è una schiappa anche lui, indegno di essere la prima guida della Ducati, e non importa se ci ha emozionati con diversi duelli feroci contro il marcziano, quasi sempre vinti.
Da quanto mi pare di capire, molti connazionali - quantomeno fra gli autori dei commenti che si leggono su pagine come questa - vorrebbero proprio non vedere mai un italiano vincere. Mi chiedo perché, allora, non passano a seguire la Formula 1: lì sono accontentati da generazioni.