Nico Cereghini: “La stagione perfetta”
Ciao a tutti! Certe volte mi sorprendo e mi do del pivello da solo. Seguo il mondiale velocità da una vita, arrampicato da ragazzino sulle reti di Monza, diciottenne col programma in mano sul prato della Tosa a Imola, poi come collaboratore di giornali specializzati, da pilota/giornalista in una dozzina di GP e nelle 24 Ore, da inviato della tivù con l’operatore al seguito, da telecronista e infine da opinionista. Eppure ogni volta ci casco: so come vanno le cose, eppure ogni anno mi illudo. Come un novellino.
Parlo delle presentazioni delle nuove squadre, arrivate tutte insieme a ritmo serrato: ecco, devo ammettere che mi sono apparse tutte ugualmente molto convincenti. Ducati mi sembra più impressionante e potente che mai, Honda si propone come lo squadrone dei sogni, Yamaha sprizza una inedita aggressività, Suzuki appare già pronta per vincere, Aprilia e KTM vedremo. Ebbene, ogni volta che ho guardato le immagini dei vari streaming mi sono detto “questa vince il titolo, è la volta buona, e sarà la stagione più eccitante della storia!”. Ho seguito l’evento della Rossa in Svizzera, e mi sono detto che la moto è fantastica e il Dovi è nella condizione ideale, consapevole della sua forza e per la prima volta senza disturbi destabilizzanti dentro la squadra: senza Iannone e senza Lorenzo, per intenderci. Ho seguito la HRC nel video da Madrid e la squadra Honda mi ha fatto impressione: vero che i due piloti sono piuttosto acciaccati, però mi viene facile immaginarli perfettamente ripresi e velocissimi, dotati di due belve agilissime ed efficaci. Poi ho visto il disvelo (dicono così…) della Suzuki e ascoltato le dichiarazioni dei responsabili, che sprizzano fiducia ed entusiasmo, e ho pensato: e se emergesse per una volta un outsider così? Ieri infine ho visto la presentazione Yamaha da Jakarta, e ancora l’ottimismo mi ha pervaso: la moto è bellissima, in Giappone hanno ribaltato il vertice tecnico, i due piloti si compensano perfettamente, uno esperto e veloce l’altro arrembante, di certo sono usciti dalla crisi e saranno finalmente della partita.
Gli uomini del marketing e della comunicazione sono molto bravi, sono degli specialisti capaci di suscitare ogni volta un rinnovato interesse, anche quando magari è cambiato poco o nulla del “prodotto”. Le loro presentazioni diventano eventi mondiali, e giustamente vanno avanti per la loro strada, incuranti di certi tecnici da box e da banco prova che un po’ mugugnano perché per loro presentazione e relativa preparazione sono tempo perso. E’ per colpa di questi specialisti che ogni anno casco nella trappola e sogno la stagione perfetta? Oppure quelli non c’entrano niente, ed è soltanto la passione che freme nell’attesa che tutto riparta?
Forse tutte e due le cose: c’è la passione e poi c’è il marketing, che sa usare la passione e contagiare l’entusiasmo. Qualcuno di noi può pensare che la Yamaha sia troppo nera e la Honda sia cromaticamente sempre uguale, che la Ducati abbia troppe pecette addosso e che la Suzuki sia troppo azzurra; che vincerà sempre lo stesso pilota, che non ci sarà spazio per questo o per quello, perché nella storia della top class se la sono giocata non più di due protagonisti alla volta. Ma nel momento magico che stiamo vivendo adesso, pochi giorni prima che le nuove moto e i loro piloti scendano in pista, tutto è lecito: ogni ambizione, ogni scenario, ogni risultato. E’ come quando si partiva a spinta: lo speaker gridava “partiti!” e in quei pochi secondi di assoluto silenzio, prima che i motori iniziassero a suonare, poteva succedere qualsiasi cosa. Persino che l’ultimo della griglia scattasse per primo.
In bocca al lupo a tutti.