MotoGP 2021. GP di Aragon. La vigilia vista da Zam: tutto quello che c'è da sapere
GP di Aragon, 13esimo appuntamento stagionale. Si corre su questo tracciato per la 13esima volta, i precedenti dicono: 7 vittorie Honda, 3 Yamaha, 1 Suzuki, 1 Ducati.
Dopo il Sachsenring, è il secondo circuito stagionale che gira a sinistra: sono in molti a puntare su Marc Marquez come uno dei favoriti. Per l’Aprilia, due sesti posti nel 2017 e nel 2018 come miglior risultato, ma è su questa pista che Aleix Espargarò conquistò il suo primo podio in MotoGP, secondo nel 2014 con la Yamaha. Ad Aragon, invece, Valentino Rossi non ha mai vinto: è una delle cinque piste dove Valentino ha corso nella sua carriera senza riuscire a salire sul gradino più alto del podio. Ecco comunque i temi alla vigilia del GP.
Il più atteso
Maverick Vinales. E’ senza dubbio il pilota più atteso e in questi giorni si sprecano i sondaggi su cosa farà il neo acquisto dell’Aprilia: nei primi 5? Nei primi 10? Fuori dai 10? Io dico nei primi dieci, almeno… Se Vinales dovesse vincere una gara con l’Aprilia da qui alla fine della stagione, diventerebbe il secondo pilota a conquistare due gare nello stesso anno con due costruttori differenti nella massima cilindrata: c’era riuscito un certo Mike Hailwood nel 1961 (TT con la Norton, Nazioni con la MV Agusta).
La più carica
Assieme a Vinales, naturalmente, anche l’Aprilia arriva ad Aragon con grandi aspettative e una carica di positività che potrebbe fare una bella differenza: sono tanti gli elementi che fanno sperare in un grande risultato.
Il più in forma
Fabio Quartararo. Ha vinto il suo quinto GP stagionale (era dai tempi di Jorge Lorenzo che un pilota Yamaha non conquistava cinque o più successi in una sola stagione), è nettamente primo in classifica, sta guidando benissimo e con facilità, non sembra sentire alcuna pressione. Troppo facile dire che è il più in forma. Ma è un dato di fatto.
Il più speranzoso
Marc Marquez. Questa è una delle sue piste, qui la Honda è sempre stata competitivo: normale indicarlo come uno dei protagonisti. Ma, purtroppo, con Marc non ci sono più certezze, finché non arriva in pista non si può avere la sicurezza che stia bene fisicamente. Ma la speranza c’è.
Il più sotto pressione
Joan Mir. Il campione del mondo è secondo in classifica, ma è reduce da un GP difficile, nel quale il compagno di squadra è stato molto più efficace di lui. Sicuramente difficile da accettare per uno come lui: può essere sotto pressione.
La più criticata
Michelin. Quando un pilota va male, ormai è sempre colpa della Michelin. Succedeva anche in passato di dare la colpa alle gomme, ma adesso è diventata un’abitudine, con critiche da più parti. Personalmente sono sempre stato critico con il costruttore francese, ma penso anche che sia diventato troppo facile scaricare le colpe sul gommista.
Il pilota Ducati più in forma
Jorge Martin. E’ vero che Jack Miller nell’ultimo GP ha fatto benino e che Pecco Bagnaia non ha potuto lottare ad armi pari, ma io credo che il debuttante del team Pramac sia il pilota Ducati più in forma in questo momento. Senza dimenticare, naturalmente, che qui non ha mai girato con una MotoGP.
La squadra che più sogna
Team LCR. Nel 2020, su questa pista Alex Marquez - reduce da un GP di Gran Bretagna più che dignitoso - conquistò il suo primo (e unico per il momento) podio sull’asciutto, mentre Takaaki Nakagami partì dalla pole, per poi cadere subito. E’ lecito che Lucio Cecchinello sogni in grande.
I favoriti del mondiale
Ecco come cambiano dopo 12 gare le mie percentuali sui favoriti al titolo: Quartararo 80%; Mir 10%; altri 10%.
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Marci 1952, Milano (MI)Ma in Yamaha non hanno pensato che mettere in squadra un fuoriclasse del livello del Dovizioso, possa destabilizzare psicologicamente la sicurezza di Quartararo?
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panealpane, Gossolengo (PC)Sarà anche diventato troppo facile dare sempre colpe alla Michelin, ma vorrei sapere perché nessuno dava mai la colpa alle Bridgestone. La colpa di cosa, poi? Con le Bridgestone capitava che un pilota fosse arrivato a fine gara a gomma finita, ma era il primo a dire di aver 'tirato' troppo e aver finito la gomma prima del tempo, in ogni caso nessuno si lamentava di un cedimento dello pneumatico. Qui, invece, dopo 6 anni, si vedono ancora gomme a pezzi a fine gara, quindi sì, per me è inevitabile dare la colpa alla Michelin di fare un prodotto inadeguato allo scopo.