l'editoriale di Nico

Nico Cereghini: "Viva Crutchlow, ma non basta"

- Alla Ducati arriva Cal Crutchlow per il prossimo biennio e va bene, è un gran bel pilota e per alcuni guida come Stoner. Ma alle rosse, dopo una stagione deludente come questa, serve di più | N. Cereghini
Nico Cereghini: Viva Crutchlow, ma non basta


Ciao a tutti! E allora, Crutchlow alla Ducati per due stagioni, 2014 e 2015. Ottimo, è un bel manico, quest’anno è cresciuto moltissimo e non fosse stato per Marquez, stratosferico, oggi Cal sarebbe considerato da tutti la rivelazione del 2013. Ricordo che un anno fa, quando già l’inglese era in trattativa con Borgo Panigale e i ducatisti si stavano scaldando all’idea, giudicai più razionale la scelta Dovizioso: con un apprezzato e fine collaudatore, pensammo in tanti, la nuova gestione Gobmeier avrà la possibilità di mettere ordine, individuare una linea di sviluppo e far crescere la Desmosedici. Ma oggi la realtà è inferiore alle aspettative. Certo, era stato anticipato ufficialmente che nella prima parte della stagione non ci sarebbero state svolte epocali; però ormai la boa è stata doppiata e non pare di vedere un granché. Sembra proprio che nemmeno con il Dovi si sia riusciti a far luce in casa Ducati, e poi da tempo trapelano voci di tensioni e nervosismo dentro il box.

Ed ora Crutchlow, operazione vista con favore un po’ da tutti ma che potrebbe contenere qualche rischio. Intanto c’è da verificare come la prenderà Andrea Dovizioso, al di là delle dichiarazioni pubbliche. E poi –ed è quello che conta di più- c’è da capire se la scelta di Cal non nasconda magari una virata nel programma. Quando sento affermazioni del tipo “Perfetto: Crutchlow guida alla Stoner”, oppure “quello che ci vuole: un pilota coraggioso che guida sopra i problemi”, non vorrei che riemergesse la famosa tesi che “è il pilota che deve adattarsi alla Ducati e non viceversa”, perché è una filosofia che nelle corse dei prototipi non ha funzionato ed è già costata anche troppo alle rosse.

Non vorrei che riemergesse la famosa tesi che è il pilota che deve adattarsi alla Ducati e non viceversa


Però può anche darsi che alla base della scelta ci sia un nuovo progetto, che l’inglese sia soltanto una pedina molto veloce da affiancare a Dovizioso, e che qualcosa di ancora più importante stia per accadere. Ci spero: Claudio Domenicali –il numero 1 della Ducati- è troppo intelligente per buttarsi nell’operazione Crutchlow senza paracadute. Non ne so niente, ma provo a indovinare. Se, per esempio, fosse confermato l’arrivo dall’Aprilia di Gigi Dall’Igna, come da tempo si sussurra nell’ambiente, allora sì, non avrei più dubbi e sarei prontissimo a festeggiare Cal Crutchlow e tutto il resto. Di fatto, oggi in Ducati manca una guida tecnica e Bernhard Gobmeier è soltanto un bravo manager; mentre Dall’Igna è una figura ben diversa: è un ingegnere e un progettista, è aggiornato, è vincente.

Incrocio le dita e mi auguro di non vedere mai più le Ducati Desmosedici dietro alle CRT.

 

  • motard86'
    motard86', Novi Ligure (AL)

    Secondo me

    Il vero problema è chi comanda in Ducati.
    Se non si convincono loro che i piloti sono da ascoltare e danno carta bianca (bianca bianca) a chi fa i progetti può venire anche l'ingeniere più bravo della terra ma nn si farà mai nulla.
    Anche perchè ad oggi sono svariati i piloti che hanno detto la stessa cosa di quella moto...non si sono messi d'accordo!!
  • fraricot
    fraricot, Roma (RM)

    Memoria breve

    ma sono l'unico a ricordare che la ducati fantastica del fantasmagorico Stoner ha vinto il suo unico mondiale quando era l'unica moto, vagamente performante, a montare le bridgestone? ricordo anche che l'anno dopo con il monomarca qualche batosta il buon Stoner l'ha presa dalla Yamaha di un certo Valentino Rossi.
    La verità è che le gomme contano, e pure molto, nella moderna motogp, più del pilota.
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