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MotoGP 2020. Andrea Dovizioso: “Andare via da Ducati mi fa sentire leggero”

- Andrea non si emoziona più di tanto, nonostante sia stata la sua ultima gara con la “Rossa”. E, forse, non solo: “Ormai l’ho metabolizzata. Sono stati otto anni molto intensi, abbiamo raggiunto risultati incredibili, con tante persone ho un ottimo rapporto, ma non c’erano più le condizioni per continuare”
MotoGP 2020. Andrea Dovizioso: “Andare via da Ducati mi fa sentire leggero”

Assicura di non aver avuto tempo di pensare che fosse l’ultima gara con la Ducati: Andrea Dovizioso, almeno apparentemente, riesce a trattenere l’emozione. Certo, farà strano non vedere più il Dovi in pista dopo 327 GP consecutivi, senza mai averne saltato uno.

“Ero troppo focalizzato sulla gara, non potevo pensare ad altro. Alla fine sono contento: prima della partenza l’obiettivo era finire quarto in campionato e l’ho centrato, ma avrei anche potuto finire terzo. Considerando tutte le difficoltà avute quest’anno, questo risultato conferma che la mia mentalità è buona per il campionato”.

 

Cosa ti mancherà?

“Tante cose. Ho una grande relazione con molte persone della Ducati, con il mio capo tecnico (Alberto Giribuola, “Pigiamino”, NDA) ho un ottimo rapporto, sono stato otto anni incredibili. Mi mancheranno tante cose, ma mi sento leggero in questo momento. C’erano cose che non mi piacevano, non volevo continuare in queste condizioni. Ho conosciuto persone speciali, ci sono tanti aspetti favolosi nella mia posizione. Ma andare via da questa situazione adesso mi fa sentire bene. Con la Ducati ho conquistato grandi vittorie, ho emozionato delle persone ed è una figata pazzesca vedere qualcuno emozionarsi per qualcosa che hai fatto tu. Chissà se avrò ancora questa possibilità. Non dobbiamo dimenticare da dove siamo partiti: credo che negli ultimi quattro anni sia stato fatto qualcosa di magnifico, speciale: quando vedo certi video, mi scappa ancora la lacrimuccia”.

 

Come giudichi la stagione?

“Prima del campionato l’obiettivo era lottare per il titolo. Ma quando non hai feeling, quando sei sempre così indietro in qualifica, quando in gara recuperi, ma non riesce a spingere più di tanto, non può essere bello. Ecco perché dico che, nonostante tutto, il quarto posto è un buon risultato”.

 

E adesso?

“Adesso mi aspetta un grande cambiamento, ma per come sono fatto io non mi peserà stare lontano dal “casino”. E mi piace quello che vado a fare il prossimo anno, da martedì comincerò la preparazione per il cross, la mia passione. Adesso ho più tempo, non ho più impegni con la MotoGP, non ho più programmi: la nostra vita gira tutta intorno al motomondiale: non avendo impegni mi dedico a questo”.

 

Ma come pilota, come ti senti?

“Competitivo. Per questo non la voglio vivere come se fosse l’ultima gara. In ogni caso, indipendentemente da come è andato il 2020, pensare di continuare così con la Ducati non mi andava. Per questo dico che mi sento leggero, perché oggi finisce questa situazione, non volevo più stare in questo sistema. Per questo non la vivo così male”.

 

Quindi, l’aggettivo per definirti è leggero?

“Sì, ma non è completo, ci sono anche delle sensazioni negative, perché quando ti senti forte avresti voglia di provarci. Purtroppo non ho trovato la situazione giusta per me per il prossimo anno, ecco perché non correrò. Il mio obiettivo è tornare nel 2022 se viene fuori qualcosa di interessante: so che sarà difficile, ma non impossibile”.

 

In una recente intervista, Marquez ricorda il GP del Giappone come uno dei più belli della sua carriera, eppure venne battuto da te; cosa ne pensi?

“Questa è la mentalità di un campione. Lui ne ha vinte così tante che una sconfitta, in una gara dove senti di essere stato forte e di aver fatto tutto bene, la studi per imparare. E’ una grande mentalità”.

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Commenti

  • Mr70a+
    Mr70a+, Tirano (SO)

    Dovi quante cadute fa in una stagione? Pochissime. In gara quasi mai,e può essere anche un pregio,se però basta la regolarità per vincere il titolo.Ma con un fenomeno come Marquez che vince sette otto gare di prassi devi giocare sullo stesso piano o puntare esclusivamente sulla fortuna e sperare che il rivale cade tantissimo . In prova idem,Dovi non osa,non porta la moto mai al suo limite,e quindi parte dietro. Quest’anno era il suo anno,ma si è fissato con la gomma e ha buttato la sua occasione. Per fare una torta devi spaccare le uova e mettere in conto di sporcarti con la farina. Dovi non va oltre,si limita al compitino. Anche tecnicamente è radicato sulle sue convinzioni e non osa,invece dovrebbe lavorare in sinergia con gli ingegneri,soprattutto con Ducati che fa nell’innovazione e nelle strade inesplorate il suo credo. Dall’Igna non poteva più sentirlo perché Andrea è l’opposto di quello che lui cerca in un pilota. Dovi fa sempre sei,mai quattro,ma mai otto. A scuola la maestra direbbe alla mamma..” suo figlio è intelligente,ma si applica poco” Dovi non ha un piano b...e corre da una vita sia in gp sia in Ducati. Sarà più leggero. Ma nettamente più leggero anche nello stipendio,senza moto,ma con una voglia matta di correre. Ducati andrà oltre certamente,azienda solida. Dovi andrà oltre? ...glielo auguro ma ne dubito.
  • Angelo142
    Angelo142, Verdello (BG)

    I campioni sono quelli che brillano di luce propria. Dovi si è acceso di livore solo nei 2 anni con Lorenzo. Quest anno giusto qualche scintilla per una misera scia sfruttata da petrucci e l odore di qualche strascico legale con ducati...
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