Nico Cereghini: “Ve lo racconto io il Mugello!”
Per molti piloti è la pista più bella del mondo, se la gioca con l’australiana Phillip Island, ma il Mugello è speciale anche per il pubblico: basta un fazzoletto di prato per passare una giornata indimenticabile. Ci sono punti di osservazione, come alla esse Casanova-Savelli, da dove si domina mezza pista e si può seguire quasi ogni sorpasso; perché il Mugello –cinque chilometri e duecento metri- è stato tracciato in una conca: più basso il rettilineo dei box, più alte le curve che ci girano intorno su entrambi i lati. E questo probabilmente già lo sapete. Ma perché è nato proprio lì?
Lo volle in quel sito l’ACI Firenze, perché da quelle parti si disputava una storica corsa automobilistica con box e partenza a Scarperia: dal 1914 agli anni Settanta, con alterne fortune, Ferrari e Alfa Romeo furono le grandi protagoniste sui 60 km del Circuito del Mugello quando ancora si correva su strada. La costruzione dell’autodromo è stata lunga e complessa -il tracciato fu completato nel ’74 mentre le infrastrutture restarono incompiute per anni- ma dal 1988 l’impianto è di proprietà della Ferrari e finalmente perfetto.
Per la prima corsa internazionale io c’ero, era la “1000 Km del Mugello”, luglio 1975, gara dell’Endurance allora campionato europeo. E vinse la Ducati 900 NCR della coppia Ferrari-Grau davanti alla Guzzi, terza la 1000 Laverda che condividevo con Augusto Brettoni. Un podio made in Italy. Ci tornammo a settembre per una gara internazionale di velocità e nella classe 500, dietro ad Agostini (campione del mondo, Yamaha) e Phil Read (MV), ebbi la fortuna di chiudere ancora terzo con la RG Suzuki. Volentieri vi mostrerei la fotografia del podio, se solo l’avessi: Read e Ago si detestavano, e pur di non doversi stringere la mano mi lasciarono solo con la mia coppetta.
Un aspetto più unico che raro del circuito toscano? Il tracciato è rimasto esattamente quello del 1974. Intorno è cambiato tutto, spazi all’esterno delle curve, palazzine, servizi, box, paddock, la guardiola d’ingresso che ha la forma di un grande casco integrale. La riasfaltatura (con tecniche innovative) è del 2011 come la tribuna centrale coperta, quattromila posti a sedere e tremila pannelli fotovoltaici sul tetto. Ma la pista è sempre stata quella, ed è interessante confrontare i tempi sul giro: la miglior pole di Iannone (Ducati, 2015) in 1’46”489, la prima pole della top class (Ago, Suzuki 500, GP delle Nazioni 1976) in 2’08”080. Oggi un amatore veloce prende una supersportiva di serie e scende facilmente sotto il muro dei due minuti. Potenze, telai, sospensioni, gomme: un gran progresso.
Guidare al Mugello è entusiasmante. Salite, discese, curve di ogni raggio e il rettilineo di 1.140 metri dove la Desmosedici Ducati ha raggiunto nel 2016 con Andrea Iannone i 354,9 orari, record da battere. In fondo al dritto una staccata tra le più dure del mondo per i dischi freno in carbonio delle MotoGP, e la curva San Donato da impostare in prima.
Questa è la sesta prova dell’anno e la massima cilindrata è in equilibrio con sei piloti in trentun punti, Yamaha e Honda in vetta e la Ducati ad inseguire. Sarà in forma Rossi dopo la caduta in allenamento con la moto da cross? Valentino al Mugello ci ha vinto sette volte, ma dal 2008 è a digiuno, l’anno scorso per via del motore ko. E la Ducati, sulla sua pista-test, potrà puntare a mettere i due piloti ufficiali sul podio? Qui Jorge Lorenzo ha vinto cinque volte negli ultimi sei anni, ha vinto anche l’anno scorso, ma sempre con la Yamaha. Saranno tanti i tifosi in rosso, c’è anche una tribuna Ducati alla curva del Correntaio. E’ dal 2009, con Stoner, che non si festeggia una vittoria, e sarebbe bellissimo centrarla adesso con lo spagnolo o con Andrea Dovizioso. Il giro più veloce di Iannone, terzo l’anno scorso, dice che la moto ama parecchio le curve del Mugello.
E ci sarà da divertirsi, di belle gare qui ne abbiamo viste tante. E la più bella in assoluto resta la 500 della stagione 2000: con Capirossi, Rossi e Biaggi decisi a vincere sulla pista più bella del mondo e davanti a un pubblico caldissimo. Una gran battaglia, poi nei due giri finali caddero prima Valentino e poi Max, così vinse Capirex. L’ultimo giro sarebbe stato leggendario. In quegli anni i leader eravamo noi e il massimo risultato è del 2005: Rossi su Biaggi per 35 centesimi, poi Capirossi, Melandri al quarto posto.
Per tutti i fan Ducati potete seguire le gare sui profili social corporate di UnipolSai, Twitter e Facebook, seguendo l’hashtag #forzaducati.
Però, se basta un bravo amatore per scendere sotto i due minuti ...io non sono nemmeno un "lumacone", altro che amatore! Sigh!