MotoGP Austria. Ma come hanno fatto Rossi e Vinales a ritornare in pista?
Mai visto Valentino Rossi così scosso. Mai. Anche attraverso lo schermo del computer, dal quale ormai siamo costretti a vedere i piloti - perché la Dorna ha deciso che i giornalisti (TV a parte) non possono andare in circuito - è emersa tutta la paura di Valentino.
Le immagini della sua faccia quando torna al box lo mostrano in maniera evidente: quando si mette le mani sul casco mentre scende dalla M1; quando si toglie il casco dentro al box; quando ha lo sguardo perso in chissà quali pensieri; quando rivede le drammatiche immagini dell’incidente causato da Johann Zarco, con la Ducati e la Yamaha che volano come missili e sfiorano lui e Maverick Vinales. Ma anche tre ore dopo l’incidente, nella conferenza stampa virtuale: passata la rabbia contro Johan Zarco - a proposito: quando Valentino dice che “Zarco l’ha fatto apposta”, significa che Zarco, secondo lui, ha fatto apposta a frenare in quel punto, per non farsi superare da Morbidelli, non certo per farlo cadere. L’incidente è stata una conseguenza di una manovra sbagliata, non una volontarietà: questo deve essere ben chiaro -, Rossi si è lasciato andare alle emozioni, come mai prima.
“È stata una domenica difficile, perché era già stato pauroso l’incidente in Moto2 con la moto di Bastianini in mezzo alla pista e Syahrin che è volato via. In quel caso, partire per la gara mi ha aiutato. Poi, quando è successo l’incidente tra Zarco e Morbidelli e ho visto le moto come proiettili arrivare verso me e Maverick ho avuto molta paura. Ma ne ho avuta molta di più quando ho rivisto le immagini.
Poi siamo ripartiti: Si dice che gli eroi, o in questo caso più semplicemente i coraggiosi, o sono pazzi o sono obbligati a farlo: ecco, io ormai ero lì, non potevo certo andare a casa. E ripartire è stato un modo per pensarci. Vediamo cosa accadrà nei prossimi giorni”, ha raccontato Valentino, visibilmente provato, quasi ancora sotto choc.
Valentino dice che ormai era lì, che non avrebbe potuto far niente altro, ma è chiaro che se avesse voluto, avrebbe potuto fermarsi. Come fece Niki Lauda nel famoso GP del Giappone del 1976, quando si stava giocando il titolo mondiale con James Hunt. “Ho paura, non continuo” disse Niki. E perse il titolo.
Mai pensato di non correre
La realtà è che, nonostante lo spavento, nonostante la comprensibile e umana paura, pare che Valentino non abbia pensato nemmeno per un secondo di non tornare in sella alla sua M1. Lo assicura chi era dentro al box, chi si è spaventato quanto e più di lui per quello che è successo, chi ha temuto il peggio, come milioni di appassionati davanti alla televisione.
Ma mentre Maverick Vinales apparentemente non ha subito emotivamente più di tanto l’incidente - anche se la foto mentre toglie le mani dal manubrio per proteggersi mentre la moto di Zarco gli vola sopra la testa è assolutamente spaventosa -, Rossi ne è rimasto fortemente colpito: logico pensare che avesse auto dei dubbi sul tornare in sella. Invece, assicurano, cosi non è stato.
Ma come fanno?
A me, sinceramente, sembra quasi impossibile: come fai a tornare a guidare, a recuperare la concentrazione, a farti passare la paura, a fare una partenza assieme a 20 piloti, a mantenere calma e lucidità per conquistare un quinto posto, o qualsiasi altro risultato?
“Credo sia una questione di concentrazione: noi siamo comunque abituati a scendere in pista e a dare sempre il 100%: è un qualcosa che ti dimentichi abbastanza in fretta. Poi, quando scendi dalla sella e ci ripensi, fa sempre effetto” ha spiegato Pecco Bagnaia nella diretta di domenica sera su moto.it.
Chissà se ieri a casa, assieme alla fidanzata Francesca, Valentino ha parlato di questa cosa, chissà che valutazioni avranno fatto, magari al telefono con mamma Stefania, la vera confidente di Vale.
Qualcuno dice: a 41 anni ha giocato un jolly pazzesco, quasi un segnale: forse sarebbe giusto pensare al ritiro.
Io, sinceramente, non credo proprio che Rossi ci penserà. Ma sarebbe più che comprensibile.
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Andrea.Turconi, Rho (MI)Si però è il loro lavoro dai .... un po' troppo miele quando c' è mezzo Rossi .... sempre ehhh
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Aspes 125 yuma, Cascina (PI)La butto lì: per domenica, visto che il tracciato non ci sono i tempi tecnici per modificarlo con una variante, non sarebbe il caso di istituire una zona di sorpasso vietato in quella semicurva dove è scaturito l'incidente? Solo lì, per la salvaguardia dei piloti, e per far correre il gp un po' più in sicurezza.