MotoGP 2024. Lo Zam che diventa per Sky l’inviato nei box: “Mi sento vicino a Beltramo”
Giovanni Zamagni diventa inviato di Sky nei box della MotoGP. Con Sandro Donato Grosso e al posto di Antonio Boselli. In realtà lo Zam collabora con la squadra di Guido Meda da anni, dal 2017 addirittura, e i suoi commenti negli studi pre e dopo gara di Vera Spadini sono sempre stati puntuali e apprezzati. Ora cambia ruolo e sarà ancora più impegnato.
Ha voglia di parlarne con i suoi lettori di Moto.it? Lui si schernisce e si tirerebbe indietro...
“Mica tanta voglia, lo sai, perché così sembra che ci autoincensiamo e questo non mi piace…”
Lo Zam è così, prendere o lasciare. E noi lo prendiamo volentieri da anni, anche se è schivo all’ennesima potenza. Siamo amici e però voglio portare a casa l’intervista, dunque procedo. È contento del nuovo incarico? Sarà anche molto impegnativo…
“Contento, chiaro, è una sorta di riconoscimento ed è una cosa che mi piace. Ma voglio rispettare il nostro accordo con Moto.it e mi sono tenuto libero il giovedì, libera la domenica dopo la gara... Certo, sarò costretto a correre da una parte all’altra ma è così, bisogna adeguarsi ai tempi difficili. Del resto pensa che la Gazzetta dello Sport non manda nessuno alle gare europee… Al momento ho un contratto per le gare in Europa, mentre per i Gran Premi extra continentali è ancora da vedere, perché da anni Sky prevede un solo inviato nei box”
E la squadra ti piace? Tu, si sa, hai un debole per la Spadini…
“E chi non lo ha? Sono molto legato alla Spadini, ma devo ammettere che a Sky mi hanno sempre dato spazio e non mi hanno mai detto cosa dire e cosa no. Per esempio io critico la Dorna quando sento di doverlo fare anche se può non piacere, ma non mi hanno mai imposto niente e ho un ottimo rapporto con tutti. Io trovo che complessivamente si faccia un buon lavoro, dalla mattina alla sera si danno tante informazioni, si fanno vedere non soltanto i soliti, si fanno tanti approfondimenti... Vedo, per dirne una, che Dazn Spagna tutto questo non lo fa, bisogna riconoscerlo”
A quale figura ti ispirerai, nel box: sarai più un Donato Grosso o piuttosto un Boselli? Qui se la ride, lo Zam.
“Tu sai come sono... secondo me sono molto meno professionale di loro, sono molto più minchione, più alla buona, molto più alla Beltramo mi viene da dire. Come impostazione sono più da quella parte lì, poi vedremo…"
Zam compie gli anni il 4 marzo, ha 58 anni anche se non li dimostra, sarà il più “grande”, lì.
“Non ho idea di quanti anni abbia Donato Grosso, non si capisce; però anche Meda è del ‘66, anche se ha qualche giorno meno di me perché è nato il 26 marzo…”
E in conclusione, che stagione sarà? Le aspettative sono molto alte...
“Sarà la stagione della verità. Il pensiero comune è: adesso con Marc Marquez in Ducati finalmente si vedrà chi è un campione e chi no… Anche se io penso che Bagnaia sia fortissimo, l’aspettativa degli appassionati è chiara: vedremo il reale valore dei piloti. Marquez è fisicamente a posto, almeno teoricamente lo è, e chi vincerà metterà un punto fermo. Anche se le chiacchiere non si fermeranno, si dirà che lui ha la 2023 e non la 2024...Capita sempre così, non ci sono mai parole definitive, nello sport”
E adesso che il tuo Pol Espargaro non c’è più, lo sostituirai con Acosta...
“Già, Pol è diventato collaudatore. E Pedro Acosta mi ha conquistato, non lo conoscevo ma è davvero un bel personaggio...”
Il racconto di Nico: L’inviato nel box l’abbiamo inventato noi
Perché lo Zam dice di sentirsi vicino a Beltramo? Va spiegato.
La figura dell’inviato ai box l’abbiamo “inventata” noi di Mediaset -per la verità fu il produttore Marco Oliveri a pensarci- e l’archetipo, si sa, fu appunto Paolo Beltramo.
Parliamo dei primissimi anni Novanta e la figura divenne subito centrale per raccontare al meglio le gare.
Beltramo-dai-box è stato unico, forse inimitabile, e certamente il suo carattere espansivo e la sua”fisicità” facilitavano le cose.
Paolo non lo fermava nessuno e si faceva voler bene da tutti, tranne che dagli ottusi. Ricordo una volta a Rijeka, GP dell’allora Jugoslavia: al primo giro caddero molti piloti della 125, un paio di barelle furono caricate di corsa sulle ambulanze e allora Paolone (che era nei box con le sue cuffie e lo zaino con la pesante attrezzatura di trasmissione) si mise a correre verso la palazzina medica per avere notizie.
Arrivò a un cancelletto sorvegliato da un individuo ostile, che chissà perché non voleva farlo passare. Secondo il tipo avrebbe dovuto fare un lungo giro, Paolo, ma aveva il “diritto di cronaca” dalla sua e si oppose fieramente. Noi eravamo impegnati nella diretta, con la sua voce nelle cuffie: per molti e lunghi minuti riuscimmo a commentare il nulla che accadeva in pista, ascoltando imperturbabili i suoni di una rissa all’ultimo sangue: insulti, pestoni, urla, bestemmie in slavo, colpi, fino a che Beltramo forzò il blocco e riprese serenamente il suo lavoro.
Alla Parigi-Dakar, del resto, eravamo sempre i primi a raccogliere la voce dei piloti all’arrivo delle speciali. Beltramo era stato rugbista, sapeva come fare. Arrivammo al punto che i colleghi de La Cinq, che pure erano i padroni di casa, vennero a chiederci se, per favore, almeno una volta avrebbero potuto precederci nelle interviste “calde”.
Ma al di là di questi aneddoti di colore, va detto che Paolone (tuttora a Sky con la sua rubrica Reparto Corse e i pezzi sul sito) ha tante qualità: la profonda competenza e una gran passione, poi la padronanza della lingua italiana e l’umiltà (che non trovo secondarie).
Come amico e stretto collaboratore di entrambi, posso dire che anche Giovanni Zamagni è allo stesso livello e molto ben attrezzato.
Se non gli è venuto un coccolone in quelle occasioni, campa 120 anni!
Se mi permetti una critica, dovresti essere un po’ più reattivo sulla pubblicazione di news esclusive.
Spesso mi capita di leggerle prima su altri siti concorrenti.
Comunque anche se non ti potrò seguire nella tua nuova avventura, ti auguro un buon lavoro.👍