MotoGP

Motorcycle Riders Protective Equipment Report, il Gran Premio dei costruttori di tute

- Uno studio sull'efficacia di tute di pelle e sistemi di protezione ha dato vita ad un interessante confronto in pista fra i produttori, per vedere chi... è risultato più veloce. Gli italiani vincono a mani basse
Motorcycle Riders Protective Equipment Report, il Gran Premio dei costruttori di tute

 MRPE è una sigla che per adesso non dice ancora nulla alla stragrande maggioranza dei motociclisti ma che potrebbe, in un prossimo futuro, aiutare più di uno di noi. Questo report (l'acronimo sta per Motorcycle Riders Protective Equipment) è stato pensato e prodotto da Studio Dromo, entità che in collaborazione con Dorna si occupa di sicurezza attiva e passiva soprattutto in relazione alla progettazione degli autodromi. Lo scopo? Analizzare i dati di tutte le cadute avvenute nell'arco del campionato MotoGP 2013 - su tutte e tre le classi - per far emergere attraverso studi statistici dove ci sia margine di miglioramento per ciascuno dei produttori di tute di pelle e relative protezioni.

 

Questo studio ha prodotto risultati estremamente interessanti - la distribuzione dei traumi sulle diverse aree del corpo (lo sapevate? La parte più soggetta è la mano con il 27%, poi la spalla con il 18, il piede con 15 e capo a 14 e via a scendere) ma anche il tasso di ospedalizzazione dei piloti diviso per classe e produttore della tuta, o il rapporto fra punti conquistati e cadute registrate. Tutta una serie di valori di grande utilità per i produttori, che avranno infatti accesso a questo studio in versione completa - e ovviamente privata - al fine di migliorare il proprio prodotto finale.

 

Quello che invece a noi interessa, come curiosità, è la serie di dati pubblici che sono emersi da questo studio. La distribuzione per nazioni dei produttori di tute, chi ha vinto - assegnando gli stessi punti del campionato piloti - nelle diverse classi e chi protegge più piloti in ciascuna categoria. Insomma, un Campionato del Mondo costruttori, dove al posto delle Case motociclistiche troviamo i produttori di tute di pelle.

Come prevedibile, noi italiani facciamo la parte del leone. I 124 piloti delle tre categorie della MotoGP vengono protetti da 25 diversi costruttori: di questi i primi quattro per presenza (Dainese, Alpinestars, Spidi ed IXS) sono italiani e coprono il 53% dei piloti. Dainese supporta il 18% dei piloti impegnati nel Mondiale, staccando di poco Alpinestars (15%); Spidi si occupa di un altro 11% contro il 9% di IXS.

 

Un impegno notevole con risvolti tanto promozionali quanto in termini di ricerca: quello che tutti i costruttori ripetono allo sfinimento è come l'attività di supporto ai piloti del Mondiale serve certamente a pubblicizzare il proprio marchio, ma un po' come avviene per le moto stesse, siano i reparti di Ricerca e Sviluppo più di quelli Marketing a beneficiare da questo impegno. Tutte le soluzioni che proteggono i motociclisti, dallo scooterista che adotta saggiamente abbigliamento tecnico per il tragitto casa-ufficio allo sportivo in tuta professionale durante un turno in pista, derivano più o meno direttamente dall'esperienza maturata nelle competizioni.

 

Ma vediamo chi ha vinto in questo ipotetico motomondiale riservato alle tute di pelle. La classifica assoluta, che aggrega le tre classi, vede la vittoria di Alpinestars con 2056 punti iridati davanti a Dainese con 1711 e Spidi con 1411. Da parte nostra ci rallegriamo del successo dei marchi italiani: se dividiamo per nazioni l'Italia (forte anche del contributo di Spyke, Vircos, Berik, Blauer e Rewin) conquista 5326 punti - un'ordine di grandezza rispetto alla Francia, che si ferma sotto i 600.

 

In MotoGP è Alpinestars a farla da padrona con 1008 punti: sarebbe stato difficile che fosse altrimenti, dato che le tute sviluppate in quel di Asolo hanno protetto i primi tre piloti classificati nel Mondiale. Dainese si ferma a 602 punti, davanti a Spidi (421), Rev'it (323) e Spyke (56) - nota a margine, quattro dei primi cinque marchi sono italiani, e anche in questo caso vinciamo schiacciando la concorrenza: 2122 punti totali contro 323 della seconda classificata.

 

In Moto2 lo scontro è stato molto più incerto, con la vittoria finale di Spidi (466 punti) davanti ad Alpinestars (408) e Dainese (393). Invertendo l'ordine degli addenti il risultato non cambia, perché anche nella classe cadetta l'Italia domina con 1322 punti contro i 391 della Francia. Tirata la lotta anche in Moto3, ma stavolta è Dainese a prevalere con 716 punti contro i 640 di Alpinestars e 524 di Spidi.

E poi dicono che noi italiani non vinciamo più nel motomondiale...

 

Tutte le informazioni qui riportate sono riprodotte per gentile concessione di Jarno Zaffelli - Studiodromo.it

 

 

  • Marco.Triple
    Marco.Triple, Albettone (VI)

    A parte...

    che se non fossero andate a produrre all'estero a quest'ora sarebbero già fallite da un pò (W I NOSTRI POLITICI !!!)
    Comunque io sono vestito dalla testa ai piedi Dainese e la qualità c'è tutta, si vede e si sente !!! Poi che sia cucita da un italiano o da un indiano cosa cambia ?!?! a parte il costo del lavoro ovviamente
  • Alessandro200958
    Alessandro200958, Mogliano Veneto (TV)

    Ed in aggiunta

    E' proprio lo studio e lo sviluppo che fa la differenza, non il luogo di produzione....

    Il segreto della d-air non è certo in mano al tunisino... bensì in chi l'ha studiata e sviluppata... Audi produce in polonia... e quindi??? Perde di qualità?? Non penso proprio.....
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