GP di Andalusia

MotoGP 2020. Lin Jarvis: “Gli ingegneri guardano i dati e ascoltano poco le sensazioni”

- Il numero uno della Yamaha spiega perché è così complicato assecondare le richieste di Rossi: “Non è facile cambiare quando ci sono altri piloti che vanno forte. Ma Valentino ha insistito e ha ottenuto un buon risultato”. Sulle tre rotture: “Siamo preoccupati, bisogna capire qual è il problema”
MotoGP 2020. Lin Jarvis: “Gli ingegneri guardano i dati e ascoltano poco le sensazioni”

Tre Yamaha sul podio: non accadeva dal GP d’Australia 2014. Ce ne sarebbe abbastanza per stappare lo champagne, ma Lin Jarvis non può essere del tutto felice, perché Morbidelli ha rotto il motore - è il terzo dopo quello di Vinales nelle FP3 del GP di Spagna e di Rossi in gara domenica scorsa - e anche perché Valentino Rossi non le manda a dire alla Yamaha. 

“Abbiamo quattro piloti - spiega Jarvis ai microfoni di SKY -: seguono più o meno la stessa strada, ma Valentino ha sempre problemi con le gomme. Dopo lo scorso GP, ha detto: “Devo cambiare qualcosa, così non ho feeling”. Ha spinto dentro al box per cambiare la messa a punto: siamo tornati a un set up usato in passato, ma adesso le gomme sono differenti. I tecnici giapponesi hanno tantissimi dati, non è facile cambiare certe cose. Diciamo che la loro soluzione funziona bene con gli altri piloti, ma Valentino ha spinto per cambiare e ha ottenuto un buon risultato”.

Lin, ma perché è così difficile cambiare un assetto?
“Hai mai lavorato con gli ingegneri? Non è una questione di nazionalità, gli ingegneri sono tutti così. Loro hanno tantissimi dati e vogliono seguire solo la loro strada, ma è anche importante sentire le sensazioni del pilota. Ma quando un altro pilota va forte, diventa difficile convincerli”.

Un altro motore rotto, questa volta a Morbidelli: siete preoccupati?
“Mi spiace tanto per Franco, stava facendo una gran gara, sembrava molto forte. Sicuramente siamo un po’ preoccupati: abbiamo rotto due motori nello scorso fine settimana, uno oggi con tre piloti differenti. Adesso bisogna controllare molto bene, capire se c’è qualche problema”.

Ma Morbidelli ha componenti differenti?
“Per la verità, tanti componenti sono uguali tra le due specifiche”.

  • Aspes 125 yuma
    Aspes 125 yuma, Cascina (PI)

    Gira e rigira, tanto si torna sempre lì: il monogomma. Rossi non digerisce le Michelin e deve stravolgere la moto per sentirle e per farle lavorare. Quartararo e Viñales invece si trovano uno benissimo, l'altro abbastanza: Yamaha pensa giustamente di avere la moto a posto, è Rossi che si deve adattare. Il problema, di fatto, non sta nella moto, che a livello telaistico e ciclistico è da riferimento, ma nelle gomme, per il 46: con le Bridgestone andava benissimo con lui e con Lorenzo, con le Michelin, va benissimo per Fabio, bene per Maverick, e abbastanza bene per il Morbido.
    Ripeto il concetto che scrissi tempo fa: il monogomma è penalizzante per alcuni, forse molti, perché non permette a tutti di esprimere al meglio il proprio stile e le proprie caratteristiche di guida che sono individuali: pochi ci si trovano bene, altri si adattano, altri vanno in difficoltà, qualcuno invece non le digerisce proprio: è come se una maratona viene fatta correre a frutto i runner con lo stesso tipo di scarpe, magari con l'appoggio del piede neutro: chi ha un appoggio neutro si trova bene, ma chi ha un appoggio da supinatore o da pronatore, si trova male, e soffre le pene dell'inferno.
  • JaeeP
    JaeeP, Roma (RM)

    Se è vero che spetta al pilota parlare dei difetti della moto e, in linea di massima, in che area si trova il problema, è anche vero che gli ingegneri si devono occupare del come intervenire per migliorare il mezzo, proprio sulla base delle indicazioni dei piloti.
    Perchè il tecnico, evidentemente non in grado di guidare una MotoGP a quei livelli, ha bisogno dei feedback e delle sensazioni dei piloti per sapere dove e come intervenire. Il problema è che, a volte e senza dirlo esplicitamente, si preferisce dare fiducia ai dati raccolti nel tempo e a ragionamenti logici, perchè si considerano i difetti riscontrati dal pilota, come problemi del pilota stesso, e non della moto, o perchè le richieste dei piloti non coincidono, e certamente non si può fare una moto su misura per ogni pilota in squadra.
    Di solito si da retta al più veloce, ma quando in squadra capita il fenomeno che vince anche con una moto storta, il reparto corse tende a dar retta solo a lui, ignorando il compagno di squadra che "deve adattarsi perchè la moto è vincente". Ed è l'inizio di problemi seri, perchè quella sarà una moto che potrà vincere sempre e solo con "il fenomeno". Quindi, va tutto bene quando ce l'hai in squadra, ma se viene a mancare scompare dalle classifiche. E' il caso di Marquez naturalmente, ma di esempi se ne potrebbero fare tanti.
    Uno su tutti; Stoner guidava in un modo tutto suo una Ducati con evidenti, grossi problemi che hanno reso la vita difficile ai suoi compagni di squadra (Capirossi, Melandri, Hayden...) e a quelli venuti dopo di lui, fino al 2014, anno in cui con l'Ing.Dall'Igna in Ducati si è capito che la moto andava rivoluzionata per essere guidata anche da piloti "normali".
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