L'ANALISI

MotoGP. Non ci sono più i circuiti di una volta - Seconda puntata

- Negli ultimi 25-30 anni, sono 19 i circuiti non più in calendario, tolti perché troppo pericolosi, o per metodi economici, o perché non adatti alle moto. O per altro ancora. Alcuni tracciati hanno fatto la storia del motociclismo, è un peccato che non siano più attivi. Li vediamo, uno a uno, in un viaggio a puntate
MotoGP. Non ci sono più i circuiti di una volta - Seconda puntata

Dopo la puntata d'esordio, prosegue il nostro viaggio tra le piste affascianti, piste storiche, piste appena costruite, piste poco significative: negli ultimi 25 anni sono tanti i tracciati sui quali si è corso e che poi, per diversi motivi, sono stati tolti dal calendario.

Da quando io seguo il motomondiale a tempo pieno - dal 1995, ma ho iniziato nel 1992 - sono 19 i circuiti dove non si corre più, sostituiti con altri autodromi. Più belli, più brutti, più funzionali, più moderni, o semplicemente più ricchi e più interessanti economicamente.

Proviamo a costruire un calendario alternativo a quello ufficiale: solo un gioco, un pretesto per raccontare circuiti dove da tempo non si vede più il motomondiale. Con una premessa: questo non è un pezzo storico, ma basato sui ricordi: ci potrebbero essere degli errori di memoria (anzi, ci saranno sicuramente.)… E l’ordine segue quello cronologico dei diversi anni, non è una classifica del più bello, o difficile, o chissà cos’altro.

Sentul, Indonesia

Si corre su questo tracciato per due anni, nel 1996 e nel 1997: per la verità, una pista poco entusiasmante.

Il ricordo. 1996: dopo aver vinto il GP inaugurale in Malesia, Biaggi sembra il grande favorito anche per il GP dell’Indonesia, ma a trionfare è Tetusya Harada con la Yamaha. Mi sembra di ricordare che non si riusciva a dare una spiegazione convincente della sconfitta di Max.

Le Castellet, Francia

Il motomondiale corre su questa pista fino al 1999, per poi essere sostituito da Le Mans: questo è un altro tracciato che manca, soprattutto per la sua storia: qui sono state scritte grandi pagine di motociclismo, anche se nella versione sulla quale si è corso negli ultimi anni non era tecnicamente così affasciante. Ma la “Signes” dopo il rettilineo del “Mistral” è uno di quei punti che tutti gli appassionati conoscono.

Il ricordo. 1998: Come già detto, in quell’anno, l’Aprilia 250 è nettamente superiore a tutte le altre moto. Tetusya Harada e Valentino Rossi vanno in fuga e distaccano Loris Capirossi, ma poi iniziano una “melina” di stile ciclistico: nessuno vuole tirare. Capirossi recupera, va in testa (se non sbaglio…), quindi Harada e Rossi ricominciano a tirare: finisce con una volata vinta da Harada, con Capirossi terzo nuovamente staccato.

Imola, Italia

Una pista dove mi piacerebbe vedere correre la MotoGP, ma troppo pericoloso in alcuni punti. E’ pero uno di quei circuiti che esaltano le qualità del pilota, con curve conosciute da tutti gli appassionati: la “Tosa”, la “Piratella”, le “Acque Minerali”, la “Rivazza”…

Il ricordo. Uno vago, del 1997: se non sbaglio, Tetsuya Harada, in lotta per il titolo 250 con Max Biaggi, ha un problema alla visiera del casco, arrivando solo quinto al traguardo. In quella stagione, Harada ebbe sicuramente quell’incredibile inconveniente, ma non sono sicurissimo che fosse proprio a Imola. Direi di sì, però…

Johor, Malesia

Si è corso su questa pista solo un anno, nel 1998, perché Shah Alam non era più omologato e Sepang non era ancora pronto. Un circuito, per la verità poco significativo e non paragonabile né a Shah Alam né a Sepang.

Il ricordo. Il giovedì, Valentino Rossi fa un giro in macchina per cercare di conoscere la pista. Arrivando all’ultima curva, una destra a 90 gradi, dice: "qui è facile sbagliare, se non fai la traiettoria giusta puoi cadere”. Per Rossi è la seconda gara in 250: si gioca la vittoria con Harada fino all’ultimo giro, anzi, fino all’ultima curva, quando va un po’ largo per resistere a Tetsuya. E cade. Della serie: io l’avevo detto…

Jarama, Spagna

Un circuito vecchio stampo, oggi totalmente inadatto al motomondiale. Ma una bella pista, molto guidata, con un lungo rettilineo. Da quando io seguo il campionato, si è corso a Jarama solo due volte: nel 1993 (GP FIM) e nel 1998 (GP Comunità di Madrid).

Il ricordo. 1993: dopo aver vinto due settimane prima negli Stati Uniti, per Capirossi sembra una formalità conquistare il titolo nell’ultimo GP, in calendario a Jarama, tanto che il team ha già pronte le magliette celebrative e prenota con anticipo il posto per la festa della domenica sera. Ma la gara va diversamente: Loris è solo quinto, Harada conquista vittoria e titolo iridato.

Welkom, Sudafrica

Un tracciato all’interno di un anello di alta velocità, con tutte curve piuttosto veloci e solo un punto lento. Nel complesso, una pista interessante, con l’asfalto spesso sporco per il poco utilizzo: si corre qui dal 1999 al 2004, poi viene tolto dal calendario per problemi economici.

Il ricordo. A fine 2003, Valentino Rossi lascia la Honda per la Yamaha: sembra una sfida impossibile. Ma in quel periodo, Valentino è nettamente il più forte di tutti e vince al debutto: forse la più grande impresa dell’era moderna. Qualcosa di irripetibile (forse).
 

Per questa seconda puntata è tutto. Giovedì 31 dicembre troverete online la terza e ultima parte 

  • Luca.Pulici
    Luca.Pulici, Murisengo (AL)

    concordo con Paolo93hrc , non ci sono gli interessi economici per farli girare ad Imola altrimenti lo farebbero .
    Giusta anche l'osservazione, pericolosa per i piloti ma fattibile per un'amatore , che per quanto bravo non penso abbia le capacità di un professionista , quindi la pericolosità aumenta.
    Detto questo , mio parere personale, ho girato in molti circuiti in Italia , ma reputo Imola a mio modesto parere il più bello, anche del Mugello .
  • SignorNessuno
    SignorNessuno, Agugliano (AN)

    Cos'ha Imola di pericoloso?
    Piuttosto troppe volte ne è stato fatto scempio.
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