l'editoriale di nico

Nico Cereghini: "Da Silverstone cinque lezioni per noi"

- Dalla bella guida dei tre protagonisti italiani al casco di Lorenzo e alla caduta di Marquez. Tutto può diventare spunto utile per noi, perché anche a noi capita di guidare sul bagnato. Più lenti, ma con la stessa voglia di non cadere
Nico Cereghini: Da Silverstone cinque lezioni per noi

Ciao a tutti! Quella benedetta pioggia sul circuito di Silverstone ci ha regalato spettacolo e soddisfazioni. Vedere tre piloti italiani sul podio della MotoGP è stato bello: per i fans di Valentino che ricominciano a sognare il decimo titolo, per gli ammiratori di Petrucci che aspettavano la grande impresa, per i sostenitori del Dovi che soffrivano a vederlo in crisi. Le gare bagnate mi sono sempre piaciute e mi piacciono sempre. Arriverei a dire che in un campionato mondiale si dovrebbero correre, per regolamento e per completezza, almeno tre gare sotto la pioggia.
 

Anche perché una domenica bagnata come quella britannica può insegnare molte cose anche a chi guida la moto sulla strada. Noi moto-stradisti andiamo molto più adagio di Petrucci e soci, e poi, se possiamo scegliere, con la pioggia ce ne stiamo più volentieri a casa. Però la pioggia può arrivare a tradimento anche se siamo partiti con il sole. Ecco le cinque lezioni di Silverstone 2015.

 

Il casco di Lorenzo. Quando la visiera abbia dato forfait non lo sappiamo. Magari è successo a metà gara, magari è tattica studiata appena Jorge ha realizzato che la mascherina ci voleva di sicuro. Ecco, noi dobbiamo sapere che il nostro abbigliamento deve essere perfettamente efficiente. È la prima regola: guidare sempre ben coperti, perché quando piove fa anche freddo, poi restando all'asciutto e con la visibilità al top. Casco integrale, ben ventilato, visiera antiappanante. E se possibile la mascherina...

 

I numeri alla Miller. L'australiano ha esagerato ed è caduto coinvolgendo il compagno di squadra. Potete immaginare cosa significhi cadere sulla strada in mezzo a un gruppo di amici? Anche ammesso che le conseguenze possano essere contenute, non tutti i nostri compagni di viaggio saranno comprensivi come Cal Crutchlow. Dunque niente sfide e niente follie, ma piuttosto un ritmo regolare e curve dolci sulle traiettorie più prevedibili.

 

La caduta di Marquez. Ci sarà anche stato un freno motore troppo invasivo, però Marc è volato via quando non stava spingendo, dunque per un calo di concentrazione. In quel momento, Rossi aveva rallentato per farsi superare dal rivale. La terza lezione è: mantenere alta l'attenzione in ogni momento della guida, anche perché noi non abbiamo un asfalto tanto abrasivo sotto le ruote. Sulla strada, il rivestimento cambia ogni chilometro e non è quasi mai di buona qualità.

 

La gomma morbida. I nostri eroi sono partiti tutti con la rain più morbida a disposizione: che sul finale era al limite, ma restava comunque la gomma giusta per le condizioni di gara. La quarta regola: sul bagnato ci vogliono assolutamente gomme buone. Non soltanto per spessore del battistrada e pressione di gonfiaggio, ma soprattutto per la qualità. Se avete dei dubbi sulle vostre coperture, se avete la sensazione di un feeling scarso quando piove, non esitate. Fidatevi della vostra sensibilità e cambiatele con qualcosa di meglio...

 

La bella guida di Valentino. Quando il gioco si fa difficile, allora emerge quasi sempre la classe e la lucidità del 46. Con Marc alle costole non si è scomposto di un millimetro, con Petrucci alle calcagna non si è lasciato impressionare. La lezione qui è: sul bagnato la moto va guidata con pugno di ferro in guanto di velluto. Rotondi e fluidi, morbidi in tutti gli interventi sui comandi, però decisi e senza inutili correzioni di linea e di velocità.

 

Potrei cercare altri spunti, ma lascio volentieri un po' di spazio anche a voi lettori. Che mi dite? Per esempio, il Dovi che pattina sulla linea di partenza. La lezione potrebbe essere che sul bagnato ci vuole anche fortuna, ma se ricordo bene Andrea, sabato, era piuttosto incavolato: avere una buona frizione magari aiuta...

Nico Cereghini - Da Silverstone cinque lezioni per
  • Ovidio.Gentiloni
    Ovidio.Gentiloni, San Vito al Tagliamento (PN)

    Ciao Nico,
    se permetti aggiungerei qualche punto.
    Venerdì sono partito per andare a trovare la famiglia in vacanza in Basilicata.
    Ho fatto tutta strada normale dal Friuli a Metaponto, passando per Bologna, Raticosa e Futa, Arezzo, Orvieto, l'Aquila, eccetera, solo strade normali e spesso stradine.
    Dalla Futa in poi tutto sotto l'acqua o con strada bagnata di fresco dalla pioggia. Lunedì e ieri rientro, stessa maniera ma percorso diverso. Per fortuna all'asciutto.
    E' giusto, come dici tu, stare attenti sul bagnato, considerare l'aderenza e evitare manovre brusche, purtroppo però le variabili sulle quali non abbiamo controllo sono molte, quasi tutte di origine "umana".
    Mi spiego: abbigliamento. Dipende da noi e non ci sono problemi. Attrezzatura adatta, come visiera antiappannamento (per me una novità galattica!!!). Dipende da noi e non ci sono problemi. Stato della moto e delle gomme. Dipende da noi etc.
    Quello su cui non abbiamo il minimo controllo sono le condizioni della strada (vicino Foggia ho trovato un asfalto che da fermo scivolavo io con le scarpe con il carrarmato!!! E nessun avviso. Sono stato molto fortunato), la segnaletica spesso disastrosa e disastrata e, soprattutto, il comportamento degli altri "utenti della strada", soprattutto gli automobilisti, ma non solo.
    Ovunque il fondo stradale non permettesse un minimo di scioltezza, sono andato con i piedi di piombo. Sempre, senza eccezioni, nel giro di poco tempo mi ritrovavo qualche automobile a 10 cm dal parafango, magari anche di trequarti, tanto per impedirmi anche di scartare in caso di buche.
    Stessa cosa vale per furgoni e, ma più raramente, per i camion.
    Se poi tieni la sacrosanta distanza di sicurezza, tutti a superarti e a mettersi in mezzo, coprendoti di schizzi e rendendoti la vita ancor più grama.
    Noi motociclisti, come categoria, di monate (passami il termine, dai) ne facciamo a iosa, ma almeno di solito la pelle con cui giochiamo è la nostra.
    Gli automobilisti, invece, se ti vedono in difficoltà su un passo di montagna sotto il diluvio, sotto a spingerti e a farti vedere che loro sanno guidare.
    Io percorro circa 100.000 km/anno in macchina, e sapendo come si va in moto faccio molto caso ai centauri. Trovo addirittura ovvie certe precauzioni.
    Perché la maggior parte degli altri no?
    Secondo me sarebbe necessaria una campagna di pubblicità martellante, ma considerato quanto poco viene attivato il cervello di norma.....
    Vedi tutti quelli che passano sotto i cartelli luminosi con scritto di occupare la corsia libera più a destra. Ne vedi mai uno capire e farlo?
    Comunque, tante parole solo per dire che noi motociclisti dobbiamo pensare e prevedere anche per tutti gli altri.
    Saluti e lamps a tutti!
  • beppexy
    beppexy, Bergamo (BG)

    Ciao Nico bell'articolo, del resto quando conducevi "fuorigiri" con la tua lavagna sapevi sempre sintetizzare al meglio le questioni più importanti. Comunque la pioggia su strada non mi piace, l'asfalto varia spesso ed è impossibile quantificare il grip, la perdita di aderenza può avvenire bruscamente e rendere incontrollabile la moto. L'unico consiglio che posso dare è quello di chiudere il gas e non andare a cercarsi guai tra auto, alberi e quantaltro. In pista è diverso, le curve sono sempre le stesse, il grip è piutosto costante e giro dopo giro si può aumentare il ritmo e cercare il limite delle proprie gomme. Visto che parliamo di sicurezza lasciami uscire dal tema pioggia per evidenziare un comportamento assai pericoloso di alcuni motociclisti: d'estate pur indossando abbigliamento tecnico non portano i guanti!!!
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