MotoGP 2022. GP Argentina, Storico trionfo di Aleix Espargaro con l’Aprilia, davanti a Jorge Martin per una doppietta di moto italiane da leggenda
Che sfida, roba da pelle d’oca. Davanti la Ducati di Jorge Martin, incollata a un niente l’Aprilia di Aleix Espargaro. Martin bravo a imporre il ritmo, Espargaro attento a stare in scia, cercando di non fare errori.
Poi al 18esimo giro, alla curva 5, Aleix ci ha provato: largo, Martin primo nuovamente. Manovra fotocopia al 20esimo: Espargaro entra alla cinque, va largo, rientra Martin primo.
Quindi, il sorpasso definitivo al 21esimo giro, con Aleix attento a chiudere al meglio la traiettoria.
Finita? No, perché il rivale della Ducati ha tenuta botta, sempre attaccato a 0”1-0”2, non di più, con Aleix un po’ in difficoltà, apparentemente, a fermare la moto. Fino all’inizio dell’ultimo giro, quando Martin ha rallentato e nelle ultime 13 curve ha dovuto amministrare circa mezzo secondo di vantaggio, senza patemi, si fa per dire, di attacchi.
La prima vittoria di Aleix Espargaro
Così è arrivata la prima vittoria in MotoGP dopo 200 partenze e la prima in assoluto per Aleix dopo 283 GP: la statistica non rende certo onore a questo pilota.
Un successo più che meritato che rende onore all’ingegnere Romano Albestiano, il direttore tecnico di Aprilia, a Massimo Rivola che da quando è arrivato ha riorganizzato il box e a tutti i tecnici di Noale, che, non dimentichiamolo, negli ultimi 20 anni hanno fatto la storia del motociclismo. Un trionfo davvero significativo. Così come lo è il secondo posto di Jorge Martin: lui è veramente uno talentuoso e la Ducati non è affatto male.
Bagnaia, bella rimonta
Come conferma anche il quinto posto in rimonta di Pecco Bagnaia, che ha raccolto il massimo risultato possibile. Pecco aveva bisogna di un GP così, sicuramente questa gara gli dà fiducia per il futuro. E la classifica è cortissima, ha tutto il tempo per recuperare anche in classifica generale.
Gara difficile, invece per Enea Bastianini, solo decimo e non più in testa al mondiale, mentre è andato molto bene Marco Bezzecchi, nono, con Luca Marini che dopo un buon inizio è retrocesso 11esimo.
Ben tornata Suzuki
Sul podio, Alex Rins: anche per lui è un risultato significativo. Alex aveva un gran bisogno di tornare nei primi tre, l’ha fatto con una gara giudiziosa, che conferma l’ottimo equilibrio della Suzuki, quarta con Joan Mir, penalizzato, come spesso accade, da brutte qualifiche. La moto è buona e competitiva, è tornata dove deve stare.
Yamaha, preoccupante
Preoccupante, invece, l’ottavo posto di Fabio Quartararo, che partiva come uno dei favoriti. Ma se parti male, come è successo a Fabio, è finita con la Yamaha, se sei in mezzo al gruppo non vai da nessuna parte: il risultato non è colpa di Quartararo, ma della M1.
Con Franco Morbidelli addirittura costretto al ritiro per aver bucato la gomma posteriore e Andrea Dovizioso che ha chiuso ultimo dopo essere stato fermo un paio di giri al box perché si era bloccato l’abbassattore posteriore.
Una nota su Maverick Vinales, settimo al traguardo: come al solito, Maverick ha faticato nei primi giri, ma poi ha preso un buon ritmo. Presto Aprilia avrà due piloti molto competitivi, perlomeno questa è la sensazione.
Per il momento, basta Aleix Espargaro. A Terra il fratello Pol mentre era quarto.
Se però l'evento straordinario si dovesse ripetere spesso, sono sicuro che il nobile sentimento nei loro confronti si tramuterebbe presto, in qualcosa di molto meno nobile.
Il fatto è che per come funziona oggi, tutto può diventare possibile, principalmente per merito o causa (fate Voi) di un regolamento che avendo molte limitazioni, una piccola casa può costruire una Moto GP competitiva al massimo livello ma non solo, fare pure la differenza e cercherò di esporre il mio pensiero in proposito.
1) Giunti a questo punto credo si sia dimostrato che il motore non sia più un problema, tutte le case hanno dimostrato di sapere costruire motori prestazionalmente in linea con la concorrenza e che non si rompono.
2) la componentistica che usano le case è standard per tutti: sospensioni, freni... non per obbligo ma per superiorità tecnica dimostrata.
3) le gomme invece sono standard per obbligo e perchè la casa fornitrice non possa favorire un pilota o una casa a loro "simpatici", vengono sorteggiate. Agli utenti rimane la scelta su quali gomme usare per l'occasione fra le varie opzioni comprese nel pacchetto: morbide, dure....
4) La componentistica che determina la gestione elettronica (importantissima oggi, anzi indispensabile)
è la stessa per tutti, con funzioni standardizzate, ciò che l'utente può fare è la taratura a proprio piacimento delle singole funzioni di cui si dispone e non è poca cosa.
Giunti a queste poche ma certe considerazioni, come può una casa fare la differenza?
Innanzi tutto disporre di tecnivi che sappiano fare bene il proprio lavoro nei vari settori di competenza: freni, sospensioni, gestione elettronica, sospensioni e regolazioni geometriche della ciclistica, ma in particolare, sapere costruire una ciclistica più efficiente della concorrenza.
A costruire una ciclistica che funzioni bene o meglio di tutte le altre non viene a costare più, occorre però sapere come fare.
Io so che non sono più i tempi dell'improvvisazione e oggi tutto viene calcolato, simulato ecc. ma in questo contesto credo conti ancora molto, l'esperienza e l'intuizione, oltre naturalmente una sintonia perfetta fra chi pensa, opera e utilizza.
La ciclistica è rimasto uno di quei pochi settori in cui le case possono ancor fare una grande differenza, a livello costruttivo penso l'unico.
Una casa come Aprilia, pur essendo piccola rispetto a tutti gli altri ha in effetti uno storico in materia telaistica come pochi, di vecchia data ma è anche vero che le leggi fische col tempo non cambiano.
Potrebbe essere che in Aprilia abbiano saputo intuire come deve essere costruito un telaio da riferimento, ora hanno anche il motore e una perfetta sintonia fra i vari elementi.
Perchè no?
Essendo nato molto tempo fa ho vissuto tempi in cui la vittoria era circoscritta ad un paio di elementi, a volte uno solo, il secondo prendeva un giro il terzo 2 giri e via a scalare, la lamentela degli appassionati è sempre stata che tutti i piloti avrebbero dovuto avere moto competitive (Campionato del Mondo Piloti Moto da Gran Premio) oggi abbiamo raggiunto questo stato e ancora non siamo contenti? Hanno esagerato? Forse ma la perfezzione non è mai stata di questo mondo. Premesso che la scusa (limitare i costi) non è credibile, penso che pur con tutte le limitazioni che castrano la "facile inventiva" dei progettisti, per chi sa veramente lavorare, i campi in cui poterlo fare siano relativamente pochi ma sufficienti per fare le differenze, magari piccole che comunque possono determinare una classifica (1°con 1/10 di sec. vala come 1° con un giro di vantaggio, forse di più, solo lo spettacolo!)
In tutto questo discorso non ho voluamente citato la componente più importante che sarebbe il pilota semplicemente perchè il contesto voleva essere il mezzo meccanico.
Valentino Masini