MOTOGP 2022

MotoGP 2022. Addio di Suzuki, le ripercussioni sulla MotoGP per quest'anno e per il futuro

- In primis c'è un'intera squadra, circa 50 persone, che è rimasta senza lavoro dall'oggi al domani. Poi c'è il prestigio del campionato che perde due poltrone di prima classe, il danno di immagine, le possibile clausole contrattuali da valutare, la motivazione di Rins e Mir che potrebbe affievolirsi...
MotoGP 2022. Addio di Suzuki, le ripercussioni sulla MotoGP per quest'anno e per il futuro

Come un fulmine nel cielo sereno di un lunedì di test a Jerez è arrivata la notizia dell'addio di Suzuki alla MotoGP alla fine del 2022.

Nessuna conferma ufficiale è arrivata dalla casa giapponese e nessun membro del team ha parlato ufficialmente, ma Dorna ha pubblicato un comunicato in cui sottolinea che Suzuki non può andarsene dal mondiale in modo unilaterale.

Detto questo la dipartita del team campione del mondo con Joan Mir nel 2020 è pressoché certo. Abbiamo già parlato dei possibili movimenti nel mercato piloti (in primis proprio riguardanti Mir) e di chi potrebbe prendere il posto di Suzuki in MotoGP.

Tuttavia le ripercussioni di un fatto di questo genere sono molteplici e si riflettono già su quest'anno ma anche sul prossimo. Proviamo a ipotizzarne alcune.

- Il futuro dei circa 50 dipendenti del team ufficiale di MotoGP: in primis c'è da pensare a queste persone che dall'oggi al domani hanno visto svanire il loro lavoro 

- gli accordi contrattuali: Dorna, come detto, ha già fatto sapere che il contratto firmato recentemente (novembre 2021) e valido 5 anni non prevede una fuoriuscita unilaterale. Potrebbero esserci penali da pagare 

- l'accordo con Livio Suppo: il team manager, vincitore di mondiali con Ducati e Honda, ha firmato un accordo biennale, come lui stesso ha detto più volte. Resta da vedere se ci sono clausole a favore del manager italiano che ne tutelino la rescissione

- il prestigio del campionato di MotoGP: parafrasando una vecchia pubblicità "6 case ufficiali è meglio che 5". Carmelo Ezpeleta aveva dichiarato che 6 case era il numero definitivo per la MotoGP. Con il ritiro di Suzuki diverrebero 5: 2 italiane, 2 giapponesi e una austriaca

- con quale motivazione proseguiranno il campionato Joan Mir e Alex Rins sapendo che la squadra è in dismissione? Difficile da prevedere. Ammesso che a Jerez sapessero già qualcosa la prestazione dei due nel weekend potrebbe essere già un segnale: Mir ha tenuto botta con un altro piazzamento, Rins ha deluso

- l'addio di Suzuki potrebbe far calare l'interesse del pubblico? La domanda è lecita, anche se lo spettacolo lo fanno i piloti. Ma senza una moto competitiva due grandi piloti come Mir e Rins possono poco

Due poltrone di prima classe in meno: il fatto di avere 5 team ufficiali invece di 6 diminuirà i piloti ufficiali: questo può essere un aspetto relativo alla perdita di prestigio

- questa notizia potrebbe affievolire la forza di Suzuki in questa stagione: il 2022 era iniziato con grandi propositi con l'arrivo di Suppo e la convizione di poter nuovamente puntare al titolo. Ora l'anno di Suzuki rischia di  fare come il pallone di una mongolfiera che toccato terra si accartoccia su sé stesso

  • Gisulfo
    Gisulfo, Arpino (FR)

    Un primo addio che potrebbe preludere ad altre defezioni.
    La motoGP dipende troppo dall'economia generale per non risentire di quello che sta accadendo nel mondo.
  • Acapulcow
    Acapulcow, Genova (GE)

    Si comprende benissimo come Davide Brivio abbia deciso di restare in Alpine per quanto sia ormai praticamente sparito dai radar, piuttosto che tornare in Suzuki. Evidentemente conosce i suoi polli e aveva qualche sentore di ciò che è successo. Come ho scritto altrove, quella degli sport motoristici è un'era al tramonto, costretta dal mercato sempre più asfittico dei mezzi privati a due e quattro ruote che sempre meno persone possono permettersi di comprare.
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