MotoGP. Le pagelle del GP di Spagna 2016
VALENTINO ROSSI VOTO 10 E LODE
Il fine settimana perfetto: pole position, vittoria e giro veloce. In questo GP, Valentino ha colpito sotto tutti gli aspetti: velocità, determinazione, costanza di rendimento, partenza, primi giri, controllo della situazione. Dei suoi numeri, tutti da primato, colpisce la capacità di vincere 19 anni e 250 giorni dopo il primo successo del 1996 in 125: per riuscirci, devi ricominciare da capo un sacco di volte, metterti costantemente in discussione, adattarti ai cambiamenti, eccetera, eccetera, eccetera. E pensare, che c’è ancora qualcuno che si stupisce delle sue qualità. Immenso.
JORGE LORENZO 7
Il secondo posto, contro un Rossi così, è naturalmente un buon risultato, forse il migliore ottenibile, ma lo spagnolo non ha convinto in gara e nel fine settimana è stato ancora una volta altalenante, come peraltro avviene dall’inizio dell’anno: a tratti imbattibile (nelle FP1 e nelle FP2), in altre circostanze vulnerabile. Questo è un pilota “normale”, non il fenomeno che verrà pagato 25 milioni di euro (per due anni) dalla Ducati. Incomprensibile.
MARC MARQUEZ 8
Ci mette sempre una pezza e, questa volta, è stato anche capace di amministrare: all’inizio ha provato a tenere in tutti i modi il passo di Lorenzo, ma quando ha visto che non ce la faceva ha rallentato vistosamente. «Terzo a due decimi o a 5” dal secondo non cambia nulla» ha filosofeggiato, facendo buon viso a cattivo gioco. Maturato?
DANI PEDROSA 6
Alla fine, il distacco dal compagno di squadra è dignitoso (3”3), ma solo perché Màrquez ha rallentato. E’ nervoso, ai ferri corti con la Honda, particolarmente penalizzato dalla nuova carcassa rigida delle Michelin. Anonimo.
ANDREA DOVIZIOSO 7
In qualifica è andato oltre ogni aspettativa, in gara stava facendo il suo più che dignitosamente e sarebbe stato di gran lunga il miglior pilota Ducati al traguardo. In questo momento, è lui il valore aggiunto della Desmosedici. Tenace.
ALEIX ESPARGARÓ 7
Ha guidato bene, finalmente più veloce e senza commettere errori: battere il compagno di squadra è sempre positivo. In ripresa.
MAVERICK VIÑALES 5
Il nuovo “pezzo da 90” del mercato piloti non può permettersi di prendere paga da Espargaró . Distratto.
ANDREA IANNONE 4
In grandissima difficoltà per tutto il fine settimana, in prova, in qualifica, in gara. Nel finale ci ha messo una pezza, ma ha sofferto troppo. Scoraggiato.
POL ESPARGARÓ 5
Rifila 9 secondi al compagno di squadra: è l’unico aspetto positivo.
EUGENE LAVERTY 7
Guida bene, sbaglia poco, è veloce: sta crescendo.
HÈCTOR BARBERÀ 4
In prova fa sempre faville, ma (quasi) sempre sfruttando il traino di qualcuno. In gara, però, sprofonda: bisogna lavorare diversamente.
CAL CRUTCHLOW 4
Irriconoscibile. Dispiace soprattutto per i grandi sforzi, non ripagati, di Lucio Cecchinello.
BRADLEY SMITH 4
Sempre peggio.
STEFAN BRADL 4
Lento in prova, lento in gara.
ALVARO BAUTISTA 5
In qualifica ha sfiorato per ben due volte la Q2 e in gara non stava facendo male, ma è caduto, vanificando la possibilità di un discreto risultato.
YAMAHA M1 VOTO 9
Qui ha dato una gran paga a tutti: equilibrata, veloce, relativamente gentile con le gomme.
HONDA RC213V VOTO 7,5
Al di là dei tempi fatti da Marquez in prova, è sempre sembrata in difficoltà, difficile da mettere a punto e da gestire.
SUZUKI GSX-RR VOTO 6
Anche la Suzuki soffre le nuove gomme Michelin: un passo indietro rispetto ai primi GP.
DUCATI DESMOSEDICIGP VOTO 4
Un disastro: si aspettava Jerez per capire il reale valore della Desmosedici, ma il risultato è stato scoraggiante. E continua ad avere problemi di affidabilità.
APRILIA RS-GP VOTO 6
Qualche progresso, soprattutto in prova. Ma le altre MotoGP sono lontanissime.
Scusate ma non ho resistito, è una settimana che mi tarttengo ma veramente è più forte di me, e per questa debolezza mi scuso :).
Domanda per la redazione: Ma come è possibile tacere sulle dichiarazioni esternate a fine gara da Mr. -Piangoedibrutto / ecco non ho vinto ma non è colpa mia- Lorenzo??????????
Capisco che criticare il TopoRider nuovo di zecca della Ducati possa sembrare scomodo e poco patriottico, ma il suo atteggiamento è stato come al solito più che "triste", e non si dovrebbe tacere su questo tipo di cose. Non vorrei che fosse in atto un'operazione di marketing volta a "ripulire" l'immagine del 99 ora che (purtroppo, almeno per me) guiderà la Ducati - "Bene" Italiano - . Se poi la vogliamo prendere alla leggera, conosco persone che ancora ridono a pensare alla stizza e repressione fuoriscite durante l'intervista: "lo spinning....se fosse stata una gara regolare avrei vinto....solo io..." ahahahahah.
Peace&Gaz.
Personalizzi. Anche questo potrebbe essere tipico del bulimico d'attenzione.
Resta in quest'ambito. Citazioni autoreferenziali dalla tua vita privata, condite da dettagli molto 'intimi', potrebbero essere anche utilizzati in maniera poco ortodossa dai tuoi interlocutori.
Il riferimento al doping che ho fatto era semplicemente per dire che PER DECENNI gli appassionati di ciclismo hanno mitizzato uno sport che invece era marcio fino all'osso e si vedeva bene che lo era (ricordo un'immagine agghiacciante di bjarne riis che saliva su per il Mortirolo con la bava alla bocca...).
Anche Lance Armstrong aveva i tifosastri al seguito, così come aveva i detrattori i quali sollevavano più di qualche dubbio sulle performance strabilianti del campione statunitense. E cosa si sentivano rispondere dai primi? "Ma figuratevi se con tutti i controlli che fanno...", "sareste disposti a dire qualsiasi menzogna per lordare il più grande di tutti...", "Invidiosi!".
Il mondo dello sport, così come quello della vita di tutti i giorni è pieno di tifosi- l'uno - e ottimisti - l'altro -, che per passione sfrenata o quieto vivere danno per scontato che tutto sia controllato, pulito, incontaminato e a quelli che invece denunciano qualche anomalia, rispondono "ma figurati se...", "gombloddooooooo!".
A volte sembra troppo incredibile per essere vero, altre si preferisce sorvolare perché anche noi ne traiamo vantaggio, ma le porcherie ci sono.
Dappertutto.
Ed evidenziare quando si delinei la possibilità che qualcosa non sia propriamente chiaro, è responsabilità di tutti.
Non è una colpa.
E' una responsabilità, prima di tutto nei confronti del proprio QI.